Un nuovo accordo tra il Comando Operativo di Vertice Interforze e la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia apre una stagione di collaborazione per il supporto alle popolazioni colpite dai conflitti. Firmato il 4 luglio 2025 a Roma, il patto unisce la capacità logistica militare alla rete di volontariato civile per l’invio di aiuti nei teatri di crisi dove operano le forze italiane.
Un’intesa tra forze armate e volontariato per l’assistenza civile
La firma si è svolta nel quartiere romano di Centocelle, sede del COVI, alla presenza del generale di Corpo d’Armata Giovanni Maria Iannucci, comandante del comando operativo, e di Domenico Giani, presidente nazionale delle Misericordie e figura nota per il suo passato al servizio della sicurezza vaticana. Da qui parte un progetto concreto che mette a sistema la logistica militare e una delle più estese reti di volontariato in Italia, composta da oltre 100 mila persone.
L’obiettivo chiaro: far arrivare aiuti materiali e assistenza in modo rapido nelle zone di conflitto dove l’Italia è presente con missioni militari all’estero. Il protocollo di collaborazione tocca le aree più delicate, dove povertà e tensioni si aggravano di giorno in giorno. La combinazione di mezzi militari e volontariato civico vuole garantire un arrivo più efficiente di materiali destinati alle comunità coinvolte.
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Trasporto e distribuzione di beni essenziali nelle aree di crisi
Secondo quanto stabilito, le Misericordie si occuperanno della raccolta e della preparazione di attrezzature e beni di prima necessità, compatibilmente con la disponibilità effettiva. La logistica per portare il materiale fino alle popolazioni civili sarà gestita dal COVI, sfruttando le rotte aeree e i mezzi già impiegati per le missioni internazionali.
Questo sistema rientra negli schemi della cooperazione civile-militare , un modello che punta a integrare l’azione militare con interventi diretti a favore della popolazione locale. La sinergia tra i due mondi mira a facilitare il passaggio degli aiuti e offrire supporto in condizioni complesse.
Domenico Giani ha sottolineato come questo accordo rappresenti più di una semplice firma: “è un gesto che esprime chi vogliamo essere come nazione. La Misericordia non conosce frontiere, solo orizzonti di umanità”. Giani ha ricordato inoltre l’impegno recente relativo all’invio di oltre ottanta tonnellate di viveri per la popolazione civile di Gaza tramite un ponte umanitario verso Cipro, risultato apprezzato e riconosciuto anche da autorità straniere.
La centralità della persona nel progetto e l’impegno triennale
La collaborazione è prevista per una durata di tre anni con possibilità di rinnovo. Non solo assistenza materiale: il protocollo prevede anche un lavoro congiunto sulle comunicazioni, per informare il pubblico sui risultati ottenuti e sensibilizzare rispetto a queste emergenze.
La distribuzione sarà affidata alle cellule CIMIC presenti nelle diverse aree operative, con un metodo basato sulla trasparenza e la tracciabilità. Sarà riservata particolare attenzione ai gruppi più fragili come donne, bambini e comunità emarginate, che spesso subiscono le conseguenze peggiori dei conflitti.
Le Misericordie, radicate nella tradizione che si perde all’interno della Firenze del 1244, confermano così il loro ruolo attuale di supporto ai bisognosi. Dalla gestione delle emergenze sanitarie storiche fino alle crisi contemporanee, il volontariato si propone come un anello di congiunzione prezioso tra società civile e forze armate. Un’alleanza che mantiene saldo al centro l’obiettivo umano per cui opera: assistere la persona, sempre.