La patata della riviera romagnola protagonista al macfrut 2025 per il rilancio territoriale

La patata della riviera romagnola protagonista al macfrut 2025 per il rilancio territoriale

La patata della Riviera romagnola, coltivata su oltre 200 ettari tra Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, viene valorizzata da Confagricoltura e Crea al Macfrut 2025 per sostenere economia e tradizione locale.
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La patata della Riviera romagnola, coltivata tra Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, è un prodotto tipico precoce e fresco, legato al territorio costiero e valorizzato attraverso iniziative come l’evento Macfrut 2025 per sostenere produzione e mercato locali. - Gaeta.it

La zona costiera di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini ospita una produzione agricola che lega i suoi sapori all’aria di mare e alle sabbie locali. La patata della Riviera romagnola cresce qui, precoce e apprezzata soprattutto durante la stagione turistica. Il tubero accompagna da sempre l’offerta gastronomica degli alberghi, dei ristoranti e dei mercati della Riviera, diventando un prodotto simbolo di questa parte d’Italia. Per sostenere questa coltivazione e valorizzarne il ruolo economico e culturale, Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini ha scelto il Macfrut 2025 come palcoscenico per un evento dedicato. L’appuntamento vedrà esperti, rappresentanti istituzionali e produttori confrontarsi su metodi, varietà e strategie per rafforzare la presenza della patata romagnola sul mercato.

Un prodotto nato dalla terra sabbiosa e dalla brezza marina della riviera romagnola

La patata della Riviera romagnola è frutto della combinazione unica tra terreno sabbioso e il clima mite garantito dalla vicinanza del mare Adriatico. Queste condizioni favoriscono una crescita rapida e anticipata, ideale per soddisfare la domanda dei turisti che affollano alberghi e locali sin dall’inizio della primavera. I tuberi, raccolti freschi e a mano, presentano caratteristiche organolettiche particolari, tra cui un alto contenuto di vitamina C, che li rende apprezzati per la loro qualità nutrizionale e gusto delicato.

La tradizione di coltivare patate in questa fascia litoranea è radicata da tempo, con varietà che si sono susseguite negli anni per rispondere alle esigenze del mercato e ai cambiamenti climatici. La Jaerla, una delle varietà in passato più diffuse, ha lasciato spazio a nuove selezioni più resistenti e produttive, ottenute grazie al lavoro di sperimentazione agronomica. Questi miglioramenti non hanno però alterato la natura precoce del prodotto, così apprezzata per l’offerta stagionale limitata ma intensa, che dura circa un mese e mezzo. La raccolta senza l’uso della frigoconservazione permette di mantenere intatta la freschezza del tubero, valorizzando la filiera corta e il legame con il territorio.

Macfrut 2025: l’evento per rilanciare la patata della riviera romagnola

Mercoledì 7 maggio alle ore 11.30, nella cornice del Macfrut 2025 , Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini ha in programma un incontro dedicato alla patata della Riviera romagnola. L’evento riunirà figure chiave come Bruno Parisi del Crea, Gian Paolo Baroncini sperimentatore, Daniele Montemaggi vicepresidente di Confagricoltura e Alessio Mammi, assessore regionale all’agricoltura. Sarà un’occasione per analizzare la storia, la coltivazione e le prospettive commerciali di questo prodotto.

Coltivazione e valore economico: oltre 200 ettari tra terra e mare

La superficie coltivata a patata sulla Riviera romagnola supera i 200 ettari, testimonianza della rilevanza economica del tubero per la zona. Daniele Montemaggi sottolinea come questa produzione possa diventare un elemento distintivo dell’agricoltura romagnola, legato a doppio filo con il turismo. La patata locale trova infatti sbocco diretto nelle cucine della Riviera, supportando una filiera a chilometro zero che valorizza il lavoro agricolo e la freschezza del prodotto.

Per Confagricoltura l’obiettivo è sostenere questa attività attraverso attività di promozione, sostegno ai produttori e identificazione di mercati mirati. Il supporto offerto dal Crea rappresenta un asset importante per fornire ai coltivatori le nuove varietà più efficienti, tipiche, e adatte al territorio, consentendo di preservare la tradizione e allo stesso tempo migliorare la produttività. Si punta così a ricreare un circuito che metta al centro il tubero romagnolo, con un impatto positivo sulle economie locali.

Dalla raccolta alla tavola, il tubero che parla di territorio e freschezza

La patata della Riviera romagnola si distingue per il sistema di raccolta ancora manuale e per il confezionamento immediato, direttamente in campo, in cassette che ne conservano la freschezza. La scelta di evitare la frigoconservazione mantiene intatto il sapore e le qualità nutrizionali, elementi apprezzati dai consumatori più attenti e dai ristoratori della zona.

Questo prodotto alimentare incarna la relazione tra la terra e il mare romagnolo, arrivando sulle tavole con il profumo del mare e la genuinità di un raccolto curato. È una presenza importante durante la stagione turistica, quando la domanda aumenta e la cucina locale si arricchisce di piatti tradizionali che esaltano la patata. In questo panorama la patata della Riviera romagnola vuole ritagliarsi un ruolo definito e riconosciuto, capace di rappresentare l’identità di una parte di Emilia-Romagna attraverso un prodotto agricolo semplice ma legato a un territorio e la sua storia.

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