Polemiche a Jesi per la campagna Vai Piano: il velo islamico nella pubblicità della sicurezza stradale

Polemiche A Jesi Per La Campag

Controversie a Jesi per il velo nella campagna sulla sicurezza stradale. - Gaeta.it

Donatella Ercolano

6 Settembre 2025

La campagna “Vai Piano” promossa dal Comune di Jesi per la sicurezza stradale ha suscitato una serie di polemiche a causa dell’immagine scelta per la comunicazione. Nell’immagine, infatti, una donna con una carrozzina sembra indossare il velo islamico, dettaglio che ha acceso le critiche soprattutto da parte della coordinatrice locale di Fratelli d’Italia. La campagna, iniziata circa un anno fa, è ora al centro del dibattito sulla rappresentazione e il senso del messaggio veicolato.

Contestazione politica sulla presenza del velo nell’immagine della campagna

La critica principale arriva da Fratelli d’Italia, tramite la sua referente a Jesi. La coordinatrice ha segnalato come la donna nella foto sembri indossare un velo che richiama quello islamico. Tale scelta ha scatenato una discussione sulla rappresentazione e sulle possibili implicazioni culturali e politiche di questa immagine in un contesto pubblico come quello della sicurezza stradale. La protesta si basa soprattutto su un’interpretazione più soggettiva della foto, che secondo alcuni non rispecchia l’intento originale della campagna.

Questa critica è avvenuta diverso tempo dopo il lancio della campagna, partita un anno fa con l’obiettivo di sensibilizzare sugli incidenti stradali riducendo la velocità dei veicoli nei luoghi urbani. L’utilizzo di un’immagine femminile con un bambino in carrozzina avrebbe voluto evocare un sentimento di protezione, facendo leva sull’empatia verso chi si sposta a piedi e con i più fragili. Tuttavia, l’interpretazione culturale legata al copricapo ha spostato lo sguardo sulla simbologia più che sul messaggio di sicurezza.

Il punto di vista del Comune di Jesi Sull’interpretazione dell’immagine

L’amministrazione comunale ha reagito alle polemiche sottolineando che la controversia deriva da una lettura errata dell’immagine. Secondo i rappresentanti del Comune, la donna raffigurata non indossa specificamente un velo islamico, ma l’abbigliamento è stato scelto solo per rendere immediata e semplice la figura di una madre che passeggia con il figlio. Il Comune ha spiegato che l’intenzione era quella di promuovere un messaggio universale di prudenza e attenzione alla strada, senza alcun riferimento culturale o religioso.

La campagna “Vai Piano” si concentra sulla riduzione della velocità per tutelare pedoni e ciclisti in città. Il Comune ha voluto ricordare che la comunicazione non ha avuto fini divisivi e che le immagini utilizzate sono state prese per quello che rappresentano sul piano sociale, cioè la tutela di chi cammina o usa carrozzine nei contesti urbani. La polemica, secondo Palazzo dei Convegni, rischia di distogliere l’attenzione dal vero obiettivo della campagna, che è quello di salvare vite e prevenire incidenti.

Il contesto locale e la percezione pubblica della Campagna Di Sicurezza

La campagna “Vai Piano” è stata accolta all’inizio con discreto consenso da parte della cittadinanza e degli operatori locali. L’immagine di una mamma che spinge una carrozzina voleva veicolare un messaggio semplice e diretto: il rispetto dei limiti di velocità per proteggere i più vulnerabili. Nelle strade di Jesi, dove la mobilità pedonale è parte importante della vita quotidiana, l’iniziativa ha cercato di sensibilizzare senza troppe complicazioni.

La controversia sul velo riflette uno scontro più ampio, che va oltre la sicurezza stradale e coinvolge temi di rappresentazione culturale nei materiali pubblici. Alcuni cittadini hanno preso posizione sia a favore che contro la campagna, creando divisioni visibili sui social e nelle discussioni pubbliche. Questo episodio sottolinea come un’immagine possa essere interpretata in modi diversi e come certi simboli, reali o presunti, possano generare discussioni anche lontano dal messaggio originale.

Le autorità locali hanno però invitato a mantenere il focus sulla finalità della campagna e a non polarizzare il dibattito intorno ad aspetti che secondo loro non riguardano la sicurezza stradale, ma questioni culturali estranee all’argomento. Resta quindi da vedere come si evolverà la comunicazione in futuro e se verranno modificate le grafiche per evitare ulteriori incomprensioni.