Otto impronte digitali ritrovate a 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi

Otto Impronte Digitali Ritrova

Otto impronte digitali emergono a 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi. - Gaeta.it

Marco Mintillo

10 Settembre 2025

A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, tornano a emergere nuovi sviluppi. Durante l’incidente probatorio del 2025 sono state scoperte otto impronte digitali parziali su due sacchetti sequestrati sulla scena del crimine. Questo elemento apre una nuova pista investigativa che coinvolge un amico del fratello della vittima, alternativa alla condanna definitiva di Alberto Stasi, fino ad oggi considerato l’unico imputato.

Otto impronte ritrovate, cosa c’è dietro

Nel pomeriggio, dopo ore di analisi negli uffici della Questura di Milano, sono state isolate otto impronte digitali: sei su un sacchetto di cereali e due su un sacchetto legato alla spazzatura. Questi oggetti erano stati sequestrati subito dopo il delitto, la mattina del 13 agosto 2007. Le tracce presentano almeno dieci creste distintive, il minimo indispensabile per poterle confrontare con altri profili.

Il perito dattiloscopico Domenico Marchegiani, insieme ai consulenti nominati da pm, difesa e famiglia della vittima, ha lavorato con tecniche avanzate per fotografare e isolare le impronte. Le immagini saranno inviate a un esperto del laboratorio di polizia scientifica di Torino, che dovrà valutare se sono utilizzabili e procedere eventualmente al confronto con le impronte raccolte all’epoca, compresi quelle di Chiara e di Alberto Stasi. Al momento resta da capire se queste tracce potranno essere sfruttate pienamente.

Dna e impronte, due prove chiave

In questa fase dell’indagine spiccano due elementi. Il primo: il DNA di Alberto Stasi trovato sulla cannuccia di un Estathè. Il secondo: le impronte digitali appena ritrovate, una prova concreta che aggiorna il quadro investigativo. La genetista Denise Albani, che insieme a Marchegiani segue l’incidente probatorio, ha chiesto una proroga per completare gli esami. I novanta giorni iniziali, partiti dal 17 giugno, non sono stati sufficienti.

La giudice Daniela Garlaschelli ha fissato un’udienza per il 26 settembre 2025, quando si discuteranno le richieste di proroga e le nuove prove. Il ritrovamento delle impronte arriva in un momento in cui si sta rivedendo tutta la scena del crimine, con l’indagine ancora aperta e in evoluzione.

Cosa dicono gli esperti sulle impronte

Dario Redaelli, consulente della famiglia Poggi, ha definito il ritrovamento “inaspettato”. Dopo anni in cui sembrava impossibile trovare tracce utili, questo elemento riporta in campo prove tangibili. Luciano Garofano, ex comandante del Ris e consulente della difesa di Andrea Sempio, ritiene che le impronte possano avere un peso, anche se bisognerà stabilire se appartengono a Chiara o a Stasi. I profili di entrambi sono già nel fascicolo, con il DNA soprattutto sul sacchetto della spazzatura.

Gli esperti sottolineano che non si può escludere la presenza di altre persone nella vicenda, come suggerisce la nuova indagine. Ma serve aspettare i risultati completi: le tracce sono parziali e la loro interpretazione richiede molta attenzione.

Aggiornamenti Sul Caso e la posizione di Stasi

Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio, continua a proclamarsi innocente. La sua difesa resta in attesa, guardando avanti. La nuova inchiesta, che ipotizza un possibile coinvolgimento di Andrea Sempio e altri, non ha cambiato la sentenza definitiva.

Intanto, gli inquirenti aspettano il rientro in Italia di Flavius Savu, cittadino romeno arrestato in Svizzera dopo anni di latitanza. Savu era stato condannato per estorsione nei confronti di persone legate al santuario Madonna della Bozzola. Le autorità vogliono sentirlo per chiarire alcune voci su presunti festini a sfondo sessuale collegati al caso Poggi, ipotesi mai confermata finora.

La vicenda resta al centro dell’attenzione, con molti aspetti ancora da chiarire e verificare nelle prossime fasi del processo.