La trasformazione della polvere di caffè usata in opere d’arte rappresenta un esempio affascinante di come i materiali di scarto possano acquisire nuova vita. In un’epoca in cui l’attenzione verso l’ambiente è sempre più centrale, artisti come Roberta Betti utilizzano materiali sostenibili per esprimere la loro creatività. Questo articolo esplorerà la genesi di un’opera d’arte innovativa realizzata con polvere di caffè di alta qualità e il messaggio profondo che essa rappresenta.
L’idea creativa dietro l’opera
L’idea di creare un’opera d’arte utilizzando scarti di caffè è frutto di un legame speciale tra Roberta Betti e Tiziana Tacchi, chef e proprietaria dell’osteria Il Grillo è Buoncantore. Tiziana è profondamente impegnata nei principî di Slow Food, e il suo amore per un caffè responsabile, come quello dei Fratelli Bonacchi, ha spinto Roberta a trasformare i rifiuti in risorse artistiche. La collaborazione si concentra su un caffè di terroir, appartenente alla Slow Food Coffee Coalition, che incarna valori etici e sostenibili.
La scelta di dipingere con polvere di caffè estratto e materiali di scarto, come l’incarto della cialda Ten, dimostra la capacità di unire estetica e sostenibilità. La combinazione di questa polvere con malta acrilica dà vita a una forma d’arte conosciuta come “trash art”. Qui, il rifiuto diventa elemento essenziale di bellezza e comunicazione, in un contesto in cui l’arte e l’ambiente si intrecciano.
La meraviglia del caffè Typica
L’opera realizzata da Roberta Betti è intitolata “Serie Introspezione Typica“. Questo quadro esalta la varietà Typica, un caffè 100% Arabica originario della comunità di Capucas in Honduras. La scelta di questo microlotto non è casuale: i coltivatori della cooperativa Cocafcal pongono grande attenzione nella raccolta e nella qualità del prodotto, con chicchi grandi e delicati che crescono a altitudini elevate.
Il processo di raccolta è rigorosamente manuale e selettivo, mentre l’essiccazione avviene su letti africani, perfezionando così l’aroma floreale e le note di bergamotto e lemongrass. Questo caffè, non solo raffinato nel sapore, è anche simbolo di una filiera produttiva etica che supporta i piccoli coltivatori, creando un legame diretto tra l’artista, il prodotto e la natura.
La realizzazione e il significato dell’opera
“Serie Introspezione Typica” non è solo un’opera, ma un messaggio che celebra la forza e la bellezza del mondo naturale. Roberta Betti esprime in ogni suo graffio e in ogni colpo di colore il valore simbolico di un’immagine di speranza. L’artista utilizza la tecnica mista per conferire profondità e movimento all’opera, creando un dialogo visivo tra le diverse texture e materiali. Le dimensioni del quadro, pari a 24 x 18 cm, invitano a una contemplazione intima.
L’unione della polvere di caffè e dei ritagli di confezione non solo arricchisce l’opera dal punto di vista visivo, ma rappresenta anche il desiderio di riconfigurare l’idea di scarto in un contesto artistico. Ogni elemento del dipinto racconta una storia: quella del lavoro degli agricoltori, dei loro sforzi quotidiani e del recupero di materiali che altrimenti avrebbero continuato a occupare spazio come rifiuti.
Chi è Roberta Betti
Nata a Chiusi il 29 aprile 1969, Roberta Betti si dedica alla pittura dai primi anni ’90. Nel 2010 ha aperto il suo Atelier nel centro di Chiusi, dove sviluppa il suo stile personale. Le sue opere, caratterizzate da un linguaggio astratto e informale, rivelano forti spunti emozionali e intendono spingere il pubblico a riflettere oltre il visibile.
Nel corso degli anni, Roberta ha esposto il suo lavoro in numerose mostre, sia personali che collettive, sia in Italia che all’estero. L’ultima delle sue esposizioni, intitolata “Splendenti Rivelazioni“, si è svolta nel 2023 a Deruta, dove ha presentato un’ulteriore evoluzione del suo linguaggio artistico. Con una carriera che continua a crescere, Roberta Betti rimane una figura chiave nella scena artistica contemporanea.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Donatella Ercolano