Il turismo in Europa si sta rapidamente trasformando con il cambiamento climatico che influenza scelte e destinazioni. Le tradizionali mete del Mediterraneo, un tempo amatissime per le loro spiagge calde, stanno cedendo terreno a località con temperature più miti. Questo movimento verso il fresco, definito come “coolcation“, coinvolge paesi del nord Europa e persino destinazioni più estreme come la Groenlandia. L’Unione europea ha approfondito l’argomento con uno studio che evidenzia i possibili scenari fino al 2100, restituendo una fotografia nuova e molto diversa del turismo nel continente.
La coolcation e il mutare delle preferenze turistiche
Fino a poco tempo fa, il turismo estivo ruotava attorno al desiderio di sole caldo e mare, con l’alta stagione concentrata nei mesi più caldi, da giugno a settembre. Chi cercava il fresco, preferiva le alte quote o le serate con giacca e cardigan, spesso considerate condizioni marginali rispetto a quella che fosse la vacanza ideale. Oggi, invece, cresce un interesse marcato per mete con temperature più tollerabili e piacevoli, soprattutto nelle stagioni di mezzo come primavera e autunno.
Il neologismo “coolcation“, nato dagli angloamericani, ha guadagnato spazio nei social e nelle ricerche online, segnalando questo cambiamento. Le temperature estive roventi nei paesi mediterranei, con ondate di calore, incendi e blackout, hanno influenzato la percezione degli spazi e dei tempi turistici. Il caldo non è più solo un fastidio temporaneo, ma un elemento che condiziona le scelte personali e potrebbe ridurre l’appeal delle località più calde.
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L’Unione europea ha commissionato uno studio sulle conseguenze a lungo termine del cambiamento climatico sul turismo, mettendo in luce come entro fine secolo alcune destinazioni storiche possano perdere un numero significativo di visitatori. Con un aumento di 4 gradi delle temperature medie globali, le spiagge di Spagna, Grecia, Italia e Portogallo potrebbero risultare meno frequentate, a favore di paesi nordici dove il clima resta più dolce e stabile.
Mete nordiche favorite nell’era del caldo estremo
L’andamento climatico sta regolando l’interesse verso destinazioni meno classiche ma più fresche. Danimarca, Finlandia, Svezia, Irlanda e Regno Unito stanno attirando un turismo che prima guardava altrove. Il fenomeno è già evidente con dati concreti: nel 2023 la penisola dello Jutland ha registrato un aumento del 120% dei visitatori rispetto agli anni precedenti. Le condizioni climatiche più miti lungo le coste settentrionali rendono possibili bagni anche ad aprile, anticipando la stagione turistica o allungandola oltre l’estate tradizionale.
Questi numeri non si fermano qui. Le regioni scandinave e l’Islanda hanno sperimentato un aumento delle prenotazioni del 263% su base annua, un segnale concreto della svolta in corso. Per questi paesi la combinazione di temperature più gradevoli e infrastrutture consolidate fa da volano per attrarre turisti in cerca di un riparo dalle estati ormai roventi. Il turismo nordico si avvicina a un nuovo ruolo, in cui il fresco assume un valore non solo climatico ma anche commerciale.
La nuova frontiera del turismo: la groenlandia tra accessibilità e richieste in crescita
La Groenlandia, fino a pochi anni fa una meta riservata a pochi esploratori, sta cambiando faccia grazie all’allentamento delle barriere geografiche e ai mutamenti ambientali. Nel 2023 questa regione ha accolto circa 141mila turisti, numero in aumento visto che molti arrivano tramite crociere o voli indiretti. Da quest’estate, nuovi collegamenti giornalieri tra la capitale Nuuk e gli Stati Uniti hanno aperto nuove possibilità di accesso.
L’aeroporto di Ilulissat sarà abilitato ad accogliere voli intercontinentali entro il 2025, facilitando ulteriormente i flussi turistici. Si prevede che il numero di visitatori in arrivo via aereo possa almeno raddoppiare, superando quelli che utilizzano la nave. Questa maggiore facilità raggiungere la Groenlandia rappresenta un’opportunità unica in un contesto di mutato scenario climatico, dove temperature più fresche e paesaggi unici diventano motivo di richiamo per chi si sottrae alle ondate di calore altrove.
Equilibrio tra turismo e ambiente in aree delicate
L’equilibrio tra turismo e ambiente è cruciale, soprattutto in aree delicate come la Groenlandia, dove il rapporto tra ospiti e territorio si deve mantenere sostenibile. Il nuovo quadro apre il dibattito su come affrontare un turismo che cambia per necessità e non per moda, in un continente che si adatta ai segnali del clima in continua trasformazione.
“Il turismo che cambia per necessità e non per moda” enfatizza l’urgenza di nuove strategie per rispondere alle sfide climatiche senza compromettere i fragili ecosistemi coinvolti.