A Roma, Palazzo Bonaparte ospita fino al 21 settembre un’esposizione dedicata a Carole A. Feuerman, scultrice statunitense nota per le sue opere superrealiste. La mostra raccoglie oltre 50 creazioni che raccontano il corpo umano attraverso materiali diversi e più di cinquanta anni di attività artistica. Un viaggio nelle forme, nelle fragilità e nelle storie che i corpi trasmettono, in particolare quelli femminili. L’iniziativa segna il debutto europeo della grande antologica curata da Demetrio Paparoni, promossa da Arthemisia e Feuerman Sculpture Foundation.
le figure sospese di carole a. feuerman tra presenza e tempo
Le opere di Feuerman si caratterizzano per la rappresentazione di corpi con dettagli che sembrano vivi, capaci di suggerire storie nascoste. Le sculture mostrano pelle bagnata da goccioline d’acqua, mani che accarezzano o cercano appigli, tatuaggi che raccontano vicende personali. Sono corpi segnati da ferite, dalla forza dei cambiamenti vissuti o dalle tracce di momenti di vittoria e sconfitta. Queste immagini sfuggono a una collocazione precisa nel tempo o nello spazio, diventano invece simboli universali della condizione umana. La tangibilità degli elementi spinge lo spettatore a una contemplazione da vicino, una rigenerazione del volto più intimo del corpo.
Movimento e tensione interiore
Dal movimento trattenuto di una figura pronta a danzare all’accentuarsi di tensioni muscolari, ogni scultura suggerisce la complessità di un vissuto interiore. L’artista parte dagli anni ’70, mantenendo un fil rouge tra tutte le sue creazioni, sempre rivolto alla corporeità come linguaggio immediato di comunicazione. Queste presenze, quasi sospese, evocano una dimensione emotiva che va oltre la semplice forma fisica. Il gesto, lo sguardo sfuggente, le posture sembrano aprire una finestra sulle lotte quotidiane, sulle ansie, sulle forze che modellano l’identità umana.
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Materiali e tecniche: un dialogo tra resina, bronzo e silicone per raccontare il corpo
Le opere in mostra a Palazzo Bonaparte si distinguono anche per la varietà dei materiali impiegati da Feuerman. Resina, bronzo, silicone, acciaio inossidabile e vernice dialogano insieme per restituire un’impressione di realismo quasi palpabile. La scelta di queste sostanze non è casuale. La resina e il silicone permettono di simulare l’aspetto morbido e naturale della pelle che luccica o si riflette alla luce. Il bronzo e l’acciaio, invece, conferiscono alle forme solidità e resistenza, simbolo delle difficoltà vissute dal corpo umano ma anche della sua capacità di superamento.
Esperienza immersiva e narrativa corporea
L’installazione site specific, parte integrante del percorso espositivo, si connota come esperienza immersiva che sprigiona vibrazioni emotive negli spettatori. La varietà dei materiali amplifica la percezione della fragilità accanto alla forza, rendendo le figure concrete e allo stesso tempo metaforiche. I dettagli dei tatuaggi, delle espressioni facciali, delle mani aggiungono profondità narrativa alle sculture, permettendo un confronto con la propria esperienza di vissuto corporeo. Nel complesso, la tecnica diventa strumento per restituire il corpo non come semplice soggetto, ma come segno di esperienze spesso complesse e multilivello.
Focalizzazione sul corpo femminile: identità, memoria e trasformazione attraverso le sculture
Uno dei temi portanti del lavoro di Feuerman è il corpo femminile, rappresentato con grande attenzione e rispetto. Le sue figure, a corpo intero o frammentate in parti, raccontano la molteplicità delle identità e delle sensazioni vissute dalle donne. Le sculture appaiono pronte a muoversi, con un realismo tale da restituire forza ed emozione. Questi corpi racchiudono una sintesi di consapevolezza, resistenza, memoria storica e trasformazioni che attraversano le età.
Dialogo con femminismo e memoria collettiva
In particolare, nelle opere si avverte un dialogo con il femminismo e le battaglie interiori che molte donne affrontano. I gesti, le posture e le espressioni espongono il conflitto tra vulnerabilità e potenza. Non a caso, la mostra ripercorre alcuni momenti chiave della società contemporanea, evidenziando le contraddizioni spesso vissute quotidianamente. Il messaggio che arriva al visitatore è molto più di una semplice celebrazione della bellezza femminile: è una finestra sulle molteplici sfumature dell’identità e dell’esperienza, colta attraverso il corpo.
La scelta di raffigurare tatuaggi e dettagli non casuali sottolinea il rapporto tra memoria personale e collettiva, fra passato e presente. In questo modo la rappresentazione artistica diventa testimonianza di una realtà che cambia, di percorsi individuali di crescita o di lotta che si delineano già in ogni forma e gesto. Le sculture di Feuerman, dunque, assumono valore di simboli viventi che racchiudono storie di trasformazione profonda.
Palazzo bonaparte come luogo di incontro tra arte e percezione corporea
La scelta di Palazzo Bonaparte, a Roma, come sede per questa antologica di Carole A. Feuerman, aggiunge un ulteriore significato al percorso espositivo. L’edificio storico, immerso nel cuore della città, diventa uno spazio dove l’arte non si limita a farsi ammirare ma coinvolge chi osserva. Gli spazi si prestano a un dialogo diretto con le opere, favorendo un’interazione fisica e emotiva con il corpo come tema dominante.
Un luogo che parla al visitatore
Proprio qui si concentra la capacità dell’arte di Carole Feuerman di provocare riflessioni sulla presenza e sull’identità umana. Le sculture invitano lo spettatore a una distanza ravvicinata ma anche a una contemplazione dei dettagli più intimi, dalle rughe superficiali ai tatuaggi. Questa esperienza ravviva sensazioni spesso dimenticate o sottovalutate nel quotidiano, ponendo il corpo come testimone di emozioni, eventi, cambiamenti.
La collocazione e l’allestimento calibrato permettono anche di osservare l’evoluzione artistica di Feuerman, da inizio carriera sino al contemporaneo. Ogni elemento si legge in rapporto diretto con gli altri, come in un racconto per immagini che si costruisce sfogliando decenni di creatività attenta ai mutamenti umani e sociali. Palazzo Bonaparte si conferma così un contesto adeguato per ospitare un progetto espositivo che parla di esseri umani senza tempo, dalle forme di pietra, resina e metallo.