Nel deserto nord-occidentale dell’arabia saudita, un team di archeologi ha riportato alla luce un sistema di mura risalente a circa 4.000 anni fa. Questi ritrovamenti, parte di un complesso di oasi fortificate, rivelano particolari sulla vita e l’organizzazione delle comunità dell’età del bronzo nella penisola arabica. La scoperta, frutto anche dell’uso di tecnologie satellitari moderne, apre nuove prospettive sulle società antiche di questa regione poco esplorata.
Il complesso dell’oasi murata: un sistema antico di difesa e controllo
Le mura scoperte, battute dagli archeologi come il “complesso dell’oasi murata”, formano una struttura che racchiudeva abitazioni, fonti d’acqua, campi coltivati e spazi per il bestiame. L’area interessata si trova nel deserto nord-occidentale e le strutture sono datate tra il 2250 e il 1950 a.C., periodo corrispondente all’età del bronzo. Queste murature non si limitavano a svolgere un ruolo di difesa ma assumevano anche un significato sociale. Erano simboli del potere delle élite locali e necessari alla gestione collettiva del territorio.
Organizzazione e ruolo sociale delle mura
La costruzione di mura così estese richiedeva un lavoro coordinato, che coinvolgeva tutta la comunità per realizzare e mantenere la barriera. Oltre alla funzione protettiva, queste strutture segnalavano il controllo sulle risorse naturali e rappresentavano nuclei di potere importanti, dove si concentravano attività agricole, pastorali e domestiche. Lo sforzo organizzativo per edificare queste fortificazioni indica forme di governo e società più complesse di quanto si pensasse finora.
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Nuove metodologie per scoprire siti fortificati dell’età del bronzo
In passato, alcune oasi murate erano già note, come a Tayma e Qurayyah. Tuttavia, l’applicazione di immagini satellitari, con l’uso di piattaforme come Bing e Google Earth, ha ampliato la mappa dei siti identificati. Sono stati individuati nuovi luoghi, tra cui Dumat al-Jandal, Hait, Huwayyit e Khaybar, tutti caratterizzati da tracce di murature antiche. Questi siti hanno poi conferme sul campo, con scavi e rilievi che hanno evidenziato le strutture difensive.
Esempi di strutture fortificate
Khaybar è risultato particolarmente interessante, con muri risalenti a circa il 2000 a.C. che si accompagnano a reperti come ceramiche e altre costruzioni simili a quelle viste in zone vicine. Alcune mura raggiungono dimensioni notevoli. Ad esempio, la fortificazione di Shayb Suways si estende per circa otto chilometri, un dato che riflette un progetto imponente di protezione territoriale. Al-Tibq presenta mura larghe circa due metri e lunghe due chilometri, mentre a Dumat al-Jandal fotografie aeree degli anni ’60 hanno permesso di scorgere un muro in mattoni di fango lungo due chilometri, segno della continua presenza di strutture difensive.
Continuità e diffusione del modello delle oasi murate nel tempo
Gli archeologi ritengono che il modello delle oasi fortificate sia nato all’inizio del III millennio a.C., diffondendosi gradualmente in tutta l’area nord-occidentale della penisola arabica. Questo sistema di difesa e controllo ha segnato la vita di molte comunità per secoli. Anche in epoche successive, come nel III secolo a.C. con il sito di Thaj nell’Arabia orientale, si osserva la presenza di fortificazioni. I villaggi murati continuarono a essere costruiti fino al XIX e XX secolo, dimostrando una tradizione persistente e radicata.
Significato politico e sociale delle mura
Queste mura non erano semplici barriere contro attacchi esterni, ma strumenti di governo, con autorità centrali che ne curavano la costruzione e il mantenimento. Difendevano regni carovanieri e insediamenti da incursioni tribali, proteggendo chi viveva e lavorava nelle oasi. In molti casi, i muri venivano restaurati più volte e usati per lunghi periodi, integrandosi nel tessuto sociale dei territori desertici.
I ritrovamenti e cosa rivelano sul passato delle comunità del deserto
Le scoperte sul campo e i dati raccolti finora illustrano una realtà antica fatta di società organizzate e capaci di adattarsi a condizioni estreme. Le mura dell’età del bronzo confermano la presenza di gruppi umani che sapevano amministrare le risorse, costruire infrastrutture complesse e protegerle nel tempo. Le tecniche costruttive restano in parte da chiarire, soprattutto per la datazione precisa e i materiali impiegati, ma ogni reperto aggiunge un tassello al mosaico del passato.
Gli studi proseguiranno per comprendere meglio le dinamiche politiche di queste società e il rapporto con l’ambiente desertico. Il deserto dell’arabia è meno vuoto di quanto sembri e custodisce tracce di civiltà che, 4.000 anni fa, hanno edificato un sistema di oasi fortificate destinato a durare secoli. Questo tipo di indagine contribuisce a valutare la complessità di culture antiche, mostrando come l’uomo abbia plasmato il territorio anche nelle condizioni più ostili, proteggendo risorse vitali come l’acqua e la terra coltivabile.