Napoli e il turismo sfrenato: le problematiche del centro storico tra abitazioni e sfratti

Napoli e il turismo sfrenato: le problematiche del centro storico tra abitazioni e sfratti

Il centro storico di Napoli affronta una crisi abitativa a causa della turistificazione, con un aumento dei costi degli affitti e la perdita di spazi vitali per i residenti.
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Napoli e il turismo sfrenato: le problematiche del centro storico tra abitazioni e sfratti - Gaeta.it

Il centro storico di Napoli, patrimonio dell’umanità, sta subendo profondi cambiamenti a causa dell’incessante aumento del turismo. La città, un tempo simbolo di tradizioni e cultura, rischia di trasformarsi in un parco tematico dominato dagli stereotipi. I residenti e le fasce più vulnerabili della popolazione stanno pagando le conseguenze di questa situazione, con la crescente domanda di alloggi turistici che ha portato a un’impennata dei costi e alla perdita di spazi vitali per la comunità.

L’impatto del turismo sul mercato immobiliare

Negli ultimi dieci anni, la crescente domanda turistica ha spinto molti proprietari a convertire le loro abitazioni in bed and breakfast e affitti brevi. Questa trasformazione ha generato una drastica riduzione dell’offerta abitativa per i residenti, con il denaro che scorre nelle mani di pochi a scapito della comunità. Con un incremento pericoloso dei prezzi degli affitti, molti studenti e famiglie si sono viste costrette a lasciare il centro città, compromettendo il tessuto sociale di Napoli.

Il Carnevale sociale di quest’anno ha affrontato queste problematiche, con tema dedicato ai diritti fantasma. Durante le sfilate nel centro storico, molte maschere e carri, tra cui la famosa “Venere degli sfratti”, hanno evidenziato il dramma del caro affitti e la lotta per il diritto a un’abitazione dignitosa. È una battaglia che si sta facendo sentire sempre di più in una città dove le abitazioni diventano strumenti di profitto anziché rifugi per chi ci vive.

Il fenomeno della turistificazione

Definito “turistificazione“, questo processo è diventato un tema sempre più discusso tra attivisti e urbanisti. Un recente rapporto dell’Assessorato all’Urbanistica di Napoli dimostra che il mercato abitativo è in grave crisi, con una diminuzione del 42% delle locazioni disponibili per i residenti e un aumento medio del 38% dei canoni di affitto negli ultimi cinque anni. Questi dati rivelano un panorama molto preoccupante per la città, che sembra sempre più invasa da un turismo poco sostenibile.

Il numero di appartamenti disponibili sulle piattaforme di affitti brevi, come Airbnb, è cresciuto vertiginosamente, superando le offerte di Venezia. Napoli, con circa 15.000 alloggi online, si trova in una situazione emergenziale per l’habitat urbano. Le aree storiche, una volta ricche di vita e tradizioni, ora si trovano a fronteggiare un’omologazione che impoverisce l’eredità culturale della città.

La posizione dell’amministrazione comunale

Nonostante la gravità della situazione, l’amministrazione comunale continua a minimizzare il problema. Il sindaco Gaetano Manfredi e la vicesindaca Laura Lieto hanno affermato che non esiste una correlazione diretta tra crescita turistica e aumento dei prezzi nel mercato immobiliare. Tuttavia, i dati parlano chiaro e contrastano con le dichiarazioni ufficiali. Un’analisi attenta sottolinea che la concentrazione turistico-edilizia sta incidendo pesantemente sulle famiglie locali.

Alessandra Esposito, un’urbanista con esperienza presso la Sapienza, mette in guardia riguardo all’inefficace regolamentazione del settore. La situazione è destinata a evolversi ulteriormente poiché l’aeroporto di Capodichino, ora privatizzato, si prepara a diventare un importante snodo intercontinentale con nuove rotte dirette verso l’Asia. Questo è solo un passo verso una turisticizzazione continua della città senza piani adeguati per limitare quest’energica espansione.

L’impatto sulle comunità e sugli sfratti

La crescente pressione del mercato immobiliare ha conseguenze disastrose per le famiglie più vulnerabili. Le richieste di sfratto dal patrimonio pubblico sono aumentate in maniera esponenziale: nel 2012 si erano registrate 1.200 ingiunzioni, salite a 10.000 nel 2022, e in fase attuale si attestano attorno a 5.000-6.000. Gran parte di questi sfratti proviene da immobili di proprietà pubblica, gestiti in modo non sociale e mirati a liberare spazi per attività più redditizie.

La mancanza di un assessorato adeguato per le politiche abitative rende difficile l’implementazione di strategie efficaci per affrontare le problematiche legate ai diritti degli inquilini. Molti si trovano a fronteggiare situazioni di precarietà, dal raddoppio del canone d’affitto alla pressione costante di subire sfratti, senza alcun sostegno pubblico adeguato.

Il movimento popolare che si oppone a questa situazione chiede un censimento degli immobili comunali a disposizione dei residenti e una riforma sostanziale delle politiche abitative. Sarebbe fondamentale rinviare ai tavoli di discussione una pianificazione concreta, in grado di garantire diritti e dignità a tutti gli abitanti, non solo a un’elite turistica.

La realtà che Napoli vive oggi è complessa e richiede una risposta incisiva dalla politica e dalla comunità. Per il futuro della città, è cruciale affrontare il fenomeno della turistificazione e riflettere su come preservare il patrimonio culturale e sociale, mantenendo al centro le esigenze dei suoi residenti.

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