Torna sotto i riflettori la vicenda legata al rifacimento dello stadio San Siro a Milano. Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha sollevato forti dubbi sul modo in cui è stato gestito il progetto, puntando il dito contro ritardi, poca chiarezza e investimenti finora vani. Le sue parole arrivano in un momento complicato, con cantieri fermi e inchieste che tengono sotto pressione il settore edilizio.
“Cinque anni persi e un miliardo buttato”, l’attacco di Salvini su San Siro
Salvini non ha usato mezzi termini: “Cinque anni sprecati e un miliardo di investimenti senza risultati”. Intervenuto a Telenord, ha sottolineato come, con indagini in corso e cantieri bloccati, sia impossibile sostenere un progetto senza trasparenza. Per lui, senza chiarezza, non si può nemmeno votare con consapevolezza su scelte così importanti. Ecco perché ha chiesto prudenza, evidenziando la necessità di maggiore controllo.
L’ex ministro dell’Interno ha poi inquadrato il caso San Siro all’interno di un quadro più ampio, fatto di problemi legali e ritardi burocratici che frenano qualsiasi intervento urbano. Mancano risposte chiare su dove siano finiti i soldi e se davvero si possa andare avanti rispettando tempi e promesse.
San Siro non è solo calcio: “Serve un progetto che aiuti anche le periferie”
Salvini ha ricordato che il rifacimento dello stadio non doveva essere solo una questione sportiva. Il progetto, com’era stato pensato, puntava anche a interventi sociali nelle periferie di Milano. Per lui, il nuovo impianto non deve essere solo uno stadio, ma un’occasione concreta per rinnovare quartieri e rilanciare parti della città.
Il legame tra lo stadio e la rigenerazione urbana è stato uno dei punti chiave del suo discorso. Salvini ha messo in luce quanto un’opera del genere possa cambiare la vita delle comunità coinvolte, esprimendo delusione per come, finora, tutto ciò sia rimasto solo sulla carta.
Milano ha bisogno di uno stadio moderno, ma con regole chiare
Per il vicepremier, Milano deve avere uno stadio all’altezza, moderno e funzionale, che risponda davvero alle esigenze di sport e pubblico. Il vecchio San Siro, pur storico e amato, va sostituito o rinnovato profondamente. Ma questo non può avvenire senza trasparenza e rispetto delle regole, soprattutto in un momento in cui il settore delle costruzioni è sotto i riflettori per sospetti e blocchi.
Salvini ha lanciato un appello chiaro: “niente decisioni affrettate, niente voti senza sapere esattamente come saranno spesi i soldi pubblici e privati”. In un momento in cui il controllo sulle opere pubbliche è fondamentale, rispettare le procedure è l’unico modo per mantenere la fiducia dei cittadini su un progetto così importante per la città.
Il suo intervento mette in luce i problemi da risolvere prima di pensare a un via libera definitivo. Le parole di Salvini confermano che la questione San Siro resta aperta e delicata per Milano.