La questione scoppiata a Chieti riguarda un post pubblicato sui social da una consigliera comunale di minoranza, che ha citato Mussolini nel commento a una vicenda giudiziaria locale. La segreteria cittadina del Partito democratico ha reagito con fermezza, sostenuta anche dal segretario regionale Daniele Marinelli, richiamando il rispetto dovuto alle istituzioni e al contesto democratico della città.
La valenza storica della citazione e l’uso pubblico di simboli del regime fascista
Il richiamo a Mussolini da parte di un rappresentante istituzionale, anche se in ambito social, solleva una questione delicata. Il regime fascista in Italia ha negato diritti fondamentali, soppresso il pluralismo e perseguitato chi dissentiva. Non a caso ha trascinato il paese in una guerra devastante, affiancata da leggi razziali che hanno lasciato un segno profondo anche nella storia di Chieti. È per questo motivo che ogni citazione, anche indiretta, di simboli o espressioni proprie di quel periodo non può essere trattata come semplice leggerezza o casualità.
Nel contesto del consiglio comunale di Chieti, che rappresenta uno spazio istituzionale, tali riferimenti appaiono fuori luogo e rappresentano una violazione dei valori di libertà e partecipazione che devono informare l’attività politica. La responsabilità di chi vi partecipa è grande: deve difendere con costanza quei principi anche nei modi meno formali, come appunto nei post social. L’episodio ha sollevato un dibattito sull’etica della comunicazione pubblica e sulla necessità di evitare qualsiasi legittimazione a idee e simboli connessi a regimi che hanno imprigionato la democrazia.
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L’attenzione posta dal pd e dal segretario regionale rivela quanto queste tematiche siano percepite come centrali per la comunità di Chieti. Il richiamo non riguarda solo la singola azione di una consigliera, ma punta a rinnovare l’impegno verso una memoria storica consapevole e un uso responsabile della parola e delle immagini, in particolare quando si parla a nome dei cittadini. L’invito è a mantenere la politica entro i confini del rispetto istituzionale e della storia condivisa.
La reazione del pd e il rispetto per le istituzioni locali
La segreteria cittadina del pd di Chieti ha espresso un netta condanna per la citazione di Mussolini apparsa su Facebook da parte di una consigliera comunale di minoranza. La frase è stata scritta a commento di una notizia che riguardava la richiesta della procura della Corte dei conti di fare ricorso contro la sentenza di assoluzione del sindaco Diego Ferrara e dell’assessora Tiziana della Penna, accusati di aver causato il dissesto finanziario del comune.
Per il pd, chi viene eletto democraticamente deve mantenere rispetto verso le istituzioni, anche quando si tratta di rivolgersi agli avversari politici. La segreteria ha chiesto che, di fronte a un simile episodio, chi ne è responsabile debba presentare scuse pubbliche e lasciare la presidenza della commissione comunale coinvolta. Questo richiamo riflette la convinzione che i rappresentanti istituzionali devono mantenere un comportamento coerente con i principi democratici in ogni sede, compresi i social media dove spesso avvengono dibattiti e confronti.
Il segretario regionale Daniele Marinelli ha sottolineato come il comportamento della consigliera non possa passare inosservato, soprattutto considerando la storia della città e il valore che oggi assume la democrazia a Chieti. Marinelli ha definito l’episodio grave e inopportuno, puntando l’attenzione su chi ha effettivamente portato la città verso il dissesto finanziario, cioè la destra locale, la quale appartiene ormai al passato della gestione amministrativa. La fermezza del pd dimostra la volontà di tutelare sia la memoria storica che il decoro delle istituzioni cittadine.
Il contesto giudiziario e politico dietro la polemica
Il post incriminato è nato da una notizia relativa alla richiesta della procura della Corte dei conti di impugnare la sentenza di assoluzione del sindaco Diego Ferrara e dell’assessore Tiziana della Penna. Questi ultimi erano accusati di aver contribuito al dissesto finanziario del comune di Chieti. La corte, dopo le indagini, aveva però emesso una sentenza di assoluzione che ha escluso la responsabilità degli amministratori. È proprio questo esito che ha scatenato un acceso dibattito, trovando commenti forti sui social.
Il pd ha voluto precisare che la responsabilità del dissesto è da attribuire all’amministrazione di centrodestra che ha gestito la città prima dell’attuale sindaco e giunta. La sentenza della Corte dei conti, arrivata un mese prima, ha confermato queste responsabilità, escludendo quella di Ferrara e della Penna. Questa premessa spiega il perché del tono critico e delle reazioni politiche legate al post con la citazione di Mussolini, che è stata giudicata non solo errata dal punto di vista storico, ma anche fuori luogo in un momento delicato.
Il riferimento politico è quindi chiaro: si tratta di un confronto tra maggioranza e opposizione sulle responsabilità amministrative, che ha coinvolto anche il linguaggio e i simboli utilizzati. Il richiamo alla citazione fascista in questo quadro ha aggravato la polemica, spostandola su un livello che coinvolge la memoria storica e i valori civici della città. Per questo motivo si è chiesto che si proceda con un passo indietro da parte della consigliera e con una presa di responsabilità pubblica.
Il dibattito ha messo in evidenza la sensibilità che la comunità di Chieti dedica alla propria storia recente e a come venga rappresentata dalla politica locale. È questa attenzione a segnare la risposta netta del pd, che ha scelto di esprimere un messaggio diretto, chiaro e senza ambiguità, ribadendo la necessità di rispettare la democrazia anche nel linguaggio pubblico.