Turismo di lusso in montagna: un paradosso di esclusione e disuguaglianza economica

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Il fenomeno del turismo di lusso in montagna si sta affermando come una realtà complessa, in grado di alimentare disuguaglianze sociali considerevoli. Mentre da un lato si assiste a un aumento della domanda di esperienze esclusive, dall’altro alcuni territori rischiano di diventare riservati esclusivamente a una ristretta élite. Questo articolo esplorerà le dinamiche del turismo montano e le conseguenze sulla vita delle comunità locali, attingendo da dati e analisi recenti, tra cui il dossier NeveDiversa 2025 di Legambiente.

Il divario tra turismo di massa e offerta esclusiva

Negli ultimi anni, le aree montane sono state oggetto di un forte incremento di flussi turistici, specialmente in termini di turismo di massa. Tuttavia, un altro fenomeno preoccupante è quello della disponibilità di un’offerta turistica di alta gamma, prevalentemente accessibile solo a coloro che possono permettersi prezzi elevati. Comprensori sciistici e località turistiche con strutture di lusso attirano visitatori facoltosi, trasformando le montagne in spazi di esclusione.

Secondo l’analisi riportata nel dossier di Legambiente, molte località montane vedono i loro versanti occupati da impianti e strutture turistiche che pongono barriere economiche all’accesso. La notizia recente di un incremento dei costi dei biglietti per gli impianti di risalita, con un aumento medio del 4,1% per i biglietti giornalieri, rappresenta solo la punta dell’iceberg. Famiglie che desiderano avventurarsi in una settimana bianca possono trovarsi a spendere cifre che superano i 3.700 euro, comprensive di accesso agli impianti e servizi ricettivi.

Questo quadro economico solleva interrogativi sulla reale accessibilità delle montagne per la maggior parte delle persone. L’idea che i nuovi impianti di risalita possano democratizzare l’accesso alla montagna è messa in discussione da una realtà in cui le risorse sono riservate a chi dispone di elevati mezzi economici.

L’influenza del turismo di lusso sulla vita locale

Il turismo di lusso in montagna promette posti di lavoro e opportunità economiche, ma porta con sé anche precarietà sociale. L’aumento dei prezzi non colpisce solo le strutture sciistiche, ma genera un effetto a catena che si ripercuote su tutte le attività economiche locali. L’alto costo della vita può rendere difficile la permanenza dei residenti che non possono affrontare canoni d’affitto o prezzi immobiliari esorbitanti.

Prendendo Cortina d’Ampezzo come esempio, i dati mostrano che molti giovani e famiglie sono costretti a lasciare la località a causa della scarsità di alloggi accessibili. Il costo medio al metro quadro sfiora i 15.000 euro, una cifra che di fatto esclude i residenti dalle dinamiche del mercato immobiliare. La crescente domanda di seconde case, spesso di proprietà di facoltosi, contribuisce a creare una separazione netta tra turisti e abitanti, generando un senso di estraneità tra chi ha sempre vissuto in questi luoghi e chi vi giunge solo in vacanza.

Come chiarisce l’analisi di esperti locali, Cortina sta assumendo un’identità di “scuola di gentrificazione”, dove a fronte di un’offerta abitativa ristretta, molti residenti si sentono sempre più isolati nella loro stessa terra.

L’importanza di politiche sociali e turistiche inclusive

Le sfide che il turismo montano presenta richiedono un approccio equilibrato che consideri non solo il potenziale economico, ma anche le ripercussioni sociali. Politiche di accessibilità e sostenibilità devono diventare parte integrante della pianificazione turistica. Ogni territorio montano deve ripensare il proprio modello di sviluppo, cercando di mediare tra gli interessi turistici e la necessità di preservare la vita delle comunità locali.

Le politiche turistiche, pertanto, non possono limitarsi a misure volte a massimizzare i profitti, ma devono includere meccanismi che garantiscano un’inclusione autentica per tutti i visitatori. Affrontare il problema dello spopolamento e della disuguaglianza dovrebbe essere una priorità per le amministrazioni locali, onde evitare che la bellezza delle montagne diventi un’illusione accessibile solo a pochi fortunati.

Un futuro in cui le montagne possano essere un ambiente di benessere condiviso è possibile, ma richiede un impegno collettivo per definire modelli di sviluppo che beneficino tutti, garantendo così un accesso equo a queste risorse naturali.

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Autore

Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.