La crisi di luglio del 1914: come le tensioni europee portarono allo scoppio della Prima Guerra Mondiale

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Crisi di luglio 1914, l’Europa sull’orlo della Prima Guerra Mondiale. - Gaeta.it

Armando Proietti

10 Settembre 2025

La crisi di luglio del 1914, periodo di forti tensioni politiche in Europa, segnò il momento in cui il continente precipitò nel conflitto della Prima Guerra Mondiale. Questo episodio, richiamato recentemente dal presidente Sergio Mattarella dopo l’incidente dei droni russi in Polonia, mostra come il sistema di alleanze e minacce si trasformò in una tragedia di proporzioni senza precedenti.

Il detonatore: l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo

Il 28 giugno 1914, a Sarajevo, Gavrilo Princip, un giovane nazionalista serbo, uccise l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Austria-Ungheria. L’omicidio scatenò subito una crisi diplomatica che nessuno degli stati coinvolti riuscì a gestire. Nei giorni e nelle settimane successive, la tensione crebbe fino a un punto di non ritorno. Vienna ritenne necessario punire la Serbia, accusata di sostenere atti sovversivi, e preparò un ultimatum con richieste molto restrittive. Quella che doveva essere una reazione contenuta si trasformò in un’escalation dagli effetti devastanti.

Gli errori politici e diplomatici che accesero il conflitto

Dopo l’attentato, le potenze europee tentarono senza successo di contenere la crisi. Il presidente francese Poincaré si recò in Russia, alleata della Serbia, per rafforzare un fronte comune contro l’Austria-Ungheria. Vienna agì in accordo con la Germania, puntando a una guerra rapida contro Belgrado, convinta che così si sarebbe evitato un coinvolgimento più ampio. La Gran Bretagna, che in quel periodo aveva migliorato i rapporti con Berlino, sottovalutò la possibilità di un’escalation e non intervenne per fermare gli eventi. La mobilitazione generale delle grandi potenze, in particolare quella russa il 30 luglio, segnò la fine delle speranze di una soluzione pacifica.

L’ultimatum dell’Austria-ungheria e la catena degli eventi bellici

Il 23 luglio Vienna consegnò alla Serbia un ultimatum con richieste molto dure, da accettare entro 48 ore. Belgrado rifiutò alcune clausole, giudicandole inaccettabili. Subito dopo, il 26 luglio, l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia e avviò le operazioni militari. La Russia rispose mobilitando le sue truppe, mentre la Germania impose un ultimatum alla Russia per fermare la mobilitazione e un altro alla Francia per assicurarsi la sua neutralità. Francia e Russia rifiutarono. A questo punto, la Germania attraversò il Belgio per attaccare la Francia, violando la neutralità belga e provocando la reazione della Gran Bretagna.

In pochi giorni, la rete delle alleanze entrò in azione: la Serbia dichiarò guerra alla Germania, l’Austria-Ungheria fece lo stesso contro la Russia, la Francia si schierò contro Vienna e l’Inghilterra contro l’Austria-Ungheria. Questi eventi segnarono l’inizio di un conflitto su scala europea, la Prima Guerra Mondiale. L’Italia, inizialmente neutrale, entrò in guerra il 24 maggio 1915, un anno dopo lo scoppio.

Il rapido susseguirsi delle guerre dichiarate e delle strategie militari portò a una carneficina tra le più sanguinose che la storia europea avesse conosciuto fino ad allora. Il quadro di quella «imprudenza di comportamenti» richiamata oggi si riferisce direttamente a quelle scelte e tensioni esplose nei giorni di luglio del 1914.