Un nuovo grande corteo si è svolto a Londra per protestare contro il bando di Palestine Action, l’organizzazione ormai dichiarata illegale. Oltre mille persone sono scese in piazza oggi, raddoppiando la partecipazione rispetto alla mobilitazione del mese scorso, che aveva visto oltre 500 arresti. La tensione è cresciuta rapidamente, con contatti diretti fra manifestanti e forze dell’ordine, finendo in una serie di arresti multipli nel cuore della città.
La manifestazione a parliament square: numeri e atmosfera
La piazza centrale di Londra, Parliament Square, ha accolto un gruppo di centinaia di persone radunate dalle ore 13. Cartelli recitavano slogan chiari come “Mi oppongo al genocidio. Sostengo Palestine Action”. Il corteo, volto a opporsi al divieto imposto alle attività dell’organizzazione, ha avuto un riscontro inedito per dimensioni: quasi mille manifestanti, un dato unico rispetto agli eventi precedenti.
Un elemento di disturbo si è aggiunto alla scena quando March for Life, gruppo antiabortista, ha installato un palco con altoparlanti appena fuori dalla piazza. Il volume della musica era decisamente alto, sovrapponendosi alle voci dei manifestanti pro-Palestine Action. Durante la fase iniziale della protesta, si sono verificati momenti di confusione con alcune persone cadute in mezzo alla calca e lanci d’acqua diretti agli agenti presenti sul posto.
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Intervento della polizia e arresti durante la protesta
Intorno alle 13, la polizia metropolitana ha ufficializzato l’inizio delle operazioni di arresto. Le forze dell’ordine hanno preso in custodia numerosi partecipanti con l’accusa di sostenere un’organizzazione terroristica, facendo riferimento specifico a Palestine Action, inserita nella lista degli enti banditi. Gli arresti sono avvenuti durante un evento promosso da Defend Our Juries, un gruppo che ha chiamato a raccolta per difendere i diritti legali di chi sostiene Palestine Action.
Nel corso dell’azione, gli agenti hanno caricato manifestanti che si opponevano ai fermi, suscitando cori di “vergogna”. Tra le persone fermate anche due anziani, trasportati su uno scooter elettrico, che sono stati condotti via sui furgoni della polizia, suscitando ulteriori proteste da parte del pubblico.
Strategie dei manifestanti per evitare arresti di massa
Gli organizzatori della manifestazione hanno invitato i partecipanti a non fornire dati personali agli agenti, una richiesta che mira a complicare le procedure burocratiche necessarie per procedere con gli arresti. Secondo quanto dichiarato da chi ha promosso la protesta, rivelare le informazioni sarebbe un modo per velocizzare le indagini e il fermo, mentre restare anonimi aumenterebbe la possibilità di sottrarsi ai controlli estesi presso le stazioni di polizia.
Questa tattica sembrerebbe una risposta diretta all’esperienza acquisita con la mobilitazione precedente, dove oltre 500 persone avevano subito arresti. Limitare i dati condivisi con la polizia renderebbe più difficile pianificare operazioni coordinate per bloccare ogni partecipante coinvolto, provando a garantire una presenza più ampia e resistente nelle strade.
L’evento si inserisce in un quadro di crescenti tensioni a Londra, con un confronto acceso tra attivisti e forze dell’ordine attorno alla questione palestinese, e tutto ciò mentre l’organizzazione Palestine Action resta al centro di un contesto legale pesante e controverso.