Un fulmine rosso a forma di medusa immortalato dallo spazio sopra messico e stati uniti

Un fulmine rosso a forma di medusa immortalato dallo spazio sopra messico e stati uniti

L’astronauta della Nasa Nichole Ayers ha fotografato dalla Stazione Spaziale Internazionale un raro fulmine rosso sopra Messico, California e Texas, contribuendo allo studio degli Eventi Luminosi Transitori atmosferici.
Un Fulmine Rosso A Forma Di Me Un Fulmine Rosso A Forma Di Me
L’astronauta Nichole Ayers ha fotografato dalla Stazione Spaziale Internazionale un raro fulmine rosso, un Evento Luminoso Transitorio, sopra Messico e Stati Uniti, offrendo preziosi dati per lo studio di questi fenomeni atmosferici ancora poco conosciuti. - Gaeta.it

L’astronauta della Nasa Nichole Ayers ha fotografato un fulmine rosso che si estende per decine di chilometri sopra una vasta zona tra Messico e sud degli Stati Uniti. L’immagine, scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale mentre sorvolava California e Texas, mostra un fenomeno raro e poco conosciuto chiamato Evento Luminoso Transitorio. Questo tipo di scarica elettrica si manifesta sopra le nuvole in tempeste particolarmente intense. La foto offre un’occasione per osservare meglio quel fenomeno che ancora oggi rimane avvolto nel mistero.

Il gigante luminoso sopra il nord america

Il fulmine ripreso da Nichole Ayers ha raggiunto un’altezza di circa 80 chilometri, estendendosi verticalmente molto oltre le normali nubi temporalesche. Questo tipo di fenomeno, per la sua forma, viene spesso definito “medusa”, per via dei raggi luminosi che si diramano ricordando i tentacoli dell’animale marino. L’immagine è stata catturata il 3 luglio mentre la stazione orbitava sul continente nordamericano, all’altezza di Messico, California e Texas.

Questi fulmini rossi, noti come Eventi Luminosi Transitori , si formano a causa dell’attività elettrica molto intensa che si concentra nelle grosse tempeste sottostanti. Pur essendo stati osservati e segnalati sporadicamente da decenni, la loro natura e modalità di formazione rimangono in gran parte oggetto di studio. La documentazione diretta dallo spazio, come in questo caso, permette ai ricercatori di analizzare la struttura e la dinamica di questi lampi sovrannaturali in modo più dettagliato.

Come si manifesta la “medusa” rossa

Questi fulmini assomigliano a meduse per la loro forma irregolare e ramificata, con filamenti di luce che si propagano nella stratosfera. La luminosità rossa deriva dall’interazione con l’azoto presente nell’alta atmosfera. Quest’azoto eccitato emette una luce rossa intensa, visibile a grande distanza e per diversi secondi. I maggiori fulmini di questo tipo possono superare gli 80 chilometri di altezza, un livello ben oltre le normali scariche osservate dentro le nuvole o verso il suolo.

L’osservazione dei cosiddetti Eventi Luminosi Transitori è iniziata negli anni ’50 grazie ai racconti di piloti e passeggeri di aerei che li descrivevano come lampi rossi sospesi sopra le tempeste. Tuttavia, la prima fotografia reale è datata 1989, e da allora sono stati studiati con strumenti sempre più avanzati, soprattutto dalle missioni spaziali. Oltre alla Terra, fenomeni simili accadono anche su altri pianeti come Giove, Saturno e Venere, indicando che questo tipo di attività elettrica non è esclusiva del nostro pianeta.

L’importanza della fotografia dallo spazio per la ricerca

La fotografia scattata da Nichole Ayers rappresenta un contributo significativo per gli scienziati impegnati nello studio di questi fenomeni atmosferici. Prima di tutto, fornisce una prova visiva diretta, che non può essere ottenuta facilmente dalla superficie terrestre a causa dell’altezza e della rarità dei fulmini. Così, gli esperti possono analizzare posizione, durata e caratteristiche di scarica, che aiutano a comprendere meglio le condizioni che generano queste emissioni.

La Stazione Spaziale Internazionale, orbitando a circa 400 chilometri di quota, ha una prospettiva unica che consente di osservare non solo la presenza dei fulmini ma anche il loro contesto meteorologico e geografico. Nel caso del fulmine sopra Messico e Stati Uniti, la sua grande estensione verso l’alto è stata documentata in relazione a forti temporali che interessavano diverse aree. Con dati precisi come questi, progressi nelle simulazioni e nelle previsioni meteorologiche atmosferiche diventano possibili.

Il mistero ancora aperto sugli eventi luminosi transitori

Nonostante gli studi durino da oltre trent’anni, i dettagli riguardo alla formazione e al ruolo dei fulmini rossi appaiono ancora parzialmente sconosciuti. Si sa che sono legati a turbolenze elettriche estreme, ma mancano risposte definitivi su quali esatti meccanismi fisici ne regolano le forme e la durata. Non a caso, questa mancanza spinge la comunità scientifica ad usare strumenti spaziali per osservare queste scariche dall’alto.

Le osservazioni di eventi simili su altri corpi celesti aprono ulteriori interrogativi sul tipo di atmosfera e condizioni elettriche ideali per questa attività. Giove, con le sue enormi tempeste, ne è un esempio emblematico, ma anche pianeti come Venere e Saturno mostrano questa caratteristica. Sul nostro pianeta le implicazioni riguardano il collegamento tra tempeste violente e l’alta atmosfera. Fotografare questi fenomeni è quindi essenziale per migliorare la comprensione dei processi naturali più estremi che bitano la nostra atmosfera.

La foto di Nichole Ayers resta una testimonianza diretta e preziosa di un fenomeno che sfida ancora le certezze della scienza atmosferica. L’osservazione da orbita continua a rivelare aspetti poco noti di questi eventi luminosi, aiutando a mappare meglio il comportamento elettrico del nostro pianeta.

Change privacy settings
×