Tommy Kuti ha lanciato il singolo “Cittadino del mondo“, una fusione di rap e afrobeats che racconta un’identità molteplice e le radici condivise. La canzone attraversa paesaggi diversi, dalla savana Masai alle strade di Milano e New York fino a Dubai, e anticipa l’uscita del nuovo EP “Community“. Questa produzione musicale si propone di dare voce a chi vive fra culture diverse, esaltando il valore della diversità e della libertà.
L’origine di “cittadino del mondo”: un racconto di identità e viaggi
Tommy Kuti spiega che “Cittadino del mondo” nasce da un viaggio interiore, legato alle continue domande sull’origine e l’appartenenza. Nato in Nigeria e cresciuto tra la pianura padana, l’Inghilterra e gli Stati Uniti, ha raccolto esperienze e radici sparse in più paesi. In un’epoca in cui l’identità assume molte sfaccettature, il brano racconta quel senso di appartenenza che va oltre i confini geografici.
L’artista ha pensato questa canzone anche per tutti coloro che hanno un’identità multipla, fatta di memorie e sogni mescolati. La musica diventa quindi uno strumento per esprimere una visione del mondo inclusiva. Attraverso “Cittadino del mondo“, Tommy Kuti dice quello che molte persone con background simili vivono nel quotidiano: “un’identità che non si può semplicemente racchiudere in una definizione unica.”
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Il testo include immagini vivide, da Brescia fino ai paesaggi lunari del deserto e della savana, situazioni metaforiche ma anche concrete, che evidenziano la varietà di luoghi e culture attraversati dall’artista. Un viaggio che è anche una riflessione sulle proprie origini e sull’interconnessione globale.
Pechino express e le prove di uno spirito acquisito tra sfide e amicizie
Tommy Kuti ricorda con intensità la sua esperienza a Pechino Express, un’avventura che ha messo a dura prova fisico e mente. Ogni puntata mostrata in tv corrispondeva a cinque giorni di prove reali. Gli ostacoli più duri non erano solo quelli fisici, come la lunga salita sotto il sole in Tanzania, ma quelle tensioni psicologiche legate alla competizione serrata.
L’artista descrive la fatica e la paura di non farcela, ma anche il modo in cui quell’esperienza lo ha aiutato ad affrontare i momenti difficili nella vita quotidiana. La finalissima raggiunta insieme al compagno Fabrizio Colica ha trasformato una semplice avventura televisiva in una solida amicizia, oggi cementata anche da collaborazioni artistiche.
La gara ha spiegato molto dell’istinto umano e delle dinamiche di collaborazione e confronto, elementi che influenzano anche il suo lavoro artistico. La partecipazione a un programma così noto ha confermato il suo ruolo di figura pubblica, portando contenuti legati alla propria identità in un contesto molto seguito.
L’afroitaliano oggi: tra difficoltà sociali e nuovi spazi di rappresentazione
Tommy Kuti evidenzia come in Italia la voce di chi ha un’identità complessa fatichi ancora a farsi sentire. Molto spesso si imbatte in pregiudizi e commenti carichi di razzismo, che mostrano quanto certi stereotipi resistano. Questi episodi mettono in luce la lentezza di una parte della società nell’accettare la realtà di una nazione più mista e multiculturale.
L’artista sottolinea poi come il termine “afroitaliano” abbia guadagnato visibilità negli ultimi anni. Dal 2017, quando uscì la sua canzone intitolata proprio “Afroitaliano“, oggi si contano milioni di post sui social che usano questa definizione. Il termine è stato anche inserito nel dizionario Zanichelli, a testimonianza di come un concetto nato dal basso sia diventato parte del discorso pubblico.
Nonostante il cambiamento, resta aperta la necessità di ampliare ulteriormente lo spazio per queste rappresentazioni in ambito culturale e mediatico. Il suo lavoro ha contribuito a rompere barriere in passato, servendo da apripista per la nuova generazione di artisti con radici miste.
“community”, il nuovo ep che racconta il mondo degli afroitaliani a milano
Il singolo “Cittadino del mondo” anticipa l’EP “Community“, in uscita a luglio, in cui Tommy Kuti documenta le esperienze di un gruppo di persone che condividono una cultura ibrida. La musica di “Community” si concentra su un racconto personale ma anche collettivo, rappresentando una bolla creativa nata tra Milano e dintorni.
L’EP dà spazio a storie di artisti afroitaliani e di differenti background culturali, senza ricorrere a ospiti esterni complessi. È una narrazione diretta, che mira a far emergere voci spesso invisibili nel panorama musicale italiano. Attraverso questa raccolta, emerge una nuova Italia che si riconosce nella diversità e nell’interazione.
Tommy descrive un contesto ricco di creativi e talenti, che hanno trovato nella musica il modo per esprimersi e definire le proprie radici. L’EP prova a documentare questa realtà, cercando di legare racconti, emozioni e suoni in un quadro coerente e accessibile a un vasto pubblico.
Collaborazioni internazionali e italiane: tra davide shorty, fabri fibra e nuovi progetti
La collaborazione con Davide Shorty nasce a Londra, città dove i due hanno coltivato idee simili legate al concetto di “cittadinanza globale”. Entrambi sanno muoversi tra lingue e culture diverse e si trovano a proprio agio nel rap in inglese e italiano. Tommy valorizza il rispetto con cui Davide tratta le radici della musica black, un aspetto ancora raro.
Nel suo percorso Tommy ha avuto anche il supporto di Fabri Fibra, che gli ha dato una chance nel mondo musicale. Fibra ha ricoperto per lui un ruolo da mentore, offrendo ascolto e consigli concreti su come orientarsi nel business discografico. Questa relazione di fiducia ha permesso a Tommy di crescere e affermarsi.
L’artista guarda anche oltre con ambizione, desiderando future collaborazioni con star internazionali dell’afrobeats come Burna Boy, Wizkid e Davido. In Italia, invece, apprezza l’artista Sayf, che ritiene un talento emergente.
L’importanza dell’afrobeats in italia e il progetto afro wave
Tommy Kuti segnala come l’Italia sia in ritardo rispetto al resto del mondo nell’accoglienza dell’afrobeats, un genere ormai molto diffuso e amato a livello globale. In paesi come il Giappone e la Corea, ascoltare e produrre afrobeats è sempre più comune, mentre nel nostro paese manca ancora una visibilità adeguata.
Per questo ha ideato Afro Wave, un format che punta a far conoscere il genere e la cultura associata, inclusi piatti tipici africani e artisti emergenti. L’iniziativa favorisce piccoli live e momenti di incontro per dare spazio a chi spesso rimane nascosto. È un modo per educare il pubblico italiano e offrire piattaforme dove la musica afrobeats possa crescere.
Afro Wave si propone quindi come un’esperienza culturale e musicale, destinata a smuovere la scena nazionale e a portare in luce talenti che vogliono esprimere la propria identità in modo autentico e diretto.
Tommy kuti tra arte, narrazione e ambizioni future
Tommy si definisce un narratore; attraverso la scrittura di canzoni, la recitazione e la collaborazione con registi, tenta di raccontare la realtà di chi ha radici sparse nel mondo. Non vuole solo interpretare ruoli, ma creare dialoghi veri con chi dirige i progetti a cui partecipa.
Dice che spesso dimentica la fama e si sorprende quando le persone lo riconoscono, ma ciò che più lo gratifica sono le parole di ringraziamento ricevute da giovani che si identificano in lui. Ha aperto la strada a una nuova generazione di afroitaliani in musica e social, una comunità che cresce in visibilità e forza.
Come sogno futuro ha la voglia di portare la sua esperienza anche nel cinema, con prodotti che mostrino una realtà lontana dai cliché. Spera che, con il tempo, le storie delle persone come lui trovino spazio in film e serie tv senza stereotipi.
Rivede se stesso come una figura in grado di aiutare altri artisti: impegna energie nel ruolo di coach o mentor, non solo come giudice televisivo, ma come sostegno concreto per chi vuole emergere.
Con un invito finale a chi si sente fuori posto, spinge a cercare la propria community: “un luogo dove trovare ascolto e appartenenza, come lui stesso ha fatto con la musica e la cultura che racconta in ‘Cittadino del mondo’.”