La serata del 7 giugno a Messina ha dato avvio all’anteprima del SalinaDocFest, il festival dedicato al documentario narrativo guidato da Giovanna Taviani. Quest’anno l’evento esplora come il linguaggio visivo e politico modifichi il modo di raccontare il mondo, e di conseguenza la nostra esperienza quotidiana. A inaugurare l’edizione, un incontro che ha messo a fuoco il peso delle parole e la loro responsabilità, con ospiti di rilievo del panorama culturale e cinematografico italiano.
La cerimonia d’apertura a messina e il premio a elio germano
La prima tappa del SalinaDocFest 2025 si è svolta al multisala Apollo di Messina. L’evento è stato condotto dalla giornalista Maria Lombardo, che ha presentato il premio SDF – Fondazione Messina per la Cultura. Il riconoscimento è stato consegnato a Elio Germano, attore protagonista del film “Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre. Germano si è aggiudicato anche il David di Donatello 2025 per questa interpretazione, in cui veste i panni del leader politico Enrico Berlinguer.
Il premio ha evidenziato la qualità dell’interpretazione, riconosciuta sia a livello nazionale sia dalla critica del festival. La scelta di premiare un attore impegnato in un ruolo storico ha dato il tono all’intera edizione, focalizzata sulla forza della parola e del racconto.
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La discussione sulla responsabilità morale delle parole
Dopo la cerimonia, si è tenuto un incontro pubblico sul tema “La responsabilità morale delle parole”, centrale nel festival. L’incontro ha visto confrontarsi Giovanna Taviani insieme a Elio Germano e Marcello Sorgi, giornalista e autore di “San Berlinguer”. Il dialogo ha esplorato come le parole possono mantenere o trasformare il loro significato nel tempo e come restino fondamentali nel formare coscienza e memoria collettive.
Taviani ha sottolineato come Berlinguer si servisse di un linguaggio chiaro e rigoroso, affidando alla parola un valore morale. “Parlare era per il politico un modo di agire responsabile.” La discussione si è concentrata sulle sfide legate alla distorsione del linguaggio, spesso svuotato del suo peso originario nella società contemporanea.
Elio germano tra ricerca attoriale e interpretazione di berlinguer
Elio Germano ha raccontato l’approccio assunto per dare vita al personaggio di Berlinguer. Il lavoro è durato mesi, coinvolgendo l’analisi di registrazioni, interviste e momenti familiari. Un punto essenziale è stato comprendere come Berlinguer si esprimesse con silenzi lunghi, una pausa che strutturava il suo pensiero. Germano ha spiegato che il leader politico non usava mai un tono forzato: “la sua voce restava costante sia in pubblico che nel privato.”
L’attore ha evidenziato la specificità di quel linguaggio che non imitava, ma incarnava la persona. Berlinguer emergeva così come un uomo curioso, che faceva domande per capire davvero ciò che accadeva intorno a lui. Il racconto ha messo in luce un personaggio che si affidava alla parola come strumento di connessione e verità.
Le riflessioni di marcello sorgi sulle parole della politica e il loro mutamento
Marcello Sorgi ha riportato al centro dell’attenzione la complessità del linguaggio politico di Berlinguer. L’autore ha ricordato come il leader riuscisse a farsi ascoltare sia da anziani che giovani, mantenendo una comunicazione densa ma accessibile.
Germano ha proseguito sottolineando come la politica, nata come legame tra persone, abbia subito un rapido cambiamento. Dal dopoguerra in poi il passaggio culturale ha introdotto valori diversi, basati sull’individualismo e la competizione. Anche il cinema, con l’influenza americana, ha imposto narrazioni semplicistiche, dove il mondo si divide in buoni e cattivi.
Questi nuovi modelli hanno contribuito a cambiare il rapporto con la parola politica, che ha perso coesione e potere aggregante. La felicità, ora concepita come conquista personale, ha preso il posto del senso di comunità. I linguaggi audiovisivi dominanti riflettono questa trasformazione, fatta di immagini e frasi più immediate ma meno profonde.
Tre parole cambiate ma sempre presenti nella società italiana
Giovanna Taviani ha chiuso l’incontro chiedendo quali parole oggi mantengono la stessa pronuncia ma hanno cambiato molto il loro significato. Elio Germano ha indicato “comunista”, una parola che un tempo rappresentava comunità e giustizia sociale, ora spesso denigrata o fraintesa.
Ha poi citato “compromesso”, prima concepito come sintesi democratica, oggi guardato con sospetto. Infine, ha menzionato “libertà”, termine che pure conserva un valore fondamentale, ma viene spesso invocato in modo contraddittorio, anche per giustificare esclusioni.
Questi esempi hanno aiutato a capire come le parole, senza cambiare suono, si trasformino nel loro senso profondo con l’evolversi della società.
Il salinadocfest 2025 sull’isola di salina
Il festival si sposterà a Salina, nell’arcipelago eoliano, dove dal 15 al 20 luglio si terrà la parte centrale della manifestazione. Il programma prevede proiezioni di documentari, incontri con registi e scrittori, e ospiti internazionali come il regista Oliver Stone.
L’evento resta un appuntamento che vuole stimolare riflessioni sui linguaggi contemporanei e la cultura visiva legata al racconto del mondo. La scelta di location e ospiti ricorda l’importanza di un confronto aperto e attento tra parola, immagine e società.