L’attrattività territoriale e le professioni più richieste nel mercato del lavoro italiano nel 2025

L’attrattività territoriale e le professioni più richieste nel mercato del lavoro italiano nel 2025

Il mercato del lavoro in Italia mostra forte domanda nelle grandi città e nel turismo, con crescita per professioni commerciali e servizi, difficoltà di reperimento soprattutto nelle costruzioni e alta presenza di lavoratori stranieri.
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L'articolo analizza il mercato del lavoro in Italia, evidenziando le aree urbane più attrattive, le professioni in crescita e in calo, il ruolo dei lavoratori stranieri e le difficoltà di reperimento del personale in vari settori, con tempi di ricerca spesso lunghi soprattutto per le imprese medio-piccole. - Gaeta.it

Il mercato del lavoro in Italia presenta segnali chiave sul territorio e per categorie professionali. Alcune aree urbane e province mostrano una capacità di attrarre domanda di lavoro più alta rispetto ad altre. Nel contempo, emergono gruppi di professioni più richiesti e settori con difficoltà a trovare personale adeguato. Questo rende evidente la composizione attuale dell’occupazione e le sfide legate al reperimento di forza lavoro qualificata.

Aree metropolitane e le province con la maggiore attrattività lavorativa

Le città con il tessuto economico più vivace risultano Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Catania e Palermo. Questi centri urbani si distinguono per una domanda di lavoro più marcata e costante. Anche le province del Nord-Est italiano confermano una forte capacità di attrazione, probabilmente legata a specificità produttive e alla rete industriale consolidata sul territorio.

Negli altri territori nazionali, la crescita nelle assunzioni si concentra maggiormente in località caratterizzate da forte presenza turistica. Questi luoghi, generalmente con alta densità di visitatori, mostrano aumenti solo in alcune aree, probabilmente grazie alla stagionalità e all’indotto turistico che stimola la richiesta di personale nei servizi. Così si delinea un quadro in cui la dinamica del mercato del lavoro si lega sia a fattori urbani sia a motivi economici di settore, soprattutto collegati al turismo.

Professioni con la crescita più significativa e quelle in calo

Le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi occupano una quota rilevante delle assunzioni previste, con quasi 886mila entrate stimate nei prossimi mesi. Queste rappresentano più del 30% del totale, con un aumento pari a circa 75mila contratti . Lo sviluppo del settore terziario dimostra la crescente centralità di questi ruoli, soprattutto nell’ambito dei servizi.

In contrapposizione, le professioni tecniche e impiegatizie evidenziano una riduzione nei nuovi inserimenti. Le previsioni parlano di 347mila entrate per le professioni tecniche, con un calo del 5,4%, e di 246mila per gli impiegati, in diminuzione del 3,1%. Probabilmente il fenomeno è collegato a processi di automazione e digitalizzazione, che toccano molti compiti operativi tradizionalmente svolti da queste figure. Anche la richiesta per conduttori di impianti e autisti scende del 2,7%, segnalando una possibile riorganizzazione delle mansioni o un cambiamento nella domanda.

Incidenza dei lavoratori stranieri e i settori più coinvolti

Quasi il 19% delle assunzioni previste coinvolge lavoratori stranieri. La maggior parte di essi si concentra nel settore dei servizi, che prevede circa 395mila nuovi ingressi dal personale extra UE o extra comunitario. All’interno di questo comparto, spicca il settore turistico, con 115mila assunzioni previste e un incremento dell’8,5% rispetto al 2024.

Questo trend riflette la dipendenza di molte imprese del turismo da manodopera straniera, molto spesso impiegata in ruoli stagionali o legati all’accoglienza. La presenza dei lavoratori stranieri resta quindi un elemento rilevante per mantenere il funzionamento di alcune attività che sono centrali per l’economia italiana, specie nelle regioni con forte vocazione turistica.

Difficoltà di reperimento del personale e il mismatch più evidente

Uno dei problemi principali per le imprese resta il reperimento di personale adatto. Nelle costruzioni, si segnala una difficoltà molto alta, che riguarda oltre il 60% delle posizioni da coprire. Anche i settori metalmeccanico, elettronico e tessile segnalano problemi simili, con percentuali vicine al 60%.

Nel campo dei servizi, emerge una maggiore fragilità nel reclutare professioni informatiche e telecomunicazioni, col 49,5% delle posizioni che restano scoperte. Seguono i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio e i servizi turistici, alloggio e ristorazione con valori leggermente in calo ma sempre rilevanti .

Le difficoltà maggiori nel trovare personale si registrano soprattutto nelle imprese di dimensioni medio-piccole. Al contrario, grandi aziende con più di 500 dipendenti incontrano problemi solo in un terzo dei casi. Questo dimostra come la capacità di attrarre candidati migliori o più qualificati sia più solida nelle realtà di grandi dimensioni.

Tempi di ricerca e le filiere con tempi più lunghi per nuove assunzioni

Nel complesso, le imprese passano più di quattro mesi alla ricerca dei profili più difficili da trovare. Le attese più lunghe, fino a sei mesi, si registrano in settori come tessile, abbigliamento, cuoio, calzature, oltre che nelle industrie del legno, del mobile e nelle costruzioni.

Un diverso andamento emerge nei servizi: i comparti di supporto alle imprese, servizi alle persone e turismo segnano tempi più contenuti, con una media di circa 3,6 mesi. Questo mostra una differente velocità sul mercato del lavoro a seconda dei ruoli e dei settori e sottolinea le difficoltà che alcuni lavoratori continuano a rappresentare per le aziende.

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