Durante il fine settimana, le Guardie Ittiche FIPSAS, affiancate dai volontari della FISNA, hanno eseguito una serie di controlli ambientali e ittici lungo il Canale Portatore, rilevando nuove criticità ambientali e violazioni alla normativa sulla pesca sportiva. Tra i rilievi effettuati, spicca la presenza diffusa di rifiuti: materiali plastici, residui da officine nautiche, gommoni abbandonati, attrezzature varie disseminate lungo le sponde del corso d’acqua, in una zona già soggetta a pressioni ambientali.
L’accumulo di questi materiali rappresenta una minaccia diretta per l’ecosistema fluviale, con il rischio di inquinamento delle acque e danni irreversibili alla biodiversità acquatica. In parallelo, le pattuglie hanno vigilato sul rispetto del divieto di pesca alla carpa, in vigore dal 15 maggio al 30 giugno, periodo riproduttivo cruciale per la sopravvivenza della specie.
Multe per 800 euro e una denuncia: controlli serrati contro la pesca illegale
Nel corso dei controlli tra sabato e domenica, sono stati identificati 20 pescatori sportivi. Di questi, 6 sono stati sanzionati per violazioni delle normative vigenti, con multe per un totale di 800 euro. In un caso, gli agenti hanno trovato un pescatore con carpe vive all’interno della nassa: è scattata una denuncia a piede libero, come previsto dalla legge per la pesca in periodo di divieto.
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L’attività di controllo si inserisce in un piano più ampio delle federazioni di tutela ambientale per proteggere le specie vulnerabili, come la carpa, durante i periodi di riproduzione. «È fondamentale che tutti rispettino le regole – spiegano i coordinatori delle guardie FIPSAS – per evitare danni irreparabili all’ecosistema e garantire un futuro alla pesca sportiva sostenibile».
Viene ricordato a tutti i pescatori che la pesca alla carpa è vietata fino al 30 giugno su tutto il territorio interessato. Le attività di vigilanza continueranno anche nei prossimi fine settimana, con presidi fissi e controlli itineranti lungo le principali aree fluviali e lacustri. Il messaggio è chiaro: la tutela dell’ambiente acquatico è una responsabilità collettiva e ogni comportamento scorretto ricade sull’intero equilibrio dell’habitat.