La crescita continua del turismo in Italia, con numeri record di arrivi e presenze, sta però generando problemi significativi legati all’overtourism, fenomeno che rischia di compromettere la vivibilità e la tutela dei siti culturali e ambientali. Al convegno “Mobilità turistica e l’evoluzione del trasporto passeggeri” svoltosi a Bologna, esperti e istituzioni hanno evidenziato la necessità di strumenti innovativi e strategie efficaci per governare i flussi turistici e sostenere uno dei comparti più importanti per l’economia nazionale.
I rischi dell’overtourism per il patrimonio e la qualità della vita
L’Italia ha registrato un picco nel 2023 con 133,6 milioni di arrivi e oltre 458 milioni di presenze nel 2024, dati che confermano il paese tra le mete più ambite a livello globale. Questa affluenza crescente comporta però il rischio di sovraffollamento in aree sensibili, soprattutto in centri storici e città d’arte, dove il turismo di massa può deteriorare il patrimonio culturale e paesaggistico. Oltre ai danni ambientali, aumenta il problema della congestione, del rumore e dell’accumulo di rifiuti, che incidono negativamente anche sulla vita dei residenti. L’insorgere di fenomeni illegali in aree soggette a forte pressione turistica rappresenta un’ulteriore criticità. Se i flussi non vengono regolati, il settore stesso, che genera fino a 368 miliardi di euro e circa il 18% del PIL, rischia di subire contraccolpi gravi.
Criticità legate alla congestione e impatto sociale
Il sovraffollamento nei luoghi turistici porta a disagi per i residenti e può compromettere l’esperienza dei visitatori stessi. “Se i flussi non sono controllati, si rischia di compromettere non solo il patrimonio, ma anche l’equilibrio socioeconomico delle comunità locali”, hanno sottolineato gli esperti a Bologna.
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Soluzioni digitali e mobilità integrata per una distribuzione equilibrata dei visitatori
Il convegno a Bologna ha sottolineato l’importanza di digitalizzare i sistemi di mobilità e integrare diverse modalità di trasporto, per migliorare gli spostamenti dei turisti. L’obiettivo è collegare porte di accesso come aeroporti, porti e stazioni verso destinazioni meno frequentate, distribuendo i visitatori su un territorio più ampio. L’adozione di tecnologie consente inoltre una migliore programmazione dei flussi, prevenendo i picchi di affollamento. Incentivare la mobilità dolce, con cammini, ciclovie e ferrovie storiche, favorisce un turismo esperienziale e sostenibile, che valorizza aspetti culturali e naturalistici. Questa formula permette di preservare i centri storici più fragili, contrastando l’overtourism con un modello fondato anche su principi etici e di legalità.
Mobilità dolce come leva strategica
Favorire la mobilità dolce significa anche promuovere un turismo che rispetti il territorio e le sue peculiarità, rendendo l’esperienza più autentica e diminuendo l’impatto ambientale. “La mobilità integrata rappresenta la chiave per un turismo responsabile e duraturo”, hanno affermato gli organizzatori.
Verso un turismo sostenibile che tutela comunità e attrattività
I dati mostrano una tendenza all’allungamento dei soggiorni e un interesse crescente verso mete d’arte e natura. Il comparto turistico deve rispondere con politiche che tutelino la qualità della vita degli abitanti e la salvaguardia dei luoghi. Si parla sempre più di turismo sostenibile, inteso come equilibrio tra accoglienza e rispetto dei territori. Le amministrazioni sono chiamate a gestire questa sfida con strumenti concreti, come regolamentazioni mirate, monitoraggio dei dati e un’offerta che trascenda i poli maggiori per abbracciare destinazioni minori. Questo approccio si allinea con le indicazioni dell’Università Tor Vergata e degli esperti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che vedono nella pianificazione integrata e nell’innovazione tecnologica la chiave per il futuro. Il turismo può conservare così il proprio ruolo centrale nell’economia italiana, evitando i danni di una crescita incontrollata.