La valle di Stava, in Trentino, è stata teatro di una delle catastrofi più gravi legate a una frana di materiale minerario nel nostro paese. Il 19 luglio 1985, poco dopo mezzogiorno, una violenta colata di fango ha sconvolto l’area, causando un pesante bilancio di vittime e danni materiali. L’evento ha segnato la storia locale e sollevato questioni sulla sicurezza delle attività minerarie e la gestione dei rifiuti derivanti.
Il collasso dell’arginatura a prestavel e le dinamiche dell’evento
Quel 19 luglio 1985, intorno alle 12.20, la diga che conteneva il bacino superiore della miniera di Prestavel ha ceduto. Questa struttura fungeva da arginatura per i residui della lavorazione mineraria. Il cedimento ha provocato la fuoriuscita violenta di un miscuglio di fango, tronchi sradicati e massi. Il materiale si è sprofondato lungo la pendenza a una velocità stimata di 90 chilometri all’ora. La massa franata ha percorso circa 4,2 chilometri fino ad arrivare alla confluenza tra il rio Stava e il torrente Avisio, estendendo la propria forza distruttiva su un’area di circa 435mila metri quadri.
Cause del cedimento
La causa esatta del cedimento è stata ricondotta a criticità strutturali nella diga superiore, accumulate nel tempo a causa dei continui accumuli di scarti minerari e probabilmente a errori di progettazione o manutenzione. L’enorme pressione esercitata dai rifiuti ha portato a una rapida rottura che non ha lasciato scampo alla zona sottostante.
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L’impatto sulla valle di stava: vittime e danni materiali
La colata di fango e detriti ha investito la valle con una forza devastante. Sono morti 268 abitanti di Tesero e delle aree circostanti. Le abitazioni sono state spazzate via o gravemente compromesse. In particolare, 53 case, 3 alberghi e 6 capannoni industriali sono stati distrutti. Lungo il percorso della frana, 8 ponti hanno ceduto e altri 9 edifici hanno subito danni gravi.
Le vittime includevano intere famiglie e operatori negli alberghi colpiti. La rapidità dell’evento non ha permesso quasi alcuna possibilità di fuga, questo peggiorando l’impatto umano della tragedia. Il territorio è rimasto profondamente segnato, non solo dalla perdita di vite ma anche dalla cancellazione di strutture fondamentali per l’economia locale, basata anche sul turismo.
Conseguenze e insegnamenti dalla tragedia di prestavel
L’incidente di Prestavel ha aperto una lunga fase di indagini giudiziarie e tecniche. Sono stati individuati responsabili legati alla gestione della miniera e alla mancata verifica dello stato di sicurezza delle dighe. L’evento ha portato a revisione normativa sulle dighe di rifiuti minerari in Italia e ha sollecitato un controllo più stretto sulle condizioni delle infrastrutture simili in tutto il paese.
Il ricordo e l’importanza della memoria
La storia della frana di Stava rimane una lezione dolorosa. Richiama l’attenzione sul rischio ambientale connesso ad attività estrattive, specialmente in zone montuose fragili. Le istituzioni locali e nazionali si sono impegnate per evitare ripetizioni del disastro, anche tramite sistemi di monitoraggio e piani di emergenza più accurati.
È tuttora un episodio studiato in ambito tecnico e giuridico, ma soprattutto custodito nella memoria collettiva del Trentino per il suo impatto umano e territoriale.