Nel cuore di Milano, una realtà gastronomica ha costruito la sua fama con un approccio che unisce la cucina tradizionale italiana a tocchi di creatività e ricerca. Procaccini Milano, al numero 33 di via Procaccini, si conferma un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza culinaria che va oltre il semplice pasto. Lo chef Emin Haziri ha presentato il menù 2025 con piatti che riflettono questa filosofia, offrendo una nuova prospettiva sui sapori italiani, rinnovati nella forma e nei contenuti.
Atmosfera anni ’70 e design studiato per sedurre i sensi
Varcare la soglia di Procaccini significa immergersi in un ambiente che richiama con forza gli anni ’70, ma senza nostalgia fine a sé stessa. Gli interni sono un mix tra elementi caldi, come i pavimenti in legno, e materiali dai toni più freddi, come il marmo. Le luci soffuse creano un’intimità che avvolge ogni tavolo, dando un senso di privacy senza rinunciare all’eleganza.
Ogni dettaglio d’arredo è pensato per accompagnare l’esperienza culinaria, aumentando l’attenzione ai sensi. Lo spazio si trasforma in un luogo dove il passato incontra il presente, e dove la convivialità si sposa con la ricerca di un’atmosfera raccolta e piacevole.
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La cucina di procaccini: un racconto di ingredienti e gesti
Ogni piatto che esce dalle cucine di Procaccini racconta una storia fatta di materie prime selezionate e di mani esperte. I video pubblicati sui social mostrano lo chef all’opera, mentre maneggia ingredienti freschi con attenzione e pazienza. Non si tratta solo di cucinare, ma di creare momenti in cui estetica e gusto si fondono. L’impiattamento diventa un linguaggio visivo che anticipa il sapore e prepara il palato a un’esperienza intensa e raffinata.
Questi brevi filmati permettono di osservare il lavoro dietro ogni portata, sviluppato attraverso passaggi precisi e tecniche che esaltano le caratteristiche di ogni componente. Il risultato è un menu che riflette passione e cura, un invito a scoprire ogni dettaglio, tra aromi, colori e consistenze uniche.
La carbondoro: perfezione e lusso misurato nel piatto simbolo
Al centro del menù spicca un piatto che rappresenta la filosofia del ristorante: la carbondoro. Non è solo un primo piatto, ma una rivisitazione moderna e preziosa di una ricetta classica. Il guanciale scelto non è casuale, proviene dal maiale iberico Cinco Jotas, noto per qualità e sapore intensi.
La pasta, prodotta dal pastificio Graziano di Avellino, offre una base compatta e uniforme. La mantecatura viene eseguita con pecorino stagionato 30 mesi, che conferisce un gusto deciso e una texture cremosa. I pistilli di zafferano arricchiscono la preparazione con note aromatiche, colori caldi e delicatezza.
Tenendo conto dell’esperienza proposta, il piatto viene completato da un tocco di caviale e da tre foglie d’oro. Questi elementi non appesantiscono ma valorizzano l’insieme. Il prezzo di 70 euro riflette il valore degli ingredienti e la precisione artigianale richieste, nonché l’idea di lusso contenuta nel piatto stesso.
Lo chef Haziri ha spiegato che questo costo non può essere definito caro. Dietro a questo piatto ci sono studio e competenze, selezione rigorosa degli ingredienti e un’idea di cucina che vuole superare schemi fissi. Si tratta di offrire una proposta coerente, che giustifica ogni elemento presente nel piatto.
Un omaggio alle diverse tradizioni italiane in chiave contemporanea
Procaccini non si ferma alla carbondoro, ma esplora piatti della tradizione italiana reinterpretati, mantenendo però freschezza e modernità. La cacio e pepe, ad esempio, assume una svolta grazie all’uso del pepe di Sichuan, che dona una nota speziata e particolare diversa dal classico pepe nero.
Tra i piatti di maggiore ispirazione locale si trova il risotto alla milanese, che si rifà al modello lombardo ma sostituisce l’ossobuco con un fondo di vitello. Questa scelta regala un’intensità di sapore più profonda, rilasciando un tono dorato brillante e un’aroma più persistente.
La proposta include anche un menù Vegetariano particolare, che presenta preparazioni studiate per chi non consuma carne. Tra queste, spicca il carciofo cotto alla brace con zafferano e prezzemolo e una variante di spaghetto con pomodori in differenti consistenze. La cucina vegetale qui non è ridotta, ma protagonista, con piatti curati e saporiti.
I dessert si distinguono per abbinamenti inconsueti, come quella di banana con miso e bergamotto. L’effetto finale combina dolce, salato e fresco in una sorpresa di gusto.
Menù a tema e degustazioni per esperienze multisensoriali
Procaccini offre piatti dedicati a chi ama portare il palato oltre i confini italiani, con un menù classico contemporaneo che presenta ingredienti come aragosta, champagne, baccalà e polpo. Questi elementi si intrecciano in combinazioni studiate che sfidano le aspettative e valorizzano le diverse consistenze.
Il menù degustazione “Viaggio dello chef” è pensato per guidare gli ospiti attraverso un percorso che racconta le passioni e le ispirazioni di Emin Haziri. Anche qui, piatti come animelle con nocciola e ricci di mare o ravioli d’anatra con foie gras e lampone mostrano un equilibrio di sapori ben definito.
Il maialino croccante, accompagnato da carota, zenzero e curcuma, completa il racconto di questi piatti. Il percorso non vuole solo deliziare, ma lascia un’impronta che resta nella memoria di chi prova questa cucina.
Procaccini Milano si conferma una realtà gastronomica che lavora con rigore e creatività, mantenendo saldo il legame con la tradizione ma senza rinunciare a offrire nuovi orizzonti e stimoli. La qualità delle materie prime e la mano esperta dello chef garantiscono un’esperienza adatta a chi vuole assaporare l’italianità in modo nuovo, senza perdere l’identità.