Tre educatrici di Polesella, in provincia di Rovigo, sono state sospese per un anno a seguito di accuse di maltrattamenti ripetuti nei confronti di bambini. Il Tribunale del Riesame di Venezia ha respinto gli appelli presentati dalle insegnanti, confermando la misura cautelare che impedisce loro di svolgere attività nel pubblico servizio educativo. Le indagini sono nate da una denuncia e si sono avvalse di intercettazioni ambientali per raccogliere elementi probatori.
Il tribunale del Riesame conferma la sospensione delle educatrici per maltrattamenti
L’11 luglio scorso le tre donne, di 61, 58 e 44 anni, erano state sospese dall’esercizio della loro professione in seguito a un’ordinanza emessa dalle autorità competenti. Hanno presentato appello contro questa decisione, ma il Tribunale del Riesame di Venezia ha rigettato le loro richieste, mantenendo la sospensione cautelare di un anno. L’ordinanza si basa sulle accuse di maltrattamenti aggravati continuati in concorso, cioè per aver agito più volte insieme in modo illecito.
La decisione del tribunale riflette la gravità delle accuse e la fondatezza degli elementi raccolti dagli investigatori, ritenuti sufficienti a giustificare la misura cautelare. La sospensione riguarda il pubblico servizio educativo, con divieto di continuare a lavorare come insegnanti nella scuola dell’infanzia.
Le indagini sono partite da una denuncia e hanno raccolto prove con intercettazioni ambientali
Le indagini sono state avviate dopo una segnalazione di un genitore preoccupato per il trattamento riservato ai figli nella scuola di Polesella. I carabinieri, coordinati dalla procura di Rovigo, hanno condotto le verifiche. Per documentare i presunti maltrattamenti, gli investigatori hanno utilizzato intercettazioni ambientali che hanno permesso di monitorare il comportamento delle insegnanti durante le attività con i bambini.
Le intercettazioni hanno contribuito a ricostruire il comportamento delle educatrici, evidenziando episodi di privazioni, minacce e punizioni ingiustificate inflitte ai minori. La quantità di registrazioni ha portato la procura a consegnare agli avvocati difensori tutto il materiale raccolto, anche se l’iter delle indagini non si è ancora concluso con un provvedimento di chiusura.
Accuse di privazioni, minacce e punizioni ingiustificate nei confronti dei bambini
Dalle indagini emerge che le insegnanti non avrebbero svolto correttamente il loro ruolo. Le accuse riguardano maltrattamenti aggravati e continuati in concorso, indicando che le azioni scorrette sono state ripetute nel tempo e compiute insieme dalle tre educatrici.
I bambini sarebbero stati sottoposti a privazioni di base, minacce non giustificate e punizioni sproporzionate rispetto ai comportamenti. Questi interventi sarebbero avvenuti senza motivazioni valide, compromettendo il normale percorso educativo e il benessere dei minori coinvolti.
La vicenda ha suscitato attenzione e ha dato avvio a un procedimento giudiziario volto a chiarire quanto accaduto nella scuola dell’infanzia di Polesella.
La procura di Rovigo coordina le indagini in attesa di sviluppi
La procura di Rovigo, che coordina le indagini, segue gli sviluppi e assicura il corretto svolgimento delle procedure. Dopo aver raccolto tutte le intercettazioni ambientali autorizzate, le ha consegnate ai difensori delle insegnanti per consentire loro di esaminare il materiale.
Non è stato ancora emesso un provvedimento di chiusura delle indagini, quindi la fase di accertamento è ancora aperta e la vicenda potrebbe evolvere. Gli inquirenti continuano a valutare gli elementi raccolti, mentre il pubblico ministero prepara eventuali ulteriori azioni.
Il caso resta al centro dell’attenzione locale, con la sospensione delle insegnanti che rappresenta un primo intervento a tutela dei bambini e della comunità scolastica di Polesella.