La raccolta dell’orzo distico da birra 2025 in Italia segna una produzione superiore a 60mila tonnellate, realizzata da circa 2mila agricoltori. I dati emersi mostrano una qualità buona e rese soddisfacenti nelle aree principali di coltivazione, mentre zone più aride del sud-est del paese incontrano difficoltà. L’evento “Raccolta dell’Orzo 2025” si è svolto a Pomezia, presso la malteria Saplo di Birra Peroni, offrendo un momento di confronto sulla stagione cerealicola e sui progetti sostenibili attivati.
Andamento della raccolta orzo 2025: risultati e criticità geografiche
L’annata 2025 per l’orzo distico da birra ha registrato una quantità complessiva superiore a 60mila tonnellate prodotte da un gruppo di 2mila agricoltori sparsi in diverse regioni d’Italia. Le coltivazioni nelle zone storiche di orzo, quelle centrali e settentrionali, hanno espresso livelli di resa e qualità nella media o leggermente sopra. Diverso è il quadro nelle aree del sud-est italiano, dove il clima più secco e condizioni di siccità hanno rallentato la crescita della coltura, riducendo le quantità raccolte e la qualità del prodotto finale. Le differenze climatiche tra le regioni mostrano come la modifica delle condizioni ambientali incida direttamente sulle produzioni agricole.
Punto di incontro a pomezia presso saplo
L’evento organizzato presso Saplo, malteria collegata a Birra Peroni, ha permesso di fare il punto su questi dati. La cerimonia ha raccolto esperti agronomi, produttori e tecnici, che hanno discusso dei risultati della stagione e dell’importanza di una filiera sostenibile, partendo dall’agricoltura fino alla trasformazione in birra. Non sono mancate le osservazioni sul potenziale impiego di nuove tecnologie e pratiche agronomiche per affrontare condizioni climatiche stressanti e mantenere un equilibrio produttivo soddisfacente.
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Il contributo della filiera agricola e la funzione di campus peroni
Birra Peroni ha posto attenzione al ruolo cruciale che gli agricoltori rivestono nel settore brassicolo nazionale. Massimo Fortunato, responsabile sviluppo sostenibile di Birra Peroni, ha sottolineato l’impegno di Campus Peroni, nato in collaborazione con il Crea, come centro di sperimentazione e supporto per la filiera dell’orzo da birra. L’obiettivo è migliorare la resilienza della produzione, orientare verso pratiche sostenibili e introdurre sistemi di digitalizzazione in agricoltura.
Digitalizzazione e sostegno alla gestione agronomica
Campionati d’utilizzo di sistemi di supporto alle decisioni agronomiche hanno raggiunto 750 agricoltori, i quali applicano tecnologie che assistono nella gestione delle risorse, ottimizzando la produzione e limitando gli sprechi. Questi strumenti aiutano a programmare concimazioni, irrigazioni e trattamenti in modo preciso, riducendo l’impatto ambientale delle attività agricole e migliorando la resa finale dell’orzo. Questo sistema si dimostra efficace anche nel tracciare e valutare le prestazioni di ogni azienda agricola coinvolta nel progetto.
Sistema di supporto alle decisioni agronomiche: riduzione delle emissioni e qualità
Gli agricoltori che hanno adottato i Dss hanno contribuito a un calo importante di emissioni di gas serra. Secondo le rilevazioni, tra le stagioni 2022/2023 e 2023/2024 si è registrata una diminuzione media pari al 24% di CO2 equivalente per ettaro coltivato. Questo risultato mostra come la scelta di approcci più precisi nella gestione agronomica sia utile non solo per la redditività, ma anche per il contenimento degli effetti negativi sull’ambiente.
Dati e monitoraggio ambientale
La raccolta dati effettuata tramite questi sistemi ha permesso di delineare un quadro concreto dell’impatto ecologico della produzione di orzo distico. Monitorare l’uso di fertilizzanti, farmaci, acqua e altri input è fondamentale per continuare a proporre soluzioni più rispettose dell’ambiente. In parallelo, questa digitalizzazione favorisce una qualità più costante del prodotto, un aspetto decisivo per il settore birrario che richiede materie prime con caratteristiche specifiche.
Agricoltura rigenerativa: pratiche del passato e innovazione digitale unite per la biodiversità
Il progetto di agricoltura rigenerativa promosso da Campus Peroni si fonda sul recupero di metodi consolidati, come la rotazione delle colture, integrata con strumenti scientifici e tecnologie digitali attuali. L’obiettivo è limitare l’impatto ambientale, contenere l’uso di risorse naturali e migliorare la salute del terreno sostenendo la biodiversità. Si punta a restituire agli ecosistemi agricoli una capacità rigenerativa che permette coltivazioni più resistenti agli stress climatici.
Innovazione e tradizione per la sostenibilità
Grazie a queste pratiche, gli agricoltori riescono a gestire meglio l’umidità del suolo, prevenire l’erosione e promuovere la proliferazione di organismi utili. La combinazione tra tradizione e innovazione crea un approccio concreto per superare le sfide imposte dalla crisi climatica. Questi interventi aiutano a valorizzare i territori, conservare le risorse idriche e contenere le emissioni, rendendo più sostenibile tutta la filiera dell’orzo da birra.
L’incontro di Pomezia ha evidenziato come la sostenibilità agronomica passi proprio attraverso questi strumenti e pratiche, fondamentali per garantire continuità e qualità nelle produzioni nazionali di cereali destinati alla birrificazione. Il lavoro condiviso tra birrifici, agricoltori e centri ricerca prosegue con l’obiettivo di adattare sempre meglio il biologico alle esigenze produttive e ambientali del paese.