Il 28 luglio 2025, funzionari di Stati Uniti e Cina si sono incontrati a Stoccolma per la terza volta in meno di tre mesi, puntando a risolvere le tensioni legate alle tariffe commerciali. Questo appuntamento segue una fase complessa nei rapporti bilaterali, mentre entrambe le parti cercano una soluzione per evitare nuove escalation tariffarie che potrebbero aggravare la guerra commerciale. Le dichiarazioni di Donald Trump alla vigilia dei colloqui hanno indicato una volontà di accordo, ma la situazione rimane incerta.
La posizione della cina nel contesto commerciale globale
La Cina in questo periodo ha consolidato il suo ruolo nelle materie prime strategiche a livello mondiale. Questa posizione ha spinto l’amministrazione Trump a revocare alcune restrizioni, come il divieto di vendita dei chip avanzati per intelligenza artificiale, esempio ne è il modello H20 di Nvidia. La scelta americana riflette un delicato equilibrio tra la necessità tecnologica e la volontà di ostacolare lo sviluppo cinese nei settori chiave.
L’economia cinese, nonostante le tensioni commerciali, mostra una crescita superiore alle aspettative ufficiali. I dati governativi sottolineano un surplus commerciale in aumento e un’espansione delle esportazioni rivolte a mercati alternativi all’Occidente. Durante il vertice con l’Unione europea, Pechino ha confermato una linea ferma su questioni di equilibrio commerciale e conflitti internazionali, in particolare sulla guerra in Ucraina, senza cedere significative concessioni.
Leggi anche:
I punti chiave dei colloqui a stoccolma
A guidare i negoziati sono stati il vicepremier cinese He Lifeng e il segretario al Tesoro americano Scott Bessent. L’obiettivo principale era discutere la possibile estensione della tregua commerciale, in scadenza il 12 agosto, mantenuta negli ultimi mesi dopo varie fasi di tensione che avrebbero potuto portare a dazi elevati, fino a tre cifre, su prodotti cinesi.
Le questioni sul tavolo includono la possibile proroga di 90 giorni della tregua, mantenendo i dazi al 30%, e la pianificazione di un incontro fra il presidente Trump e il leader cinese Xi Jinping in autunno, condizioni che però potrebbero mutare in caso di sviluppi improvvisi. La discussione si è complicata per via dei recenti divieti cinesi di uscita imposti a esponenti americani, criticati duramente dal segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick.
Tematiche sensibili e ostacoli nelle trattative
Tra i temi sensibili si trova la proposta di separazione della divisione americana di TikTok, sempre in attesa di approvazione cinese. Un altro punto rilevante riguarda le esportazioni cinesi di petrolio proveniente da Russia e Iran: Scott Bessent ha espresso la necessità di chiarimenti su queste forniture.
La Cina cerca inoltre la cancellazione dei dazi residui americani, specie quelli al 20% legati al ruolo cinese nel traffico globale di Fentanyl. Pechino punta anche a un alleggerimento dei controlli sulle esportazioni tecnologiche e a una riduzione delle restrizioni imposte alle aziende cinesi.
Esperti rilevano che la Cina stia sfruttando al massimo le proprie risorse, come le terre rare e le filiere strategiche per droni e batterie elettriche, per rafforzare la propria posizione. La vendita o la gestione di TikTok negli Stati Uniti figura come un tassello importante nelle trattative. Non è escluso che la Casa Bianca possa aumentare la pressione con dazi fino al 100% su chi continua ad acquistare petrolio russo sanzionato, anche se molti analisti ritengono poco probabile che la Cina si pieghi a questo ricatto, consapevole delle possibili contropartite legate a Iran e Russia.