Nuovo raid dei coloni contro il villaggio cristiano di Taibeh: case assaltate e auto date alle fiamme

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Nella notte tra il 14 e il 15 luglio, il villaggio palestinese di Taibeh, l’unico abitato interamente cristiano nella zona, è stato nuovamente preso di mira da un gruppo di coloni israeliani. Tra attacchi con pietre, scritte minacciose in ebraico e incendi dolosi contro tre automobili, la tensione nella zona si mantiene alta nonostante le recenti visite di rappresentanti religiosi e diplomatici a contrastare gli episodi di violenza.

Il raid notturno e i danni alle proprietà del villaggio

Tra le 2 e le 3 della notte scorsa, diversi coloni hanno fatto irruzione a Taibeh, lanciando pietre contro le abitazioni e cercando di appiccare il fuoco in una delle case del villaggio. Sui muri sono comparse scritte minacciose in ebraico, mentre tre automobili sono state incendiate: una di proprietà di un giornalista locale e un’altra appartenente a un membro del consiglio municipale. L’aggressione è stata rapida e mirata a danneggiare sia persone che beni materiali.

Quando i residenti, soprattutto giovani palestinesi, sono usciti per difendere le proprie case e proprietà, i coloni si sono ritirati velocemente. Le forze di sicurezza israeliane, chiamate a intervenire, sono arrivate sul posto solo circa un’ora dopo l’aggressione. Di fatto, la risposta è stata tardiva, lasciando il villaggio in balìa degli assalitori per un periodo significativo.

Un’escalation di attacchi dai coloni estremisti

I responsabili di queste incursioni si riconoscono come “Hilltop youths”, un gruppo di coloni giovani legati a ideologie religiose estreme. Sono guidati da Neria ben Pazi, che promuove la presenza e l’espansione ebraica nelle aree contese della Cisgiordania. Fino a poco tempo fa, gli attacchi si concentravano su allevamenti e terreni coltivati, ma ora hanno preso di mira direttamente abitanti e proprietà private.

Questi incidenti non colpiscono solo la comunità cristiana di Taibeh, ma si estendono anche a villaggi palestinesi a maggioranza musulmana nelle vicinanze. La strategia appare chiara: forzare la popolazione a lasciare queste zone per garantire un controllo territoriale più stretto da parte dei coloni. I cristiani palestinesi, pur rappresentando una minoranza religiosa, rientrano in questo quadro più ampio di pressione sulla popolazione autoctona.

Reazioni diplomatiche e il ruolo delle forze di sicurezza

Un rapporto recente della polizia israeliana ha escluso la responsabilità diretta dei coloni per i nuovi episodi di violenza, sostenendo perfino che avrebbero aiutato a spegnere alcuni incendi. Questa ricostruzione ha sollevato dubbi anche in settori moderati dello stesso Israele, perché non corrisponde alle testimonianze sul campo e alle immagini diffuse. L’amministrazione americana ha condannato con durezza gli attacchi, portando la questione all’attenzione internazionale.

L’ambasciatore tedesco Steffen Seibert ha definito i coloni estremisti “criminali” incapaci di rappresentare alcuna vera fede, indipendentemente dal loro richiamo religioso. La condanna arriva anche per la modalità con cui questi atti colpiscono proprio le comunità cristiane, note per il loro atteggiamento pacifico. Nel villaggio di Taibeh, infatti, non vi è stata alcuna risposta violenta da parte degli abitanti alle provocazioni, che chiedono solo un accertamento imparziale dei fatti da parte di organismi neutrali.

Le richieste della comunità cristiana e la situazione nella cisgiordania

La comunità di Taibeh, stanca delle aggressioni ripetute, invoca un intervento che garantisca la sicurezza senza parteggiare per nessuno dei contendenti. Chiede che inchieste indipendenti facciano luce sulle responsabilità e che si evitino conclusioni affrettate o difese a priori delle parti coinvolte. La sfiducia verso le forze di sicurezza israeliane, ritenute a volte poco tempestive e inefficaci, caratterizza il clima nel villaggio.

Malgrado la violenza e le difficoltà, gli abitanti di Taibeh mantengono aperto un canale di dialogo con le autorità e con i vicini palestinesi musulmani, sperando che la convivenza nelle terre della Cisgiordania possa trovare un equilibrio. Il conflitto locale si inserisce in un contesto più ampio, che coinvolge Gaza e l’intera area, dove le tensioni continuano a crescere senza segnali di soluzione imminente.

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Donatella Ercolano è una talentuosa blogger che collabora con il sito Gaeta.it, dove si occupa principalmente di temi culturali e sociali. Originaria di Napoli, Donatella ha portato il suo amore per la cultura e la società fino a Gaeta, dove ha trovato un'audience dedicata e interessata. Con una formazione accademica in Sociologia, la sua analisi sui fenomeni sociali attraverso la lente dei media è acuta e ben argomentata. Nelle sue pubblicazioni, Donatella affronta argomenti vari come l'evoluzione culturale, l'impatto delle tecnologie sulla società, e le questioni di genere, sempre con uno stile chiaro e provocatorio. La sua capacità di rendere temi complessi accessibili e intriganti ha fatto di lei una voce molto seguita e rispettata su Gaeta.it.