La spesa turistica internazionale negli Stati Uniti si prepara a un calo significativo nel 2025. Il World Travel & Tourism Council prevede un decremento di 12,5 miliardi di dollari nell’incasso totale del settore viaggi, con ripercussioni serie sull’occupazione. Questa riduzione potrebbe minacciare circa 100 mila posti di lavoro nel comparto turistico americano, un’area che rappresenta una quota rilevante dell’economia nazionale.
Previsioni economiche e impatto sul mercato del turismo negli stati uniti
Secondo il Wttc, in collaborazione con Oxford Economics, le entrate generate dal turismo negli Stati Uniti cadranno sotto i 169 miliardi di dollari entro la fine del 2025. Si tratta di un calo che sfiora il 7% rispetto al 2024, e del 22% se confrontato con i livelli raggiunti nel 2019 prima della pandemia. Questa tendenza negativa si riflette anche sul fronte occupazionale, dove si stimano quasi 100 mila posti di lavoro a rischio.
Il turismo negli Stati Uniti è un settore di vasta scala, con un valore vicino ai 2,6 trilioni di dollari. La sua incidenza economica, considerando anche le attività indirette collegate, è stimata intorno al 9% del Pil nazionale, con un impiego diretto e indiretto di 20 milioni di persone. Inoltre, ogni anno questo comparto contribuisce con circa 585 miliardi di dollari in entrate fiscali.
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Le cause alla base di questa flessione sono molteplici, incluse dinamiche politiche e percezioni negative dei viaggiatori internazionali legate a questioni di immigrazione e sicurezza.
I fattori che influenzano il calo del turismo negli stati uniti
Il Wttc indica come uno dei motivi principali del calo della spesa turistica la retorica politica e le politiche migratorie adottate dall’amministrazione Trump, che hanno influenzato negativamente la percezione degli Stati Uniti come meta turistica. Le esperienze di alcuni viaggiatori trattenuti all’ingresso per controlli estesi o motivi poco chiari hanno alimentato un clima di sfiducia cresciuta.
Julia Simpson, presidente e amministratore delegato del Wttc, ha evidenziato come altri paesi stanno creando un ambiente accogliente per i turisti, offrendo una contrapposizione evidente agli Stati Uniti, che, secondo lei, sembrano quasi “chiudere le porte” ai visitatori. Simpson ha invitato i legislatori a non confondere le politiche di immigrazione con il bisogno di mantenere un sistema turistico aperto e competitivo, capace di bilanciare sicurezza e accoglienza senza isolare il paese.
Le tensioni politiche si riflettono anche sui dati recenti: marzo 2025 ha segnato un calo degli arrivi internazionali in due mercati chiave per il turismo Usa, con una diminuzione del 28% in Germania e del 15% nel Regno Unito su base annua.
Conseguenze per il mercato del lavoro e spinte verso un cambio di strategia
Il settore turistico statunitense coinvolge direttamente milioni di lavoratori in alberghi, trasporti, ristorazione e attrazioni. La perdita stimata di 12,5 miliardi di dollari nelle entrate potrebbe tradursi nella perdita di 100 mila posti di lavoro, con effetti a catena sull’economia locale e nazionale. Questo rischio sottolinea la necessità di rivedere le politiche di accoglienza e promozione turistica.
L’industria si trova davanti alla sfida di riconquistare la fiducia dei viaggiatori internazionali, evitando che le politiche di sicurezza e controllo diventino un deterrente per chi sceglie gli Stati Uniti come meta. Il confronto con altre nazioni più “aperte” al turismo sottolinea la competitività che il paese sta perdendo.
Per i prossimi mesi, il settore guarda con attenzione agli sviluppi politici e sociali, consapevole che la gestione dell’immigrazione e delle politiche turistiche dovrà trovare un equilibrio più efficace per preservare posti di lavoro e flussi economici.