Ritrovato dopo 7 anni il pappagallo cenerino scappato nel 2018 torna a casa a Monza

Ritrovato dopo 7 anni il pappagallo cenerino scappato nel 2018 torna a casa a Monza

un pappagallo cenerino scomparso nel 2018 a monza è stato ritrovato e restituito al proprietario sergio grazie all’intervento di enpa e carabinieri dopo sette anni di fuga
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Un pappagallo cenerino, fuggito nel 2018 dalla provincia di Monza, è stato ritrovato e restituito al proprietario dopo sette anni grazie all’intervento di volontari, forze dell’ordine e all’identificazione tramite anello di marcaggio. - Gaeta.it

Un pappagallo cenerino, esemplare raro e tutelato, è stato recuperato dopo sette anni dalla sua fuga nella provincia di Monza. L’animale era scomparso nel 2018 dalla casa del suo proprietario Sergio, che lo aveva adottato nel 2005. Il ritrovamento è avvenuto nel marzo 2025 grazie all’intervento dei volontari Enpa e delle forze dell’ordine, che sono riusciti a ricostruire tutta la vicenda partendo dal codice identificativo dell’uccello.

Il ritrovamento del pappagallo a coda rossa nella provincia di monza

Fine marzo 2025, un privato contatta i volontari dell’Enpa in provincia di Monza segnalando di aver trovato un pappagallo a coda rossa. Un esemplare esotico, fuori dall’avifauna locale, in condizioni difficili per affrontare il clima della zona, specie in inverno. L’associazione di protezione animali ha preso in custodia l’animale per assicurarsi delle sue condizioni di salute. A quel punto, è scattato il coinvolgimento delle forze dell’ordine: i carabinieri del nucleo forestale di Milano sono stati informati del ritrovamento.

La segnalazione ha aperto l’indagine necessaria per identificare il pappagallo, che non poteva certo sopravvivere a lungo in condizioni così estreme senza un aiuto esterno. Il primo passo è stato esaminare l’anello di marcaggio legato all’animale, obbligatorio per tutte le specie protette e inserito alla nascita dall’allevatore. Da questo dettaglio è partita la ricostruzione della storia di Gino, nome con cui è stato riconosciuto l’esemplare.

L’identificazione grazie all’anello di marcaggio e la documentazione cites

L’anello attaccato alla zampa del pappagallo ha permesso ai carabinieri del nucleo Cites di risalire al suo allevamento di origine, situato a Milano e attivo almeno dal 2004. In quell’anno Gino era nato. Il contatto con l’allevatore ha rivelato documenti di registrazione molto precisi, obbligatori per legge per questo tipo di specie. La vendita e la nascita degli animali protetti vengono registrate su appositi registri gestiti e conservati per decenni.

Esaminando i registri, gli agenti hanno trovato la traccia di un acquisto risalente al 2005: un uomo di nome Sergio, residente sul territorio brianzolo. La documentazione ha confermato che Sergio aveva comprato il pulcino e lo aveva tenuto come animale da compagnia. Questa fase è stata decisiva per mettere in moto il contesto del ritrovamento e organizzare i passaggi successivi verso la restituzione dell’animale.

La storia di gino, dal 2005 alla fuga nel 2018

Sergio ha raccontato ai carabinieri di aver convissuto con Gino per 13 anni. Nel 2018, però, il pappagallo cenerino è riuscito a fuggire dall’appartamento. Sergio aveva denunciato lo smarrimento alle autorità ma non aveva ottenuto alcuna notizia per tutto quel tempo. La speranza di rivedere l’animale si era affievolita, anche perché questa specie non è comune e le possibilità di sopravvivenza in ambiente urbano sono ridotte.

La fuga era avvenuta quasi come un mistero e persino le ricerche sul territorio non avevano portato risultati concreti. Gino è riuscito a vivere fuori dal suo ambiente domestico per anni, un fatto che ha sorpreso gli esperti. Il clima di Monza, con inverni rigidi, non sarebbe stato favorevole alla specie, che di solito preferisce zone tropicali o comunque più miti rispetto alla Lombardia.

La riunione a distanza di anni e il salvataggio dell’animale

Quando Gino è stato scoperto da un passante e affidato all’Enpa, è partita una serie di controlli sul suo stato di salute e la verifica della documentazione. Solo dopo aver accertato che si trattava di un esemplare protetto e registrato, si è deciso di contattare Sergio. La notizia del ritrovamento è stata accolta con grande stupore dal proprietario.

Gli operatori hanno ipotizzato che Gino abbia potuto contare su qualcuno che si sia preso cura di lui durante la sua assenza. Forse chi l’ha trovato si è reso conto di stare ospitando un animale protetto, e per questo lo ha lasciato libero di fuggire, in modo che potesse tornare a casa. Una ricostruzione che lascia spazio a qualche dubbio ma che spiega come il pappagallo sia riuscito a superare quasi sette anni fuori dall’ambiente familiare.

La vicenda resta straordinaria per l’insolita durata della fuga e per il recupero di una specie che rischia l’estinzione. I volontari e le forze dell’ordine coinvolte nel salvataggio mostrano che, grazie alla collaborazione e alla normativa in vigore, è possibile far tornare a casa anche animali sfuggiti da anni. Gino ora è tornato con Sergio, che può prendersi cura di lui dopo tutto questo tempo.

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