Bastien, un tempo figura di rilievo nelle arti marziali miste, ha visto tutta la sua vita capovolgersi dopo un incidente fatale avvenuto durante un incontro. Quel giorno, in una gabbia da combattimento, ha involontariamente ucciso Enzo, suo grande antagonista. Ora, a due anni di distanza, vive in solitudine lungo la costa, lontano dai riflettori e dalle luci della ribalta. Il suo isolamento si interrompe quando riceve una visita sorprendente: la vedova di Enzo gli chiede di aiutarla nella ricerca del figlio adolescente, Léo, scomparso nel cuore di Marsiglia.
La scomparsa di léo e il ruolo di bastien nella ricerca
Léo non è un ragazzo qualunque. Erede degli ambienti difficili di Marsiglia, svolge un doppio ruolo: piccolo spacciatore ma anche informatore per Kenza, una poliziotta che ha perso il fratello per mano di una gang locale. Léo ha assistito a un omicidio violento causato da faide tra bande criminali della città. La sua testimonianza lo mette in grave pericolo. La vedova di Enzo spera che Bastien possa partecipare alle ricerche, nonostante il loro passato travagliato. Bastien, lontano dal mondo dello sport e segnato dal rimorso, si trova così coinvolto in una corsa contro il tempo per ritrovare Léo prima che subisca un altro colpo mortale.
Tensioni e alleanze a marsiglia
Nel contesto di Marsiglia, città nota per tensioni tra gruppi criminali, la ricerca si fa complessa. Kenza, con la sua determinazione, cerca di incastrare i responsabili della morte di suo fratello, usando le informazioni raccolte da Léo. La collaborazione tra Bastien e Kenza si definisce come un’alleanza forzata ma necessaria. Per Bastien, questo impegno rappresenta una possibile via per affrontare il passato e tentare una redenzione, mettendosi contro chi ha seminato violenza e paura nei quartieri marsigliesi.
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Un film francese di lotta e violenza, tra cliché e azione intensa
Questo arco narrativo si sviluppa in un film francese recentemente inserito su Netflix, che si concentra sulla crudezza di una lotta tanto fisica quanto morale. La pellicola racconta con pochi fronzoli la divisione netta tra chi cerca di fare giustizia e chi incarna la brutalità delle bande criminali. L’intreccio risulta piuttosto lineare e senza colpi di scena sorprendenti. Si delinea una storia che punta dritto sulle dinamiche tradizionali di lotta tra bene e male, tra vendetta e salvezza. La violenza si fa protagonista, mostrando scene di combattimenti intensi e coreografie di pugni e scontri fisici che catturano l’attenzione.
La presenza imponente di ciryl gane
Il film mette in scena Ciryl Gane, ex campione UFC con una presenza fisica imponente, capace di dominare ogni scena di combattimento. La sua interpretazione è quella di una figura da guerra, apparentemente invincibile e tenace. La durezza della trama si fa sentire, senza spazio per pietà o sfumature. La regia segue un ritmo serrato, mantenendo alta la tensione fino alla resa dei conti. Attraverso angoli di ripresa ben studiati e sequenze d’azione calibrate, il racconto visivo punta a fare immergere lo spettatore in una realtà spietata, fatta di scontri e pericoli imminenti.
Regia dinamica e sceneggiatura semplice tra effetti positivi e limiti narrativi
Nonostante una sceneggiatura priva di grandi sorprese, con alcune coincidenze e semplificazioni nella costruzione dei rapporti tra i personaggi principali, la regia di Antoine Blossier trova soluzioni interessanti per mantenere vivo il racconto. Lo stesso Blossier, autore del soggetto e della sceneggiatura, sceglie inquadrature e movimenti della macchina da presa che trasmettono energia e azione. La scena finale evoca atmosfere di un classico del genere, “Distretto 13 – Le brigate della morte” di John Carpenter, portando un elemento di richiamo significativo per gli appassionati del cinema d’azione.
Limiti nella narrazione ma ritmo sostenuto
Le forzature presenti nella narrazione, dovute a momenti poco credibili o a comportamenti dei personaggi difficili da giustificare, rischiano di abbassare la tensione. Gli intrecci narrativi spesso si appoggiano a cliché consolidati, con temi di vendetta, perdono e tentativi di riconciliazione. Il cammino si muove tra scontri violenti e momenti di riflessione senza però approfondire a fondo la psicologia dei protagonisti. Il risultato è un viaggio segnato più dalla sopravvivenza e dalla resa dei conti che da uno sviluppo complesso di caratteri.
Un racconto di violenza e redenzione con un protagonista dalla fisicità formidabile
La trama porta al centro della scena un uomo che ha conosciuto il successo e ora si misura con una vita segnata dal rimorso e dall’isolamento. Bastien deve affrontare nuove battaglie per salvare Léo, vittima di un ambiente criminale difficile e violento. La collaborazione con Kenza rappresenta il nodo cruciale della storia. La poliziotta disperata e decisa incarna la ricerca di giustizia in una città che sembra lasciar spazio solo alla brutalità.
Un’impronta di azione pura e diretta
L’approccio del film, diretto e senza compromessi, privilegia le sequenze d’azione e i momenti di scontro fisico piuttosto che una narrazione complessa o personaggi sfumati. Ciryl Gane, atleta dalle dimensioni impressionanti, interpreta Bastien con un fisico e una presenza che si adattano naturalmente al ruolo. La pellicola mostra ciò che intende offrire, un’escalation di contrasti e violenza dove la sopravvivenza si fa misura del carattere, senza abbellimenti o deviazioni inutili.