Nel carcere di Udine è stato aperto un nuovo spazio dedicato alla formazione, al lavoro e alla cultura per i detenuti. L’intervento si inserisce in un piano più ampio di riqualificazione della struttura penitenziaria, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita all’interno e favorire il reinserimento sociale. Questi sviluppi mostrano un approccio diverso verso il mondo carcerario, legando il benessere delle persone detenute a aspetti fondamentali come la formazione e la cultura.
Caratteristiche del nuovo polo scolastico e formativo
La nuova struttura occupa un ex edificio riservato in passato alle donne, ristrutturato per ospitare funzioni diverse all’interno della casa circondariale di Udine. Disposta su due livelli, al piano terra si trovano i laboratori e gli spazi di sorveglianza, mentre al primo piano ci sono una biblioteca e tre aule dedicate alla formazione scolastica. La biblioteca propone un luogo di studio e lettura accessibile ai detenuti, elemento su cui si punta molto come strumento di crescita personale.
Da gennaio è funzionante anche una sezione di semilibertà con venti posti, pensata per chi sta per uscire dal carcere e può iniziare un cammino graduale verso la libertà. Il polo rappresenta dunque un punto di riferimento per attività formative e lavorative pensate per limitare l’isolamento e aiutare a sviluppare competenze utili alla vita fuori dal carcere.
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Ulteriori interventi previsti per la riqualificazione del carcere
Oltre a questo progetto, sono in programma lavori importanti per migliorare altri spazi della casa circondariale di Udine. È in corso la realizzazione di un teatro con circa cento posti, aperto anche alla comunità locale, per facilitare l’incontro tra detenuti e cittadini attraverso la cultura. Si sta inoltre ristrutturando il campo sportivo e la sala colloqui, dove sarà creata un’area dedicata ai bambini.
L’infermeria verrà spostata al piano terra per facilitare l’accesso e la gestione delle emergenze. Verranno realizzati nuovi locali per l’archivio, per la socialità e per ospitare corsi di didattica universitaria rivolti ai detenuti. Questi interventi si inseriscono in un progetto più ampio che punta a trasformare il carcere in uno spazio connesso al territorio e dedicato anche al benessere e alla formazione.
Le voci istituzionali coinvolte e il valore sociale del progetto
Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato le principali autorità del territorio. Tra loro la direttrice della casa circondariale, Tiziana Paolini, il prefetto di Udine, Domenico Lione, e il vicecapo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Massimo Parisi. L’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, ha sottolineato come puntare alla cultura, al lavoro e alla formazione all’interno delle carceri sia una scelta che rafforza la sicurezza.
Secondo Roberti la lettura e l’apprendimento sono armi efficaci per prevenire la recidiva, dando dignità alle persone detenute. Parisi ha definito Udine un modello grazie a una visione concreta di carcere inclusivo. Ha però segnalato la difficoltà a trovare sostegni esterni sufficienti per accompagnare i detenuti una volta usciti, un nodo che aumenta il rischio di ritorno in carcere.
Le sfide per il reinserimento sociale dopo il carcere
Il reinserimento sociale resta una sfida complessa in Friuli Venezia Giulia e in tutta Italia. Mancano risorse e strutture adeguate per supportare chi ha scontato una pena nel passaggio verso la vita libera. Questo crea un vuoto per molti ex detenuti, che spesso affrontano da soli i problemi legati a lavoro, casa e relazioni sociali.
Massimo Parisi ha evidenziato che la vera sicurezza passa dal rafforzamento dei percorsi d’accompagnamento, che non possono essere responsabilità esclusiva dell’amministrazione penitenziaria. Serve un impegno più ampio a livello territoriale, coinvolgendo servizi sociali, associazioni e istituzioni locali. Il nuovo polo di Udine rappresenta un passo avanti, ma il lavoro da fare sul fronte del reinserimento resta ancora lungo e difficile.