A Genova stamani si è svolta una manifestazione organizzata da CasaPound per commemorare ugo Venturini, giovane operaio edile morto nel 1970 durante un comizio di Giorgio Almirante. La manifestazione ha scatenato tensioni e proteste da parte di gruppi antifascisti, con un dispositivo di ordine pubblico rafforzato nella zona di Brignole. La vicenda riapre il dibattito sul rispetto della memoria della Resistenza e sul diritto di manifestare ideologie legate al neofascismo nella città.
La commemorazione di ugo venturini e i momenti della manifestazione
Verso le 10.30, un gruppo di circa trenta persone aderenti a CasaPound si è radunato sotto l’arco di piazza della Vittoria a Genova. Il loro intento era ricordare ugo Venturini, un operaio di 30 anni che perse la vita a fine aprile 1970 mentre svolgeva il servizio d’ordine durante un comizio tenuto da Giorgio Almirante.
Dopo essersi raccolti in presidio, i manifestanti hanno marciato verso i giardini dove si trova una targa che rende omaggio a Venturini. Qui è stata deposta una corona d’alloro in sua memoria. La cerimonia è stata breve ma carica di simboli: i partecipanti hanno salutato con il gesto romano e scandito il “presente!”, richiamando un linguaggio di chiara radice neofascista.
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Il clima teso nel centro di genova
Nel frattempo, nel centro di Genova il clima si è fatto teso. Da un lato, CasaPound ha potuto svolgere la sua commemorazione; dall’altro, gli esponenti di Genova Antifascista hanno replicato con urla e fischi a poca distanza. La manifestazione pubblica si è conclusa con il ritorno dei neofascisti in piazza della Vittoria, dove hanno nuovamente mostrato lo striscione che definisce l’identità del gruppo, per poi dispersione.
L’intervento delle forze dell’ordine e la militarizzazione del centro città
A presidiare la zona di Brignole e limitare le possibili tensioni sono intervenute numerose forze dell’ordine. La polizia ha delimitato accuratamente gli spazi per impedire scontri diretti tra i manifestanti di CasaPound e gli antifascisti presenti in piazza.
La scelta di blindare l’area mostra la difficoltà nel gestire manifestazioni polarizzate in una città come Genova, che detiene la medaglia d’oro per la resistenza partigiana. Il centro città è rimasto militarizzato per ore, con molte strade chiuse o presidiate da agenti in assetto antisommossa.
Il dispositivo di sicurezza e le tensioni simboliche
Il dispositivo di sicurezza ha evitato incidenti significativi, ma l’atmosfera è rimasta tesa fino alla fine dei cortei. Lo scontro simbolico tra due visioni opposte della storia italiana si è consumato soprattutto nelle interazioni a distanza, accompagnate da gesti carichi di significato come il saluto romano e i fischi contro chi lo esibiva.
Le reazioni politiche e il dibattito sul divieto delle manifestazioni neofasciste
La manifestazione di CasaPound non è passata inosservata alle forze politiche e sociali della città. La Coalizione progressista, tramite una nota diffusa nel corso della mattinata, ha definito inaccettabile la decisione di consentire la parata neofascista proprio in una città con una forte memoria partigiana.
Nel comunicato si ricorda come il consiglio comunale di Genova, nel 2018, avesse vietato l’utilizzo di spazi pubblici a formazioni che si richiamano all’ideologia fascista. Secondo questa ricostruzione, le istituzioni avrebbero dovuto opporsi con determinazione all’organizzazione della manifestazione.
Il testo sottolinea come il permesso dato al corteo rappresenti una provocazione per i cittadini che solo pochi giorni fa hanno celebrato la Liberazione nel centro di Genova. Nel discorso pubblico si invoca, quindi, una maggiore chiarezza e fermezza da parte di chi rappresenta le istituzioni per fronteggiare iniziative che richiamano simboli e gesti propri del ventennio fascista.
La divisione della città sulla memoria storica
La doppia manifestazione, una per ricordare una figura storica legata a gruppi neofascisti e l’altra di protesta antifascista, rappresenta il riflesso di un’area cittadina divisa sulle tracce del passato e del presente politico. Genova, città dalla memoria partigiana molto radicata, si conferma teatro di tensioni legate all’eredità ideologica del dopoguerra.
Il ritorno a manifestazioni di stampo neofascista solleva questioni sul confine tra libertà di espressione e rispetto della Costituzione, che vieta la ricostituzione del partito fascista. La gestione delle proteste sull’onda della memoria continua a essere un tema di grande rilevanza pubblica, tanto da impattare sulla vita e l’immagine della città.
Il presidio antifascista e il ruolo delle forze dell’ordine
Il presidio antifascista e l’organizzazione delle forze dell’ordine hanno impedito che la tensione si trasformasse in scontro fisico, lasciando sul terreno una prova tangibile delle divisioni ancora aperte nella società ligure a più di cinquant’anni dalla morte di ugo Venturini.