Lasciti solidali in Italia 2025: tendenze in bilico tra incertezze e crescita stabile nel nonprofit

Lasciti Solidali In Italia 202

Lasciti solidali in Italia: tra sfide e crescita nel nonprofit 2025 - Gaeta.it

Laura Rossi

11 Settembre 2025

Il rapporto presentato a Roma nel luglio 2025 fotografa l’atteggiamento degli italiani e delle organizzazioni nonprofit verso il lascito solidale, uno strumento di sostegno che fatica a decollare nel clima di preoccupazione sociale ed economica. Il dato emerge da uno studio realizzato su persone con più di 25 anni e 197 enti del Terzo Settore italiani, coinvolti per capire come evolve la raccolta di fondi tramite testamenti con finalità benefiche.

Il sentiment degli italiani verso il testamento solidale nel contesto attuale

L’indagine ha rilevato un lieve calo nell’interesse degli italiani a lasciare una donazione testamentaria: la propensione scende dal 18% al 15%. Questo movimento riflette un clima di incertezza diffusa che coinvolge anche la percezione del futuro. Motivo principale di questa frenata è la paura che il lascito possa sottrarre risorse ai propri eredi, un timore condiviso dal 39% dei intervistati. Inoltre, un cittadino su quattro esprime apprensione per la precarietà lavorativa di figli o nipoti, frenando così decisioni di lungo termine.

Tra i pregiudizi più diffusi, risalta l’idea che i lasciti siano riservati esclusivamente a chi possiede patrimoni ingenti, una convinzione che cresce del 5% rispetto agli anni precedenti. Nonostante questi segnali, la quota di anziani over 50 che ha già deciso un lascito resta stabile al 3%. Sensibile è anche il ruolo della famiglia: il 68% degli italiani coinvolgerebbe i propri cari in questa scelta, sottolineando la rilevanza del dialogo intergenerazionale nella pianificazione testamentaria solidale.

Il notariato, rappresentato da Flavia Fiocchi, chiarisce che la legge italiana tutelerà sempre la quota legittima degli eredi, lasciando comunque libera la parte disponibile per il lascito solidale. Questo sfata il mito che la donazione testamentaria metta a rischio i diritti di parenti prossimi. Anche piccoli lasciti possono contribuire ad aiutare futuri beneficiari senza intaccare i diritti familiari. L’impegno è quello di fornire informazioni corrette per evitare timori infondati.

L’evoluzione delle organizzazioni nonprofit nella raccolta dei lasciti dal 2020 al 2024

Le organizzazioni nonprofit hanno vissuto un periodo di crescita costante nella ricezione di lasciti solidali nell’ultimo quinquennio. Dal 2020 al 2024 la quota di enti che hanno incassato tra 1 e 5 lasciti passa dal 39% al 51%. Contestualmente cresce la percentuale di enti che ricevono da 6 a oltre 30 lasciti. La quota di ONP senza alcun lascito cala di 16 punti percentuali, scendendo al 23%. La raccolta tramite lasciti passa dall’8% al 14% del totale dei fondi, quasi raddoppiando di peso economico sul budget delle organizzazioni.

Il 76% delle ONP prevede un ulteriore incremento, a fronte di solo il 3% che teme una diminuzione. I lasciti in denaro o in beni mobili coprono circa il 75% del totale e la maggioranza delle donazioni rimane non vincolata . Ciò indica una forte fiducia nella missione delle organizzazioni, lasciando loro libertà di utilizzo dei fondi.

Rossano Bartoli evidenzia come la crescita in questo ambito contrasti con la diffusa incertezza sociale, ribadendo la spinta data dalla pandemia a consolidare il lascito solidale come risorsa concreta per il Terzo Settore nostrano. Il peso economico progressivo indica che molte realtà vedono nel lascito un elemento centrale per la sostenibilità.

La distribuzione economica delle donazioni testamentarie nelle organizzazioni italiane

L’analisi per fatturato mostra che le ONP con guadagni superiori ai 10 milioni di euro vedono salire la quota di enti destinatari di lasciti dal 16% al 20% tra 2020 e 2024. Quelle con fatturato tra 1 e 10 milioni rimangono stabili attorno al 34%. Scende invece la quota delle organizzazioni sotto il milione di euro, che passano dal 51% al 45%.

Questo indica una correlazione marcata tra dimensioni economiche e capacità di attrazione dei lasciti. Nonostante ciò, la maggioranza degli enti resta formata da realtà di piccole dimensioni, anche se non più in posizione preminente come fino a cinque anni fa.

L’ascesa delle ONP maggiori si lega anche alla presenza di staff dedicati alla comunicazione e gestione dei lasciti, un elemento cruciale per intercettare questo tipo di donazioni.

Strategie e ostacoli alle campagne di promozione dei lasciti solidali nelle ONP

Ben il 55% delle organizzazioni non ha mai promosso una campagna specifica sui lasciti. Tra chi ha avviato iniziative di comunicazione, la maggior parte le ha impostate negli ultimi 15 anni, con un aumento negli ultimi cinque anni. Solo un 17% ha iniziato prima del 2010.

Il coinvolgimento nelle campagne cresce con la dimensione dell’ente: 83% delle grandi ONP comunicano attivamente sui lasciti, contro il 22% di quelle più piccole. Molti enti più piccoli lamentano mancanza di risorse umane , competenze specifiche e strumenti adeguati . Un aspetto significativo è anche la difficoltà nel gestire gli aspetti giuridici e fiscali .

Infine, un 31% delle realtà non vede nei lasciti una priorità culturale e il 21% non registra pressioni esterne significative. Alcuni ritengono l’investimento a lungo termine troppo gravoso, una percezione che rallenta l’attivazione di strategie di promozione.

I segnali di cambiamento dalla pandemia alle prospettive future del lascito solidale

Il 76% delle ONP prevede un incremento degli introiti da lasciti nell’immediato futuro. Questo fa pensare a una maggior attenzione verso la solidarietà, soprattutto tra le generazioni più anziane nate dopo il boom del volontariato e delle donazioni.

Le nuove generazioni di anziani si mostrano più consapevoli delle questioni sociali e ambientali rispetto al passato. L’impegno costante delle organizzazioni nel diffondere informazioni corrette sta progressivamente facendo superare timori e pregiudizi.

Il lascito solidale assume dunque un ruolo sempre più centrale per la tenuta di molte realtà nonprofit italiane, confermando la loro capacità di intercettare anche donazioni indirette nel proprio bilancio. Restano tuttavia sfide rilevanti soprattutto nella comunicazione e nella cultura di settore, elementi su cui gli enti si concentrano per progettare il futuro.