Metà dei giovani italiani ignora il gioco responsabile: solo uno su cinque usa limiti contro il rischio d’azzardo

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Giovani italiani e gioco d’azzardo: pochi adottano limiti responsabili. - Gaeta.it

Sofia Greco

11 Settembre 2025

La ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore evidenzia una scarsa conoscenza tra i giovani under 25 del concetto di gioco responsabile. Nonostante la diffusione del gioco d’azzardo, pochi adottano misure per ridurre le conseguenze negative. Lo studio, presentato in Senato dalla Fondazione Fair, mette in luce lacune nella prevenzione e nella consapevolezza.

Solo metà dei giovani conosce il gioco responsabile e pochi ne applicano le regole

La ricerca “Gioco responsabile e giovani under 25: motivazioni, contesti e strategie di intervento”, condotta dall’Unità di Ricerca in Psicologia Economica, mostra che solo il 51% dei giovani giocatori conosce il gioco responsabile. Tra questi, un terzo lo considera inutile o inefficace. Ancora più preoccupante è l’uso limitato di strumenti pratici per contenere i rischi: solo il 18% imposta limiti precisi alla spesa.

Il dato assume rilievo considerando che circa 1,9 milioni di ragazzi – il 41% della fascia under 25 – ha scommesso o giocato denaro negli ultimi tre mesi. La partecipazione è ampia, ma pochi dispongono di strumenti di controllo o consapevolezza, aumentando la vulnerabilità a comportamenti rischiosi.

Matteo Caroli, presidente di Fondazione Fair, sottolinea come le tutele attuali non siano sufficientemente conosciute o promosse tra i giovani. Per questo, evidenzia la necessità di diffondere una cultura che metta al centro trasparenza e protezione dei consumatori più giovani, finora poco raggiunti da campagne e regolamentazioni efficaci.

Il gioco online preferito dai giovani, ma il punto vendita resta spazio di socialità

Tra le modalità di gioco, il digitale è scelto dal 52% dei giovani. Il gioco online è apprezzato per la rapidità, la comodità e la riservatezza, che facilitano l’accesso e l’uso frequente. Tuttavia, il gioco nei punti fisici mantiene un ruolo importante, scelto dal 24%, soprattutto per motivi sociali.

Questo dato indica che il gioco per i giovani ha una doppia funzione: non riguarda solo il denaro, ma anche l’interazione sociale. Il denaro assume una doppia valenza, visto sia come possibilità di guadagno o riscatto economico sia come fonte di adrenalina e stimolo al rischio.

Questa complessità motivazionale rende difficile intervenire solo con misure finanziarie o regolamentari. Il rapporto con il gioco si lega anche a bisogni sociali e psicologici, che richiedono attenzione specifica negli interventi.

Parlamento ed esperti chiedono interventi adeguati e mirati

Dal Senato arriva un impegno verso la prevenzione e l’ascolto delle nuove generazioni. La senatrice Elena Murelli, capogruppo della Commissione Affari Sociali, sottolinea l’importanza di dare spazio alle voci dei giovani per costruire norme efficaci contro il gioco patologico. Murelli apprezza il lavoro della Fondazione Fair nel definire criteri più severi e concreti per proteggere chi è a rischio.

Gli autori scientifici della ricerca, Cinzia Castiglioni ed Edoardo Lozza, evidenziano la complessità del fenomeno. Il gioco d’azzardo giovanile non può essere affrontato con misure generiche. Servono strategie che sappiano comunicare con i ragazzi e coinvolgere operatori, famiglie e istituzioni in una responsabilità condivisa. L’obiettivo è un approccio più consapevole e mirato, che riconosca le diverse motivazioni dietro il gioco e offra strumenti efficaci per prevenire danni.

Questi risultati richiamano l’attenzione su un fenomeno diffuso ma ancora poco gestito: la sfida è costruire un sistema che limiti i rischi senza trascurare le dinamiche sociali e psicologiche che spingono i giovani al gioco. La strada indicata dalla Fondazione Fair va in questa direzione.