Le Regioni Europee Dell’automotive dicono sì alla mozione abruzzese per aiuti a imprese e tecnologia

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Le Regioni europee che fanno parte dell’Automotive Regions Alliance hanno approvato all’unanimità una mozione presentata dall’Abruzzo. L’iniziativa punta a creare un regime temporaneo di sostegno agli investimenti nel settore automotive, con un occhio di riguardo alle regioni che stanno affrontando una riconversione industriale. L’obiettivo è finanziare l’ampliamento degli impianti, l’aggiornamento tecnologico e l’espansione delle attività, coinvolgendo grandi imprese e piccole realtà della filiera.

Abruzzo guida il consenso: la mozione passa senza voti contrari

Durante la quarta assemblea europea di ARA, a Monaco di Baviera, tutte le regioni aderenti hanno dato il loro via libera alla proposta arrivata dall’Abruzzo. L’assessore Tiziana Magnacca, presente ai lavori, ha sottolineato che questo risultato è frutto del lavoro portato avanti dal presidente Marco Marsilio e dall’assessorato alle Attività produttive. La mozione ha raccolto il sostegno di tutte le regioni, da nord a sud, da est a ovest, dopo aver messo in luce le difficoltà che il settore produttivo europeo sta attraversando. Molte decisioni europee sono state giudicate troppo rigide e lontane dalla realtà concreta degli stabilimenti.

Il testo si concentra sul bisogno di aiutare le imprese in un momento di grandi cambiamenti, per evitare che gli investimenti fondamentali si fermino. Il principio è semplice: dare alle regioni, anche quelle in fase di transizione, la possibilità di usare risorse per modernizzare e ampliare gli impianti. L’obiettivo è tenere in piedi l’occupazione e rilanciare la competitività in un contesto europeo complicato.

Le richieste delle regioni all’Europa per salvare il settore auto

Le regioni dell’Automotive Regions Alliance hanno avanzato richieste precise all’Unione Europea. Hanno chiesto di ribadire la neutralità tecnologica, cioè la libertà di scegliere tra diverse soluzioni ambientali, non solo l’elettrico puro ma anche ibrido, idrogeno e biocarburanti. Inoltre, serve un fondo straordinario per sostenere aziende, fornitori e tutta la filiera dei componenti.

Le regioni chiedono anche più flessibilità nelle regole dei fondi europei, per gestire meglio le risorse a favore di imprese e lavoratori. Propongono di sospendere temporaneamente vincoli ritenuti troppo rigidi per il momento attuale. Nel mirino anche temi come il lavoro, la formazione e l’innovazione tecnologica, ritenuti fondamentali per il rilancio e la tenuta del settore.

Queste richieste nascono dalla consapevolezza delle difficoltà che affrontano i produttori europei, messi sotto pressione dalla concorrenza di mercati esterni con costi più bassi e investimenti più massicci. Le regioni vogliono che l’Europa prenda decisioni che diano una mano a un settore chiave per economia e occupazione a livello continentale.

Abruzzo protagonista: la sfida della transizione verde nel dibattito europeo

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha preso parte attiva al confronto europeo, portando la voce della sua regione. Ha ribadito che l’Europa deve fare scelte chiare, ascoltando i segnali che arrivano dal mercato. Marsilio ha evidenziato come la produzione di auto in Europa sia calata drasticamente, con volumi in forte diminuzione che mettono a rischio l’intero settore e i territori legati all’industria.

Secondo il presidente abruzzese, le politiche europee sulla transizione verde hanno generato incertezze per il futuro dell’industria. Ha chiesto che le istanze dei territori e dei lavoratori vengano prese più seriamente prima di prendere decisioni definitive. La sua posizione punta a una transizione energetica che sia sostenibile anche dal punto di vista occupazionale e industriale.

L’Abruzzo ha scelto una linea dura nel difendere il settore, cercando di coniugare innovazione e tutela dei posti di lavoro in un momento molto delicato. Il commento di Marsilio arriva in un periodo in cui il mercato automobilistico europeo ha visto le vendite dimezzarsi rispetto ai livelli pre-pandemia.

Mercato in calo e lavoro: quanto conta davvero l’automotive in Europa

Prima della pandemia, le vendite annuali di auto in Europa superavano i 12 milioni di unità. Nel 2024, sono scese a circa 6 milioni, una caduta che racconta le difficoltà profonde dell’industria europea. Il calo delle immatricolazioni traduce una domanda più debole e una trasformazione in corso nel settore.

L’assessore Tiziana Magnacca ha ricordato che la filiera automotive in Europa coinvolge circa 13 milioni di persone, tra diretti e indiretti, pari al 6% della forza lavoro complessiva. Ha sottolineato anche il peso degli investimenti in ricerca e sviluppo: il 31% del budget per R&S è destinato proprio all’auto.

Questi numeri mostrano quanto il settore sia importante per occupazione e tecnologia in Europa. La sfida è restare competitivi, soprattutto di fronte a concorrenti come Cina e Stati Uniti, che puntano su prodotti elettrici a basso costo e investimenti massicci nell’innovazione industriale.

Per questo motivo, le regioni europee hanno deciso di unire le forze, affrontando insieme le sfide di mercato e tecnologiche. L’obiettivo comune è aiutare le aziende europee dell’automotive a mantenere produttività e capacità di innovazione nel lungo periodo.

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Laura è la mente dietro una popolare rubrica su Gaeta.it, un rinomato sito dedicato alle notizie e agli eventi della città di Gaeta e dell'intero Lazio. La sua rubrica, apprezzata per l'approccio approfondito e analitico, si concentra su temi di attualità, cronaca locale e sviluppi culturali, offrendo agli abitanti e ai visitatori informazioni dettagliate e aggiornate. Grazie alla sua esperienza e passione per il giornalismo, Laura ha saputo creare un legame solido con la sua audience, fornendo contenuti che non solo informano ma stimolano anche il dibattito e la riflessione sulla vita nella regione.