Il mercato degli affitti brevi in Italia è segnato nel 2024 da un record nel valore generato da Airbnb, che secondo i dati arriva a sfiorare i 20 miliardi di euro. Questo fenomeno interessa non solo il turismo ma coinvolge interi comparti dell’economia nazionale, creando occasioni di lavoro e sostenendo attività locali. L’analisi di Nomisma evidenzia dimensioni e ricadute concrete del business degli alloggi a breve termine. Aumentano gli host attivi, cresce la qualità del servizio e si riducono le cancellazioni, mentre il valore generato investe settori diversi, dall’ospitalità al trasporto.
Il valore economico generato da airbnb e il suo effetto diretto sull’economia italiana
Nel 2024 Airbnb ha raggiunto l’impatto economico più alto mai registrato in Italia: 19,7 miliardi di euro. Questa cifra nasce dall’attività stessa di affitto degli alloggi, ma si espande attraverso un effetto moltiplicatore significativo. Per ogni euro speso tramite piattaforma, l’economia italiana vede rigenerarsi altri tre euro in spesa, così da alimentare diverse filiere locali. Il dato è stato confermato da un’analisi indipendente condotta da Nomisma e comunicato da Matteo Sarzana, country manager per l’Italia e l’Europa Sud-Orientale.
L’impatto si è distribuito su più ambiti. Il settore dell’ospitalità ha beneficiato notevolmente, con alberghi, ristoranti, bar e servizi legati al turismo che hanno avuto un afflusso più cospicuo di clienti. Anche i trasporti locali, che alle volte sono sottovalutati, hanno notato una crescita, poiché tanti ospiti di Airbnb si affidano a servizi di mobilità urbana, auto a noleggio e trasporti pubblici. Su tutto questo si innesta un effetto positivo sull’occupazione: l’analisi stima che l’attività generata da Airbnb sia alla base di circa 139.000 posti di lavoro equivalenti a tempo pieno. Questi numeri indicano un contributo importante dell’economia condivisa non soltanto nelle grandi città ma anche in territori meno urbani.
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Crescita della comunità di host e miglioramento del sistema qualità in italia
L’attenzione alla qualità del servizio e alla regolamentazione dei vari alloggi in Italia ha visto progressi evidenti. Nel 2024 la comunità di “Superhost” su Airbnb è aumentata del 15%, toccando un numero record di circa 68.000 superhost attivi. Questi host rappresentano una fetta significativa della piattaforma e sono noti per garantire esperienze affidabili e ben valutate dagli ospiti. Complessivamente, gli annunci attivi su Airbnb in Italia superano i 150.000, un dato che segnala la diffusione capillare del modello di affitto breve.
Uno degli interventi chiave per assicurare un’offerta trasparente e responsabile è stato l’introduzione dell’obbligo di registrazione per tutti gli affitti brevi in piattaforma. Questo passaggio ha consentito un controllo migliore degli alloggi attivi, riducendo il fenomeno degli annunci non conformi e favorendo la legittimità del settore. La ricaduta più rilevante si è vista nelle cancellazioni degli host: rispetto all’anno precedente, sono diminuite quasi della metà . Questa riduzione testimonia una maggiore stabilità dell’offerta e un impegno della piattaforma nel rafforzare la fiducia degli utenti.
Airbnb e il supporto alle economie locali: dinamiche territoriali e lavoro
Il peso economico di Airbnb si riflette sull’attività delle microeconomie locali sparse su tutto il territorio nazionale. L’utilizzo di abitazioni private come soluzione di alloggio permette ai turisti di accedere a quartieri meno centrali, portando un flusso di spesa che non si limita ai classici poli turistici. Questo si traduce in vendita di beni e servizi per i residenti, in incrementi per le attività commerciali di vicinato e in nuove occasioni di lavoro legate alla gestione degli alloggi, dalla pulizia alla manutenzione.
Lavoro e opportunità legate al settore affitti brevi
Il lavoro coinvolto si estende non solo agli host ma all’intera catena di supporto, con nuove posizioni legate ai servizi accessori alla permanenza temporanea. Anche il settore dei trasporti e delle attività ricreative associa i propri risultati all’aumento della clientela ricevuta tramite la rete Airbnb. Questo crea un canale diretto di sostegno all’occupazione, con un calcolo complessivo che supera i 139.000 posti equivalenti a tempo pieno. Un dato rilevante se si considera la natura socioeconomica del settore turistico, spesso caratterizzato da stagionalità e lavoro discontinuo.
Il ruolo delle piattaforme digitali nel nuovo modello turistico italiano
La diffusione delle piattaforme come Airbnb ha modificato il rapporto tra domanda e offerta nel mercato turistico italiano. La digitalizzazione ha permesso un accesso più immediato e trasparente ai beni immobili disponibili per soggiorni brevi, cambiando il modo in cui le persone si organizzano per viaggiare. L’aumento degli annunci e la crescita qualitativa offerta dai Superhost testimoniano un adattamento alle nuove regole e una spinta alla professionalizzazione del settore.
In questo scenario, la regolamentazione e il controllo giocano un ruolo chiave per stabilire un equilibrio tra crescita e regolarità. Le iniziative volte a obbligare la registrazione degli affitti brevi e a migliorare il tasso di conferma degli host contribuiscono a definire un mercato più affidabile. Di fatto, le piattaforme digitali si confermano non soltanto come canale di vendita ma anche come strumenti per elevare lo standard complessivo dei servizi turistici offerti in Italia.
L’espansione di Airbnb guarda inoltre alle esigenze di sicurezza e trasparenza, elementi indispensabili per consolidare una base solida e duratura. La crescita della comunità di host di qualità e la riduzione delle cancellazioni sono segnali evidenti di questa tendenza, che influenza positivamente anche chi opera nel settore tradizionale dell’accoglienza.