Nel 2025, a palazzo piacentini si è tenuto un incontro tecnico cruciale dedicato all’approvvigionamento energetico destinato al piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva, uno dei principali siti industriali italiani. L’obiettivo era valutare come garantire il gas necessario per supportare i nuovi impianti, tra cui i forni elettrici e i sistemi Dri . L’evento ha visto la partecipazione del ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Il ruolo dei ministri e il contesto dell’incontro a palazzo piacentini
L’appuntamento a palazzo piacentini ha rappresentato un passaggio importante per il percorso di riconversione energetica dello stabilimento ex Ilva, situato a Taranto. Urso e Pichetto Fratin hanno presieduto la riunione con l’intento di affrontare i dettagli tecnici necessari per garantire un approvvigionamento stabile e adeguato di gas, fondamentali per sostenere la produzione in chiave green. La presenza dei ministri riflette l’importanza strategica che il governo attribuisce a questa fase di transizione industriale, che incide sull’autonomia energetica nazionale e sull’impatto ambientale.
L’ex Ilva, noto per la sua lunga storia nell’acciaio, si trova oggi davanti a una sfida cruciale: ridurre le emissioni inquinanti attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative come i forni elettrici e i processi a riduzione diretta del ferro. Questo cambiamento richiede materie prime energetiche di qualità e quantità certe, che devono essere messe a disposizione per rispettare i tempi e gli obiettivi fissati dal piano di decarbonizzazione. I ministri hanno voluto seguire da vicino questa fase tecnica, sottolineando come ogni passaggio sia monitorato a livello centrale.
Leggi anche:
Focus sull’approvvigionamento di gas e le tecnologie innovative previste
Durante l’incontro, si sono approfondite tutte le alternative possibili per assicurare il gas indispensabile allo stabilimento. Sono state prese in esame le strategie di fornitura per sostenere il funzionamento dei nuovi forni elettrici che sostituiranno progressivamente i metodi tradizionali, con una significativa riduzione delle emissioni. A questo si aggiunge la validazione dei sistemi Dri, che utilizzano il gas naturale per il processo di riduzione diretta del ferro come passaggio fondamentale verso una produzione d’acciaio più pulita.
La scelta del gas assume quindi un ruolo centrale, non solo sotto il profilo economico ma anche strategico. Garantire una continuità energetica implica accordi solidi con fornitori e pianificazione accurata, viste le esigenze energetiche elevate di un impianto come quello dell’ex Ilva. I rappresentanti tecnici di Snam, società leader nella distribuzione del gas in Italia, hanno partecipato alla discussione per illustrare le capacità di rete esistenti e le possibili espansioni necessarie per far fronte agli aumenti di domanda.
Lo sviluppo di forni elettrici e il potenziamento degli impianti Dri sono visti come elementi chiave per recuperare competitività nel settore siderurgico nazionale, segnato da una forte pressione internazionale verso la sostenibilità ambientale. Il piano di decarbonizzazione, quindi, si lega indissolubilmente alla disponibilità e alla gestione efficiente del gas naturale, in attesa che energie alternative possano integrare o sostituire queste forniture a medio-lungo termine.
La partecipazione di snam e i tecnici del mimit e del mase al tavolo di lavoro
Oltre ai ministri, la riunione ha coinvolto direttamente Agostino Scornajenchi, amministratore delegato di Snam, e i rappresentanti tecnici sia della società che dei ministeri interessati: quello delle imprese e del Made in Italy e quello dell’ambiente e della sicurezza energetica . La presenza di questi attori ha permesso di affrontare questioni sia di carattere operativo sia normativo, indispensabili per realizzare gli interventi nel rispetto delle tempistiche e delle norme vigenti.
I tecnici hanno analizzato con dettaglio la rete di distribuzione del gas e la capacità di aumentare la portata della fornitura senza rischi di interruzioni. Si è discusso anche delle esigenze impiantistiche e degli investimenti indispensabili per allineare l’infrastruttura energetica alle nuove richieste dello stabilimento siderurgico. Un altro punto è stato il confronto sulle procedure autorizzative, fondamentali per garantire che ogni passaggio sia conforme agli standard ambientali e di sicurezza.
La strategicità dell’autonomia energetica per i siti industriali del paese
L’importanza attribuita all’autonomia strategica del paese emerge chiaramente dagli obiettivi posti in questo tavolo tecnico. Garantire all’ex Ilva un approvvigionamento costante di gas naturale significa anche ridurre la dipendenza energetica dall’estero e rafforzare la posizione dell’Italia nel contesto europeo, sempre più orientato verso la sostenibilità.
I forni elettrici e la tecnologia Direct reduced iron, infatti, richiedono adeguati input energetici di origine nazionale per evitare possibili crisi di approvvigionamento che potrebbero compromettere il lavoro produttivo e occupazionale. Questo progetto dimostra come la transizione energetica tocchi aspetti decisivi del sistema industriale, che deve contare su fonti affidabili per non fermare l’attività.
Di conseguenza, è cresciuta la consapevolezza di predisporre strategie energetiche capaci di sostenere le trasformazioni del Made in Italy, specie nei settori ad alta intensità come l’acciaio. Le soluzioni individuate a palazzo piacentini poggiano su una gestione accurata delle risorse e su investimenti mirati alla sicurezza e continuità del flusso di gas verso gli impianti classificati come prioritari. L’attenzione del governo rimane alta per evitare rischi e mantenere il ritmo di questa transizione.
Il coinvolgimento diretto dei ministri e la partecipazione delle società di distribuzione gas segnano un passaggio concreto per lo sviluppo energetico sostenibile e ferma la volontà di non perdere terreno nel quadro europeo, che impone standard stringenti a tutte le realtà industriali. Ogni decisione e ogni accordo assicura un contributo rilevante alla costruzione di un sistema siderurgico che guarda a un futuro meno impattante per l’ambiente.