la rivincita di massimo giletti con lo stato delle cose, il talk che supera il 7% di share nonostante lo snob della rai3

la rivincita di massimo giletti con lo stato delle cose, il talk che supera il 7% di share nonostante lo snob della rai3

Massimo Giletti torna su Rai3 con Lo Stato delle Cose, programma apprezzato dal pubblico ma poco valorizzato dalla rete, che ne conferma la stagione nonostante il rapporto difficile e la marginalizzazione interna.
La Rivincita Di Massimo Gilett La Rivincita Di Massimo Gilett
Massimo Giletti torna su Rai3 con "Lo Stato delle Cose", un talk show con ascolti in crescita ma poco supportato dalla rete a causa di contenuti non allineati alla linea editoriale della terza rete, creando un rapporto difficile e un posizionamento marginale nonostante il successo di pubblico. - Gaeta.it

La partenza del nuovo ciclo televisivo ha visto il ritorno di massimo giletti tra i volti di rai3 con il suo programma Lo Stato delle Cose, che ha conquistato numeri importanti in termini di ascolti ma senza ricevere il supporto atteso dalla rete. Il talk, incentrato su temi spesso distanti dalla linea tradizionale di rai3, ha riconfermato il gradimento del pubblico, sfidando il silenzio e la mancata promozione da parte della sua rete di appartenenza. Scopriamo cosa sta succedendo dietro le quinte e quali sono le ultime novità relative al programma e al rapporto con la direzione della terza rete.

ascolti in crescita per lo stato delle cose: un fenomeno poco valorizzato da rai3

La puntata recente di Lo Stato delle Cose, trasmessa su rai3 nella serata del lunedì, ha raggiunto quota 1.156.000 spettatori, ottenendo il 7,3% di share. Si tratta di dati che rappresentano un risultato rilevante nell’attuale scenario televisivo, soprattutto considerando che il programma mantiene spesso ascolti stabili oltre il 5%. Questi numeri mettono il talk di giletti davanti a molte altre proposte, compresa la storica trasmissione condotta da bianca berlinguer sulla stessa rete. Il successo in termini di pubblico potrebbe sembrare da solo un elemento sufficiente per ricevere attenzione e sostegno, invece giletti continua a essere quasi ignorato all’interno dell’offerta di rai3.

Il motivo di questo disinteresse da parte della rete è riconducibile soprattutto alla distanza tra i contenuti trattati e la consueta linea editoriale della rete. Lo Stato delle Cose affronta argomenti e punti di vista spesso percepiti come non allineati con l’orientamento storico e culturale di rai3, cosa che genera una certa freddezza e un coinvolgimento limitato da parte dei colleghi e della direzione. Non a caso la trasmissione viene raramente menzionata o promossa dagli altri programmi e presentatori della rete, alimentando così un clima di isolamento.

Nonostante la posizione ambigua all’interno della rete, il pubblico continua a premiare giletti con una presenza stabile e crescente davanti allo schermo. La differenza tra l’apprezzamento esterno e il comportamento interno di rai3 è evidente, e mette in luce le tensioni che ancora oggi esistono tra autorevolezza editoriale e logiche di rete.

il rapporto difficile con rai3: lo stato delle cose sotto la direzione approfondimenti

Alla luce degli ascolti positivi, rai3 ha deciso di confermare Lo Stato delle Cose anche per la stagione televisiva ormai alle porte. Il programma tornerà in onda da settembre, mantenendo quel pubblico affezionato che segue con attenzione i temi proposti da giletti. Tuttavia la riconferma avviene in un clima non del tutto favorevole per il conduttore, che infatti dovrà procedere con un cambiamento importante nella gestione del suo talk.

La trasmissione non sarà più sotto la direzione di rai cultura, come avvenuto precedentemente, ma passerà all’area approfondimenti guidata da paolo corsini. Questo spostamento non è solo un dettaglio amministrativo. Indica la relativa distanza che la rete avverte tra lo stile e l’approccio di giletti e la filosofia prevalente in rai3. La direzione approfondimenti gestisce programmi con impostazioni più investigative e commerciali, ma il passaggio potrebbe rappresentare anche una sorta di marginalizzazione o segnale di disagio verso l’anomalia che Lo Stato delle Cose rappresenta.

Gli spettatori potrebbero non avvertire subito la differenza, essendo spesso invisibili i meccanismi interni alla tv pubblica, ma l’allontanamento da rai cultura indica una volontà di isolare il programma senza però rinunciarvi del tutto. L’aspetto curioso è che mentre lo snobismo da parte della rete persiste, il pubblico continua a premiare giletti. E a quel punto non resta che guardare agli ascolti per capirne la sorte. Come ha ricordato giletti stesso, “Nessuno può mettere Giletti in un angolo”.

i temi trattati da lo stato delle cose e la diversità rispetto alla linea rai3

Il format di Lo Stato delle Cose si distingue nella programmazione di rai3 per la scelta di affrontare temi spesso meno convenzionali rispetto a quelli abituali della rete. Mentre la terza rete si orienta storicamente verso contenuti culturali, sociali e politici ad alto profilo, il talk di giletti propone un approccio più diretto, meno allineato ai circuiti interni del pubblico servizio.

Gli argomenti toccati spaziano dalla politica alle questioni di attualità, a volte mettendo in discussione posizioni istituzionali o sfidando opinioni consolidate nello stesso ambiente della tv pubblica. È questo tratto che ha contribuito a dar vita a una certa diffidenza verso la trasmissione da parte dell’establishment di rai3. Non a caso i colleghi raramente promuovono o elogiano il lavoro del conduttore, preferendo mantenere una distanza prudente.

Un corpo estraneo nella terza rete

Questa distanza modifica anche il modo in cui Lo Stato delle Cose viene gestito e comunicato internamente. Il programma, per quanto apprezzato dal pubblico, resta un corpo estraneo nel mosaico della terza rete. Viene riconosciuto per i risultati in termini di ascolti ma inserito in una posizione laterale rispetto agli altri contenuti editoriali. Così si spiega il doppio gioco della rete: mantenere il programma per la sua capacità di attrarre spettatori, senza però concedergli lo spazio e la considerazione che si riservano ad altri titoli.

Questa contraddizione tra pubblico e interno sembra destinata a continuare almeno per ora, visto che la riconferma del programma conferma la volontà di non lasciarlo andare ma anche di non farlo diventare centrale. Un equilibrio fragile tra successo e marginalità.

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