Tyler Robinson, il sospettato dell’attacco a Charlie Kirk tra videogiochi, meme e isolamento

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Tyler Robinson, sospettato nell’attacco a Charlie Kirk, tra isolamento e cultura online. - Gaeta.it

Laura Rossi

13 Settembre 2025

Tyler Robinson, 22 anni, originario dello Utah, è al centro dell’inchiesta sull’attentato contro l’attivista conservatore Charlie Kirk. Gli investigatori stanno cercando di mettere insieme i pezzi della sua vita e capire cosa lo abbia spinto a un gesto così violento. Un episodio che si inserisce in una serie di attacchi simili a figure politiche negli Stati Uniti. Il ritratto di Robinson, tracciato dalla Cnn, è quello di un ragazzo introverso, legato al mondo digitale e con pochi rapporti sociali.

Un percorso scolastico interrotto e una famiglia legata alla natura

Robinson viene da un sobborgo dello Utah. A scuola andava abbastanza bene da ottenere una borsa di studio quadriennale per la Utah State University. Ma dopo un semestre si è preso una pausa dagli studi, e non è più tornato. Quella pausa resta un punto oscuro della sua vita, su cui le autorità stanno indagando per capire cosa sia successo.

La sua famiglia, dalle foto sui social, sembra molto legata all’ambiente e alle attività all’aperto. Ci sono immagini di viaggi e momenti passati immersi nella natura. In alcune, Tyler e i suoi fratelli tengono in mano delle armi, un dettaglio che può aiutare a capire qualcosa della sua personalità e del contesto in cui è cresciuto. Chi lo conosceva parla anche di un sostegno politico a Donald Trump, un orientamento condiviso in famiglia.

Bossoli con messaggi da meme e riferimenti ai videogiochi

Un elemento che ha colpito gli investigatori sono le incisioni sui bossoli dell’arma usata nell’attacco. Sui proiettili ci sono slogan presi da meme e riferimenti a videogiochi, come “Bella ciao” e “prendi, fascista”, che sembrano messaggi provocatori o ironici. “Bella ciao” non è solo una frase isolata: viene ripresa in giochi come Far Cry 2 e in una recente serie Netflix, mostrando un mix tra cultura pop e ideologia.

Tra i videogiochi citati c’è anche Helldivers 2, noto per il suo gameplay intenso. Questi dettagli suggeriscono che dietro all’attentato non ci fosse solo una motivazione politica, come si pensava all’inizio, ma qualcosa di più complesso. Un intreccio fra ossessione per la cultura digitale, i meme e l’ideologia. Segnali che stanno guidando le indagini e aiutano a costruire un quadro più sfumato della vicenda.

Chi è Tyler Robinson: un ragazzo silenzioso e isolato

Chi lo conosceva lo descrive come un ragazzo molto riservato, poco propenso a parlare. Al liceo mostrava simpatie per Trump, come la sua famiglia, ma non sembra si sia mai impegnato politicamente in modo formale: non risultano iscrizioni a partiti o partecipazioni a eventi elettorali.

La sua vita online era il suo rifugio. Qui si perdeva tra meme, discussioni politiche e videogiochi, un mondo che lo teneva lontano dai rapporti diretti con le persone. Questo mix, confermato da social e testimonianze, dipinge il ritratto di un ragazzo introverso in cerca di un senso di appartenenza lontano dal confronto quotidiano.

Le dinamiche sociali e personali di Robinson sembrano essere la chiave per capire come è arrivato a compiere un gesto così estremo. Le autorità continuano a indagare su questo percorso, cercando di capire come isolamento, passioni digitali e ambiente familiare abbiano potuto spingerlo a un atto violento contro una figura politica così esposta.

Le prossime fasi dell’inchiesta si concentreranno proprio su questo intreccio, per chiarire le motivazioni e ricostruire tutti i passaggi che hanno portato all’attentato.