L'italia tra crescita moderata e rischi internazionali: riflessioni dal rapporto upb per il 2025

L’italia tra crescita moderata e rischi internazionali: riflessioni dal rapporto upb per il 2025

L’economia italiana nel 2025 cresce lentamente a causa di tensioni commerciali e geopolitiche; il rapporto Upb evidenzia la necessità di riforme, investimenti pubblici e un mercato del lavoro più dinamico per rilanciare lo sviluppo.
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L’economia italiana nel 2025 crescerà moderatamente, influenzata da tensioni commerciali e geopolitiche; il Rapporto dell’Ufficio parlamentare di bilancio evidenzia l’importanza di conti pubblici responsabili, riforme strutturali e un mercato del lavoro più dinamico per sostenere la ripresa. - Gaeta.it

L’economia italiana affronta nel 2025 una crescita contenuta, condizionata dalle tensioni commerciali e geopolitiche globali. Il Rapporto sulla politica di bilancio dell’Ufficio parlamentare di bilancio , presentato in senato da Lilia Cavallari, offre uno spaccato dettagliato dei fattori che pesano sullo sviluppo e delle possibili leve per rilanciare l’attività economica anche oltre il piano nazionale di ripresa e resilienza . Il documento sottolinea l’importanza di una gestione responsabile dei conti pubblici, accompagnata da riforme incisive e un mercato del lavoro più reattivo.

La crescita economica italiana nel 2024 e le prospettive per il 2025

Nel 2024 l’economia italiana è cresciuta dello 0,7 per cento, un dato inferiore rispetto alla media dell’area euro che si è attestata allo 0,9 per cento. I consumi delle famiglie sono aumentati solo dello 0,4 per cento, frenati dall’aumento della propensione al risparmio. Gli investimenti si sono fermati a un incremento dello 0,5 per cento, segno che la spinta data dal recupero post-pandemico si sta esaurendo. È interessante notare che la crescita degli investimenti è stata trainata soprattutto dalle costruzioni e dai prodotti di proprietà intellettuale, settori che hanno mostrato una maggiore vitalità.

Produzione industriale e settore terziario

La produzione industriale ha mantenuto un andamento debole per tutto l’anno, anche se a fine 2024 si sono registrati i primi segnali di lieve ripresa. Complessivamente il valore aggiunto italiano dei servizi ha sostenuto la crescita, confermando il ruolo centrale del settore terziario nell’economia del paese. Sul fronte occupazionale il 2024 ha visto un aumento del 1,6 per cento con una riduzione del tasso di disoccupazione al 6,5 per cento. Le retribuzioni contrattuali sono cresciute del 3,0 per cento, un incremento superiore all’inflazione media dell’anno, pur restando in termini reali al di sotto dei livelli del 2021.

L’impatto delle tensioni commerciali e dei dazi sulla produzione nazionale

Il contesto internazionale ha subito un deterioramento rapido per via dell’aggravarsi della guerra commerciale guidata dagli Stati Uniti. Le nuove barriere doganali hanno prodotto effetti negativi diffusi, anche se variabili secondo paesi e settori. La quantificazione precisa di questo impatto resta incerta a causa delle molteplici reazioni possibili da parte di imprese, mercati, famiglie e istituzioni come le banche centrali.

Settori italiani più colpiti

L’Upb ha individuato nella farmaceutica, nell’attività estrattiva e nella produzione di autoveicoli i settori più colpiti in Italia. Le perdite occupazionali risultano particolarmente rilevanti nei comparti della fabbricazione di prodotti in metallo, macchinari e tessile. L’attività estrattiva subisce un ridimensionamento significativo del valore aggiunto, dato il suo stretto legame con le industrie manifatturiere. Anche alcuni servizi professionali, come studi di architettura, ingegneria, legali, contabili o di gestione, risentono indirettamente degli effetti dei dazi; un impatto analogo riguarda pubblicità e servizi di ricerca e fornitura del personale.

Il ruolo della finanza pubblica nella stabilità e crescita dell’economia

Durante la presentazione del rapporto, Lilia Cavallari ha evidenziato come la prudenza nelle politiche di finanza pubblica abbia prodotto risultati positivi, anche in un quadro macroeconomico internazionale complicato. “La fiducia dei mercati, delle famiglie e delle imprese necessita di essere sostenuta da una gestione rigorosa e trasparente dei conti pubblici.” Secondo la presidente dell’Upb, è indispensabile mantenere una linea responsabile per preservare la stabilità finanziaria e accompagnare i cambiamenti economici e sociali.

Il rapporto indica che una più decisa attuazione delle riforme e un aumento degli investimenti pubblici potrebbero spingere la crescita oltre i limiti attuali, superando il solo ambito del Pnrr. Il mercato del lavoro assume un ruolo chiave, in particolare se si riuscirà a far crescere la partecipazione alla forza lavoro e a migliorare la capacità di attrarre lavoratori più qualificati. Questa strategia potrebbe fornire un impulso importante all’economia e rendere più solida la ripresa.

Sfide e incertezze per il futuro dell’italia economica

L’uscita da dinamiche di crescita modesta non appare scontata, soprattutto a causa delle tensioni commerciali ancora aperte e di possibili instabilità geopolitiche. L’andamento dei dazi e le risposte internazionali continueranno a condizionare le prospettive. Alla luce di questi fattori, l’Italia dovrà puntare a una gestione attenta delle risorse pubbliche e a un mercato del lavoro più vivace, cercando di colmare i gap che limitano il potenziale di sviluppo.

Il contesto globale non offre certezze, ma il rapporto sottolinea come decisioni politiche mirate possano orientare la traiettoria economica del paese verso un aumento più sostanzioso della crescita. Alcuni segnali di ripresa tra i servizi e nell’industria potrebbero rappresentare punti di partenza da consolidare, se accompagnati da un migliore utilizzo degli strumenti finanziari e da un’azione efficace sul fronte della partecipazione lavorativa e della formazione professionale.

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