Il presidente del settore forestale di Fedagripesca Confcooperative, Mario De Angelis, ha sottolineato la necessità di abbandonare la gestione esclusivamente emergenziale delle aree boschive italiane. Il paese continua a registrare un aumento degli incendi e del degrado del territorio, con oltre 30mila ettari distrutti, di cui 18mila di superfici boschive, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente. Le cooperative forestali, attive da tempo nella manutenzione ordinaria dei boschi e nella prevenzione del dissesto idrogeologico, chiedono un riconoscimento del loro ruolo cruciale. Serve un impegno continuativo e professionale per invertire la tendenza e tutelare le zone interne del paese.
L’emergenza incendi e l’abbandono delle foreste italiane
Gli incendi hanno colpito ampie zone boschive italiane, causando danni estesi e mettendo in pericolo ecosistemi e comunità locali. Il dato che emerge dall’ultimo report Legambiente racconta di un territorio che brucia con una frequenza e intensità crescenti, una situazione aggravata dall’abbandono delle attività di gestione forestale. Le aree rurali e interne soffrono da decenni per la perdita di presenza umana e per la mancata cura dei boschi, vincoli che favoriscono la propagazione degli incendi e l’erosione del suolo. De Angelis insiste sul fatto che questa condizione non può più essere tollerata: i boschi lasciati a sé stessi sono terreno fertile per incendi sempre più vasti e un progressivo spopolamento delle zone colpite.
La necessità di una gestione continua e strutturata
La risposta ai fenomeni incendiari non può limitarsi all’intervento emergenziale. Serve una manutenzione costante e strutturata. Le cooperative forestali rappresentano un presidio economico e sociale nei territori più svantaggiati, con esperti in grado di effettuare lavori di pulizia, prevenzione e monitoraggio del verde. È fondamentale dare loro gli strumenti e le risorse per operare con continuità, evitando che l’incuria renda i boschi un pericolo ambientale e sociale.
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Le risorse previste dalla strategia forestale nazionale e le difficoltà nell’attuazione
La Strategia forestale nazionale, varata nel 2022, assegna complessivamente 420 milioni di euro per il decennio 2022-2032. Questi fondi dovrebbero sostenere la gestione sostenibile delle foreste, la tutela della biodiversità e la promozione delle filiere produttive legate al legno e ai prodotti forestali. Nonostante le risorse stanziate, che rappresentano un investimento rilevante, Fedagripesca Confcooperative evidenzia la lentezza con cui vengono spese e l’efficacia limitata degli interventi finora realizzati.
Ostacoli burocratici e richieste agli amministratori
Le procedure burocratiche rallentano l’attivazione dei progetti sul territorio e la distribuzione dei fondi. De Angelis ha chiesto agli amministratori locali di superare queste difficoltà, utilizzando meglio le possibilità offerte dal Testo Unico Forestale, che regola le attività nelle aree boschive. La gestione attiva, infatti, richiede scelte decise e allocate che favoriscano interventi periodici di cura del verde, riduzione del rischio incendi e prevenzione del dissesto.
La pressione sui boschi e il rischio legato all’abbandono non saranno arginati senza un cambio di metodo. Le risorse pubbliche devono tradursi rapidamene in attività concrete e costanti, senza percorsi farraginosi che depotenziamo l’impatto degli investimenti.
La formazione e il ruolo sociale delle cooperative forestali
Oltre al capitale economico, serve un investimento sulle competenze di chi lavora nei boschi. Le cooperative forestali impiegano operatori e volontari spesso preparati, ma necessitano di formazione continua e qualificazione professionale per adattarsi a esigenze tecniche e ambientali sempre più complesse. La preparazione degli addetti ha un impatto diretto sul miglioramento delle pratiche di gestione e sulla capacità di presidiare il territorio in modo efficace.
Impatto economico, ambientale e sociale
Il lavoro delle cooperative forestali viene talvolta sottovalutato o reso invisibile, eppure rappresenta un pilastro per mantenere vive le economie locali e per preservare l’ambiente. La loro attività incide su diversi fronti: economico, ambientale e sociale. Permette di contrastare lo spopolamento delle aree interne creando opportunità di occupazione, migliorare la sicurezza del territorio e mantenere un equilibrio ecosistemico.
Mario De Angelis richiama la necessità di valorizzare questo ruolo, mettendo a disposizione non solo fondi ma anche strumenti di comunicazione e supporto. In questo modo, le cooperative potranno affrontare con maggiore efficacia le sfide legate all’aumento di incendi e dissesti, contribuendo a uno sviluppo più sano delle aree rurali italiane.