I dipendenti dei Laboratori Ansaldo alla Scala hanno indetto uno sciopero proprio durante “La Cenerentola” di Rossini. La protesta punta a denunciare i problemi di salari troppo bassi e la carenza di personale, questioni che pesano su chi lavora dietro le quinte del Teatro alla Scala di Milano.
Sciopero alla prima di La Cenerentola: stop dei tecnici dietro le quinte
Domani va in scena una delle serate più attese della stagione milanese: “La Cenerentola” di Gioachino Rossini, con i Solisti e l’Orchestra dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici della Scala. Proprio in quel giorno, i lavoratori dei Laboratori Ansaldo iscritti alla Cub hanno deciso di incrociare le braccia. A fermarsi è il personale tecnico e logistico che lavora dietro le quinte del teatro.
Con questa azione vogliono mettere sotto i riflettori problemi vecchi, ma ancora irrisolti, che riguardano le loro condizioni di lavoro. La protesta arriva in un momento delicato, dato l’alto numero di spettatori e il peso della produzione artistica. Lo sciopero potrebbe creare qualche difficoltà nell’organizzazione delle prove e degli spettacoli, anche se al momento non sono stati annunciati disagi specifici. La scelta di scioperare proprio alla prima è pensata per dare più visibilità alle loro richieste.
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Le richieste: più personale e salari più giusti
Nel comunicato diffuso dalla Cub Scala, i lavoratori spiegano chiaramente cosa chiedono. Prima di tutto, un aumento del personale. Serve più gente per favorire il ricambio generazionale e per evitare ritmi di lavoro troppo pesanti. La carenza di organico rende difficile coprire tutti i turni senza sovraccarichi, con effetti negativi sia sull’organizzazione sia sulla salute dei dipendenti.
Altro nodo è il salario, giudicato troppo basso rispetto al costo della vita. Rispetto ad altre realtà fuori dal teatro, la paga non è competitiva, soprattutto considerando la professionalità richiesta al personale tecnico. Chiedono aumenti che riconoscano davvero il valore del loro lavoro.
Infine, sottolineano l’urgenza di corsi di formazione per aggiornarsi. Le mansioni e le tecnologie nei laboratori stanno cambiando, e investire nella formazione è fondamentale per mantenere alti gli standard e sostenere i lavoratori.
Dialogo fermo, nessuna risposta concreta dall’azienda
La Cub fa sapere che queste richieste non sono una novità. Sono state già portate all’attenzione dell’azienda in diversi incontri pubblici, tra cui una riunione in Sala Gialla, il luogo dove spesso si tengono trattative sindacali alla Scala. I rappresentanti dei lavoratori hanno ripetuto più volte i problemi, ma senza ottenere risposte concrete o proposte serie.
Il silenzio dell’azienda ha spinto i dipendenti a scegliere lo sciopero proprio alla vigilia della prima. Questo ha aumentato la frustrazione e segnala un clima di tensione che potrebbe durare se non si apre un vero confronto.
La mobilitazione vuole anche essere un segnale forte alla direzione del teatro: serve più dialogo e soluzioni che garantiscano condizioni di lavoro dignitose e stabilità per il futuro del personale tecnico.
Questa protesta è un momento importante per ridefinire il rapporto tra chi lavora dietro le quinte e chi gestisce uno dei teatri più importanti d’Italia, per uscire da una situazione di stallo che rischia di pesare sulla qualità degli spettacoli e sul benessere dei lavoratori.