L’iniziativa “Patti chiari, per imprese forti” ha preso il via a Bologna con un ciclo di incontri rivolti alle imprese italiane. Lo scopo è promuovere un rapporto più trasparente e collaborativo tra le aziende e l’amministrazione finanziaria, attraverso l’istituto dell’adempimento collaborativo. Questa strada intende offrire alle aziende certezze normative e tempi più rapidi nella gestione delle questioni fiscali, favorendo un clima di fiducia reciproca che possa sostenere lo sviluppo economico.
Il ruolo delle istituzioni e delle forze dell’ordine nell’evento bolognese
Alla prima tappa del road show hanno partecipato anche il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone e il Comandante Interregionale della Guardia di Finanza, Fabrizio Cuneo. La loro presenza ha evidenziato il sostegno istituzionale alla misura e la volontà di accompagnare le aziende in un percorso di compliance fiscale condivisa.
Il coinvolgimento delle forze dell’ordine sottolinea l’importanza della trasparenza e del controllo, fondamentali per assicurare che il dialogo tra fisco e imprese non perda di efficacia. L’approccio scelto punta a premiare la correttezza, ma anche a scoraggiare comportamenti illeciti grazie al monitoraggio attento e alla collaborazione delle diverse istituzioni.
Leggi anche:
Questo patto cerca di evitare che la necessità di controllo si traduca in un conflitto, proponendo invece un confronto aperto e strutturato. Le istituzioni si impegnano a fornire risposte più chiare e tempestive, contribuendo a un clima di fiducia utile anche per i rapporti commerciali e gli investimenti. Le imprese italiane, con questa iniziativa, hanno uno strumento per gestire il fisco in modo più trasparente e sereno.
La testimonianza di e manuele orsini sull’evoluzione del rapporto fisco-imprese
Durante l’incontro di Bologna, Orsini ha ribadito l’importanza della fiducia nel rapporto tra amministrazione finanziaria e aziende. Ha evidenziato che la certezza del diritto rappresenta un elemento centrale per le imprese. Sapere quali siano le regole e conoscere in anticipo il “campo di gioco” aiuta le aziende a pianificare la crescita evitando contenziosi inutili.
Ha inoltre richiesto risorse umane adeguate da parte dell’Agenzia delle Entrate per sostenere l’applicazione dell’adempimento collaborativo. Altro punto chiave riguarda la rapidità delle procedure, con l’esigenza di tempi di risposta più brevi, soprattutto sugli interpelli fiscali che spesso oggi richiedono mesi di attesa.
L’attenzione è stata posta anche sulla reputazione aziendale, definita un valore strategico. Imprese virtuose, con una gestione fiscale trasparente, possono godere di vantaggi in termini di credibilità sul mercato e più spazio per investire. Il percorso “Patti chiari” vuole favorire proprio questo processo, aiutando le imprese a dimostrare il proprio impegno nel rispetto delle norme.
Il progetto “patti chiari, per imprese forti” e i suoi obiettivi
L’evento inaugurale, svoltosi nella sede di Confindustria Emilia Centro a Bologna, ha coinvolto rappresentanti istituzionali e imprenditori. L’iniziativa è promossa da Confindustria, dal ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’Agenzia delle Entrate. Il focus principale riguarda l’adozione dell’adempimento collaborativo, una modalità che incentiva il confronto diretto tra imprese e fisco per prevenire controversie.
Il principio chiave alla base di “Patti chiari, per imprese forti” è quello di costruire una relazione fondata sulla trasparenza e sulla certezza del diritto fiscale. L’obiettivo è delineare chiaramente le regole del gioco e garantire tempi certi nelle risposte istituzionali. In questo modo si punta a riconoscere il merito delle aziende virtuose, incentivandone la crescita, e contemporaneamente a limitare i comportamenti scorretti.
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha sottolineato l’importanza di questo patto sociale che unisce istituzioni e imprese in un percorso condiviso per la crescita economica nazionale. Ha evidenziato la necessità di un cambio di paradigma nel dialogo fiscale, spostando l’attenzione dal conflitto a un’interlocuzione costruttiva. Questo cambiamento include una trasparenza reciproca fra le parti, considerata indispensabile sia lato imprese che lato fisco.
I numeri dell’adempimento collaborativo in emilia romagna e in italia
Annalisa Sassi, presidente di Confindustria Emilia-Romagna, ha illustrato i dati relativi all’accesso al regime dell’adempimento collaborativo nella regione. Dal 2024 sono previste circa 500 aziende, con un fatturato minimo di 750 milioni di euro, che potranno aderire a questa procedura. Dal 2026 la soglia scenderà a 500 milioni e nel 2028 si arriverà a 100 milioni, con un’espansione importante dell’elenco delle imprese coinvolte.
A livello nazionale, si stima che entro il 2028 saranno oltre 11 mila le aziende che potranno accedere alle misure di adempimento collaborativo. Questa crescita progressiva consentirà un dialogo più frequente e strutturato tra fisco e impresa. Il punto centrale di questa prassi è l’anticipazione dei problemi fiscali, risolvendo per tempo ogni possibile rischio prima che si traduca in contenzioso.
Il modello prevede un confronto diretto, costante e trasparente tra Agenzia delle Entrate e impresa, con l’intento di evitare interpretazioni dubbie e garantire certezze sulle procedure. Le aziende coinvolte possono così gestire in modo più sereno gli obblighi fiscali senza temere inutili incertezze o ritardi. Lo sviluppo di questo approccio segna una svolta nelle relazioni fiscali italiane.