Negli Stati Uniti, gli avvelenamenti da Tylenol del 1982 rappresentano uno dei casi criminali più enigmatici e ancora irrisolti della storia recente. La vicenda ha sconvolto intere comunità e segnato profondamente l’industria farmaceutica, dopo la contaminazione con cianuro di alcune confezioni di analgesici. La serie documentaristica “Cold Case: Gli omicidi del Tylenol”, disponibile da maggio 2025 su Netflix, ripercorre quei momenti cruciali attraverso interviste, documenti e testimonianze, offrendo uno sguardo aggiornato sulle indagini e ricostruendo il clima sociale di quegli anni.
Un’isteria collettiva e indagini complicate da piste sbagliate
L’avvelenamento di alcune confezioni di Tylenol, prodotto dalla divisione farmaceutica di Johnson & Johnson, scatenò immediatamente una serie di eventi concitati. Subito dopo le prime morti, il panico dilagò nelle comunità interessate, influenzando anche il modo in cui la stampa e l’opinione pubblica affrontarono la situazione. Le investigazioni vennero segnate da molti errori e piste false, che portarono a un prolungato stallo.
La serie ricostruisce quel clima di confusione, basandosi su interviste ai familiari delle vittime e agli agenti del FBI e delle forze dell’ordine coinvolti. Emergono dettagli sulla pressione a trovare un colpevole e sugli interpretazioni errate di alcune prove. Questo contesto, di tensione e incertezza, fu uno degli elementi che rallentarono il lavoro investigativo e impedirono di chiudere rapidamente il caso.
Leggi anche:
La risposta di johnson & johnson e il cambiamento delle confezioni farmaceutiche
Dopo i tragici eventi, Johnson & Johnson decise di ritirare immediatamente il Tylenol dal mercato per tutelare i consumatori. Questa scelta fu un passo importante, anche considerando i costi economici e d’immagine per la compagnia. Successivamente, l’azienda introdusse confezioni che non potevano essere aperte e richiuse facilmente, una novità che cambiò per sempre il modo in cui i farmaci venivano venduti e confezionati negli Stati Uniti.
Nonostante questi accorgimenti, le ricerche dimostrarono che l’avvelenamento delle bottigliette non era avvenuto nel processo produttivo, ma dopo la distribuzione e nei negozi. Questa scoperta spinse gli inquirenti a considerare la possibilità che qualcuno avesse manomesso il prodotto una volta arrivato sugli scaffali, complicando ulteriormente le indagini.
La figura di james lewis: sospetti, prove e accuse di estorsione
Le autorità concentrarono presto i sospetti su James Lewis, un uomo che divenne il principale indagato nel caso. Lewis venne accusato di aver compiuto gli avvelenamenti, ma allo stesso tempo si trovò coinvolto in una vicenda parallela: inviò una lettera anonima a Johnson & Johnson in cui chiedeva un riscatto di un milione di dollari per fermare gli avvelenamenti.
Il suo coinvolgimento suscitò grande attenzione mediatica e un intenso lavoro investigativo, ma alla fine venne scagionato. Il test del DNA non ha mai rilevato la sua presenza sulle confezioni manomesse, mentre l’unico capo di imputazione rimase quello relativo alla tentata estorsione.
Le indagini, però, per decenni si sono concentrate quasi esclusivamente su Lewis, senza esplorare altre piste valide o sospetti diversi. Il problema resta ancora aperto e questo ha alimentato speculazioni e teorie alternative.
Nuovi sguardi e ipotesi alternative nel documentario di netflix
La serie “Cold Case: Gli omicidi del Tylenol” vuole offrire un punto di vista più ampio sulla vicenda. Il produttore Jon Pines ha dichiarato che “lo scopo è stato proprio allargare il campo delle indagini, esaminando altre teorie e possibili colpevoli che in passato sono state messe da parte o sottovalutate.”
Attraverso testimonianze di esperti, agenti, familiari delle vittime e documenti inediti, la serie cerca di portare alla luce dettagli nuovi o rimasti nascosti. Non si limita a ricostruire fatti d’epoca ma spinge lo spettatore a riflettere su quanto ancora si ignora su questa vicenda.
Dopo il successo della prima stagione dedicata al Caso JonBenét Ramsey, questa seconda parte si concentra dunque su un altro cold case americano, con lo stesso approccio: una ricerca più ampia e meno convenzionale. Il documentario è disponibile su Netflix dal 26 maggio 2025.