La mostra dedicata a Jean Tinguely, artista svizzero famoso per le sue sculture cinetiche e sonore, è aperta al Pirelli HangarBicocca fino al 2 febbraio. In un’inedita fusione di arte e musica, il 30 gennaio l’Hangar ospiterà un concerto esclusivo realizzato da Milano Musica in collaborazione con IRCAM-Centre Pompidou e il Conservatorio di Milano. Quest’evento rappresenta un’occasione unica per esplorare l’interazione tra il suono e le opere visive di Tinguely, rendendo omaggio alla sua eredità artistica.
L’evento musicale nell’HangarBicocca
Nella suggestiva cornice dell’HangarBicocca, dove sono esposte 40 opere di Tinguely, il concerto avrà luogo in due diverse sessioni, alle 19 e alle 21. Il titolo dell’evento, “Circo elettroacustico nell’immaginario di Jean Tinguely”, riflette l’intento di creare un’esperienza immersiva e multisensoriale. La scelta dell’orario consente a un vasto pubblico di partecipare all’iniziativa, che si inserisce nel programma pubblico della mostra.
Il concerto segnerà un momento significativo per i visitatori, non solo per la qualità musicale, ma anche per l’affinità tematica con le opere dell’artista svizzero. L’idea centrale è che il suono e la vista non siano elementi separati, ma piuttosto facciano parte di un unico linguaggio artistico. Durante l’evento, il pubblico potrà ascoltare diversi brani ispirati alle creazioni di Tinguely, rendendo giustizia alla sua visione futurista.
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L’organico musicale e i brani in programma
Il concerto vedrà la partecipazione di un ensemble d’eccezione, composto da Jérôme Comte, clarinettista dell’Ensemble Intercontemporain, insieme a specialisti in ingegneria del suono e elettronica di IRCAM, e l’Orchestra di Fiati del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, diretta da Sandro Satanassi. Questo team di talenti è stato selezionato per la sua esperienza nell’esecuzione di opere complesse che compongono il programma.
Il programma prevede l’esecuzione di brani significativi, a partire da “Dialogue de l’ombre double”, un’opera di Pierre Boulez del 1985, in cui il clarinetto solo interagisce con una registrazione del medesimo strumento. Questo pezzo rappresenta una connessione diretta con Tinguely, che condivideva con Boulez non solo l’amicizia, ma anche un approccio innovativo all’arte. Seguendo, il pubblico sarà immerso nell’esperienza sonora di “Cyclop”, una composizione che trae ispirazione dall’opera monumentale di Tinguely situata nei boschi di Milly-la-Forêt.
Altra interessante proposta del concerto sarà “Tre pezzi” di Igor Stravinsky, scritti nel 1918, che si mescoleranno armoniosamente con una prima esecuzione italiana: “Feu de joie”, commissionato a Mikel Urquiza per celebrare il restauro della fontana Stravinsky. Questa sequenza di opere promette di rendere l’evento un viaggio attraverso l’arte e la musica, rispettando la visione creativa di Tinguely.
La fontana Stravinsky e la sua importanza culturale
Uno dei pezzi centrali che ha ispirato il concerto è la fontana Stravinsky, realizzata da Tinguely insieme alla sua compagna Niki de Saint-Phalle. Situata tra il Centre Pompidou e la chiesa di Santi-Merry a Parigi, la fontana è un esempio emblematico del dialogo tra arte visiva e musicale. Questo lavoro non solo ha arricchito il paesaggio urbano parigino, ma rappresenta anche una delle espressioni più significative del movimento artistico del XX secolo.
La fontana, caratterizzata da una serie di elementi meccanici che si muovono e producono suoni, sottolinea la concezione di Tinguely di un’arte che è viva e dinamica. Essa fa parte della scintillante narrazione della sinergia tra visivo e sonoro, che trova spazio anche nell’evento all’HangarBicocca. La relazione tra l’opera idraulica e i brani musicali proposti porterà il pubblico a un’esperienza sensoriale unica, in cui i suoni dell’orchestra si uniranno al mormorio dell’acqua.
Milano si prepara così ad accogliere un evento che non si limita a celebrare Tinguely come artista, ma offre un’opportunità per riflettere su come l’arte possa continuare a evolversi, arricchendosi di nuove dimensioni. Il concerto non è solo un tributo al passato, ma una celebrazione della continua interazione tra diverse forme espressive.