La questione della nave rigassificatrice ancorata nel porto di Piombino torna al centro del dibattito politico e istituzionale in Toscana. Sindaco di Piombino e presidente della Regione hanno fissato un termine chiaro per la rimozione entro luglio 2026, ma resta aperta la domanda sulla destinazione futura della nave. Le tensioni si acuiscono, in particolare rispetto a possibili alternative fuori dalla Toscana, con ricadute sul territorio ligure e politiche nazionali.
La richiesta di rimozione della nave rigassificatrice e il termine fissato dalla toscana
Nel gennaio 2025, il sindaco di Piombino insieme al presidente della Regione Toscana hanno sottolineato la necessità di rispettare gli accordi firmati in merito al posizionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra. La richiesta è precisa: il mezzo deve essere rimosso dal porto toscano entro luglio 2026. Questo termine rappresenta un’imposizione che scaturisce da un contesto di forti pressioni sociali ed economiche legate all’impatto che la presenza della nave sta avendo sulla comunità piombinese. Non si tratta solo di un fatto locale, ma di una decisione che coinvolge anche enti nazionali, in particolare il ministero dell’ambiente, chiamato a chiarire i passaggi amministrativi e autorizzativi per lo spostamento della struttura.
La richiesta di rimozione non arriva in un vuoto politico, ma si inserisce in uno scenario nel quale la permanenza della nave è vista come un elemento che condiziona negativamente lo sviluppo industriale e logistico del porto. Il sindaco e il governatore evidenziano infatti l’impegno a rispettare le mozioni approvate nel corso del Consiglio regionale toscano nel gennaio dello stesso anno. Quegli atti parlamentari avevano ribadito la netta opposizione al trasferimento della nave nel territorio toscano, sottolineando la necessità di attenersi alle intese già siglate.
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Le polemiche sulla possibile ricollocazione e le tensioni politiche con la liguria
Il dubbio principale riguarda il futuro della nave rigassificatrice dopo la rimozione da Piombino. Secondo quanto emerge dalle dichiarazioni del Movimento 5 Stelle, la Liguria era stata precedentemente proposta come luogo alternativo. L’ex governatore della Liguria, Giovanni Toti, aveva indicato Vado Ligure come possibile approdo della nave, nel tentativo di evitare un problema politico alla premier Meloni. Questa ipotesi, però, aveva suscitato il disappunto nel savonese e il sindaco di Genova, Marco Bucci, si era impegnato pubblicamente a non permettere l’arrivo della nave in Liguria. Non è un caso che, in piena campagna elettorale, Bucci avesse assicurato ai cittadini di Genova e della provincia che la metaniera non sarebbe mai stata accolta nel porto ligure.
Il Movimento 5 Stelle ha contestato la maggioranza regionale per non aver appoggiato un ordine del giorno che impegnasse formalmente la Regione a rispettare gli accordi e a evitare il trasferimento della nave alla Liguria. L’opposizione denuncia quindi una mancanza di coerenza e trasparenza nelle procedure, chiedendo che siano resi pubblici i documenti e gli atti adottati dalla giunta regionale ligure per scongiurare l’eventualità di Vado come approdo.
Le valutazioni economiche e tecniche sulla delocalizzazione della nave rigassificatrice
A marzo 2025, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha espresso un parere tecnico che ha messo in discussione la possibilità di spostare la nave rigassificatrice. Secondo l’autorità, la delocalizzazione risulterebbe troppo costosa e non sostenibile sotto il profilo economico. Arera ha invitato a sospendere ogni valutazione riguardante l’intervento di spostamento, compresi i riconoscimenti tariffari che normalmente accompagnano questo tipo di operazioni.
Sempre nello stesso periodo, il presidente di Confindustria Toscana ha manifestato la propria posizione contraria alla delocalizzazione suggerendo di orientarsi verso misure che mitighino gli effetti della presenza della nave. Ha richiesto la realizzazione di infrastrutture industriali e logistiche collegate alla nave, in modo da sfruttare l’investimento e generare occasioni di sviluppo economico all’interno del territorio di Piombino. Questa posizione rispecchia una confidenza diffusa tra imprenditori e lavoratori che vedono nella presenza della nave non solo un ostacolo, ma anche una potenziale fonte di lavoro, se gestita diversamente.
Le istanze del m5s e le risposte attese dal ministero dell’ambiente
Il Movimento 5 Stelle ha avanzato richieste precise al ministero dell’ambiente riguardo al processo autorizzativo per lo spostamento della Golar Tundra. Secondo i deputati Roberto Traversi e Stefano Giordano, è fondamentale che ogni decisione sui tempi, i luoghi e le modalità di costruzione o ricollocazione di un impianto venga condivisa con le comunità colpite da tali scelte. Hanno sottolineato come, fino a oggi, questi territori non siano stati adeguatamente coinvolti nelle scelte, aprendo così a contestazioni e proteste.
Il M5S conta quindi sull’intervento del ministero per offrire trasparenza sulle procedure e avviare un confronto vero con le popolazioni interessate. In particolare, si attende un chiarimento sulle tempistiche e sulla correttezza amministrativa dell’attuale percorso seguito per l’eventuale trasferimento della nave. La pressione politica si mantiene alta nel chiedere rispetto degli impegni già assumiti dalla giunta regionale e nel bloccare possibili decisioni unilaterali che potrebbero creare nuovi conflitti tra territori.
Le garanzie richieste al sindaco bucci sulla questione della nave in liguria
Nel corso della nota congiunta, è stato richiamato il ruolo del sindaco di Genova, Marco Bucci, che in passato aveva assicurato che la navicella rigassificatrice non sarebbe mai stata accolta in Liguria. Il M5S chiede dunque a Bucci di confermare quanto dichiarato in campagne elettorale e di mettere in evidenza quali azioni sono state adottate dalla giunta comunale per impedire l’arrivo della nave a Vado Ligure. Questa richiesta si inserisce in un clima di sfiducia verso le istituzioni locali, che spesso sembrano muoversi senza informare la cittadinanza.
La posizione del sindaco genovese viene monitorata con attenzione, in considerazione del fatto che una ricollocazione della nave in Liguria potrebbe provocare tensioni sociali e politiche simili a quelle vissute in Toscana. Si attende dunque una presa di posizione pubblica e documentata che possa placare preoccupazioni e fugare dubbi sulle reali intenzioni dell’amministrazione locale. Le risposte arrivate finora restano insufficienti e il tema resta aperto.