Il sommergibile Scirè, legato alla X Mas e comandato da Junio Valerio Borghese, è entrato nella storia per l’azione di Alessandra nel 1941, quando colpì le corazzate britanniche Queen Elizabeth e Valiant. Ora, un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale trasforma il relitto affondato nel 1942 nella baia di Haifa in Israele in un sacrario militare subacqueo. L’obiettivo è ricordare i marinai italiani caduti nel secondo conflitto mondiale.
Il ruolo storico e militare dello scirè nella seconda guerra mondiale
Il sommergibile Scirè rappresenta uno degli strumenti più significativi usati dalla X Mas durante la seconda guerra mondiale. Al comando di Junio Valerio Borghese, la sua missione più nota risale al 18 dicembre 1941. In quella notte, la nave riuscì a penetrare nel porto di Alessandra, un’azione audace contro la flotta britannica. Lo Scirè adoperò siluri a lenta corsa chiamati “maiali” che andarono a colpire le corazzate britanniche Queen Elizabeth e Valiant, oltre alla petroliera Sagoma. Questi attacchi causarono danni notevoli alle navi nemiche, segnando un episodio molto rilevante per la Regia Marina italiana.
Strategia militare e tecnica del sommergibile
Questa operazione rappresentò una strategia militare che combinava furtività e precisione tecnica, elementi fondamentali nelle missioni subacquee di sabotaggio dell’epoca. Il sommergibile, infatti, riusciva a muoversi sott’acqua sino al punto giusto per rilasciare ordigni sensibili. Il nome dello Scirè è rimasto associato a queste imprese coraggiose, talvolta discusse per le implicazioni politiche legate ai regimi dell’epoca, ma indiscutibilmente importanti nel contesto delle attività belliche italiane.
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L’affondamento a haifa e le perdite dell’equipaggio
L’ultimo destino dello Scirè si compì il 10 agosto 1942 nella baia di Haifa, all’epoca sotto il controllo britannico della Palestina. Il sommergibile fu inviato in missione per collocare cariche esplosive su navi nemiche ormeggiate nel porto. Tuttavia, le comunicazioni radio usate durante questa operazione furono intercettate dalla Royal Navy. Attraverso un sistema di controllo e coordinamento, la marina britannica individuò la posizione dello Scirè e organizzò un attacco mirato.
L’attacco britannico e il relitto
Il sommergibile venne quindi circondato e bombardato da unità navali britanniche, che lo affondarono a una distanza di circa 5 miglia dalla costa. Il relitto giace su un fondale di 30 metri. Durante l’affondamento persero la vita 49 membri dell’equipaggio e 11 operatori subacquei, vittime di una missione rischiosa. “Questo evento segnò un momento di grande perdita per la Marina italiana”, contribuendo a consolidare la memoria e il rispetto per quei soldati.
Il recupero delle salme e la tutela come sacrario militare
Nel 1984 avvenne il recupero di parte del relitto e delle salme: furono riportate alla luce 42 salme e diversi pezzi dello scafo dello Scirè. Questi materiali vennero destinati a musei e collezioni storiche, dove oggi sono visibili come testimoni tangibili di un tempo di guerra. I corpi recuperati riposano in memoria di chi sacrificò la vita durante la guerra.
Decreto e riconoscimento ufficiale
L’ultimo provvedimento, pubblicato di recente in Gazzetta Ufficiale, ha classificato il relitto del sommergibile come un sacrario militare subacqueo. Questa decisione istituzionale si propone di onorare i caduti, ricordando le circostanze politiche e militari che portarono alla tragedia, in un contesto legato ai regimi nazionalsocialista e fascista. L’area del relitto diventa così un luogo protetto e riconosciuto, dove il rispetto e la storia si intrecciano sotto le acque della baia di Haifa.