La Corte Suprema Usa autorizza Trump a bloccare fondi esteri: eredità normativa post 11 settembre e crescita del potere esecutivo

La Corte Suprema Usa Autorizza

Corte Suprema autorizza Trump a bloccare fondi esteri, rafforzando il potere esecutivo. - Gaeta.it

Sara Gatti

11 Settembre 2025

Questa settimana la Corte Suprema degli Stati Uniti ha concesso a Donald Trump il permesso temporaneo di congelare 5 miliardi di dollari di aiuti esteri già stanziati dal Congresso. La decisione si basa su una legge emanata nelle settimane successive agli attacchi dell’11 settembre 2001, una misura che ha modificato profondamente l’equilibrio tra le istituzioni americane, ampliando le prerogative del presidente. Questi cambiamenti, nati in nome della sicurezza nazionale, continuano a influenzare la politica e il sistema legale statunitense.

L’eredità legislativa post 11 settembre e il rafforzamento del potere presidenziale

Dopo l’11 settembre 2001, il Congresso approvò il Patriot Act, che ampliò i poteri governativi in materia di sorveglianza, intercettazioni telefoniche e detenzioni preventive. In nome della lotta al terrorismo, i diritti civili furono limitati, concedendo maggiore libertà alle agenzie di sicurezza. Fu inoltre istituito il Department of Homeland Security, un nuovo ministero che unificò 22 agenzie federali di sicurezza, concentrando competenze precedentemente disperse. Questa struttura, caratterizzata da scarsa trasparenza e controllo parlamentare, rese più difficile individuare le responsabilità politiche.

Da questo dipartimento dipende l’Immigration and Customs Enforcement , incaricato di eseguire arresti e deportazioni di massa, con un ruolo ampliato sotto l’amministrazione Trump. La normativa del 2001 autorizzò inoltre l’uso della forza militare con formulazioni generiche, permettendo operazioni internazionali senza nuove delibere del Congresso. Questo quadro ha ampliato i margini d’intervento dell’esecutivo, modificando l’equilibrio dei poteri.

La strategia di Trump nel ricorrere ai poteri d’emergenza per scopi politici

L’esperienza di Donald Trump mostra come gli strumenti creati dopo l’11 settembre siano stati impiegati anche al di fuori della crisi antiterrorismo. Nel 2017 Trump impose il cosiddetto “muslim ban”, vietando l’ingresso negli Stati Uniti a cittadini di Paesi prevalentemente musulmani, motivando la scelta con la sicurezza nazionale e facendo riferimento ai poteri esecutivi rafforzati dopo l’11 settembre. Due anni dopo dichiarò un’emergenza nazionale per finanziare il muro al confine con il Messico, aggirando il Congresso.

Questi episodi evidenziano come il decreto sulle emergenze, consolidato dopo gli attentati, sia stato usato per perseguire obiettivi politici interni, invocando la sicurezza nazionale. Durante il secondo mandato di Trump, l’uso di queste misure si intensificò. Il 20 gennaio, ad esempio, l’amministrazione presentò un ordine esecutivo che limita lo ius soli per i figli di immigrati senza documenti, motivando la decisione con ragioni legate alla sicurezza interna e alla lotta al terrorismo.

La gestione delle informazioni e il ridimensionamento delle agenzie di controllo Nell’era Trump

Nel febbraio 2025 la Casa Bianca impose ulteriori restrizioni, limitando l’accesso dell’Associated Press a luoghi come lo Studio Ovale e l’aereo presidenziale Air Force One. La decisione, giustificata dalla necessità di proteggere dati riservati e prevenire minacce, ha aumentato l’opacità nei confronti della stampa indipendente.

Recentemente, sempre sotto l’amministrazione Trump, il Ministero della Giustizia ha ridotto drasticamente il personale della Public Integrity Section, l’unità incaricata di indagare su casi di corruzione politica. Il numero di avvocati è passato da trenta a cinque, limitando la capacità di perseguire casi rilevanti senza coinvolgere Parlamento o Senato, che non sono stati consultati. Il Brookings Institution ha evidenziato come il Congresso abbia progressivamente rinunciato ai poteri di controllo sull’esecutivo, creando uno spazio che presidenze come quella di Trump hanno sfruttato per estendere le proprie competenze.

Le conseguenze del clima di sorveglianza permanente sulla separazione dei poteri

Il sistema americano nato dopo l’11 settembre ha dato origine a una cultura della sorveglianza e dello stato di emergenza che si è consolidata nel tempo, trasformando strumenti eccezionali in prassi ordinarie. Questa evoluzione ha reso meno efficace la protezione del potere giudiziario e legislativo contro interferenze politiche, indebolendo il principio di separazione tra i rami del governo.

Per Donald Trump, questo contesto ha rappresentato un terreno favorevole per rafforzare la propria autorità. Le misure di sicurezza e i decreti d’emergenza, nati con la guerra al terrorismo, sono stati impiegati come leve politiche ben oltre il loro scopo originario. La complessità istituzionale generata da queste leggi ha creato ambiguità e permesso all’esecutivo di trovare nuove giustificazioni per consolidare il controllo su temi che spaziano dall’immigrazione all’ordine pubblico, fino alla gestione delle informazioni. La recente decisione della Corte Suprema si inserisce in questo quadro di sviluppi legali e politici iniziati venti anni fa.