La candidatura della cucina italiana patrimonio unesco tra valore culturale e sfide del mercato internazionale

La candidatura della cucina italiana patrimonio unesco tra valore culturale e sfide del mercato internazionale

La cucina italiana punta al riconoscimento Unesco come patrimonio immateriale, valorizzando il suo ruolo culturale, sociale ed economico con il sostegno di Francesco Lollobrigida e Matteo Zoppas.
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L'Italia sta candidando la sua cucina come patrimonio immateriale dell'Unesco, sottolineandone il valore culturale, sociale ed economico, e rafforzando la promozione internazionale nonostante tensioni commerciali. - Gaeta.it

La cucina italiana sta cercando un riconoscimento importante: entrare nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. La sfida è in corso mentre altre tradizioni gastronomiche come quella francese, coreana, messicana e giapponese già godono di questo titolo. Il ministro Francesco Lollobrigida ha ribadito l’importanza di questo riconoscimento, sottolineando il valore culturale e sociale della cucina italiana, oltre al peso economico dell’intero comparto agroalimentare.

La candidatura della cucina italiana e il confronto con le cucine già riconosciute dall’unesco

In diverse nazioni, la cucina ha già ricevuto il riconoscimento Unesco come patrimonio immateriale. Francia, Corea, Messico e Giappone vantano questa certificazione che non riguarda solo i sapori, ma una tradizione che unisce storia, convivialità e saperi tramandati da generazioni. Lo scorso dicembre, l’Italia ha lanciato la sua candidatura per inserire la cucina italiana in questa lista di eccellenze mondiali.

Francesco Lollobrigida, ministro per Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, ha ribadito ieri sera, a La Valletta , davanti a numerose autorità e imprenditori locali, che “se la candidatura non dovesse essere accettata sarebbe un danno non solo per l’Italia, ma per tutte le cucine mondiali.” A sostegno del suo discorso, vi era anche Matteo Zoppas, presidente dell’Istituto per il Commercio Estero, che ha ricordato il valore concreto del settore agroalimentare italiano, il cui export ha superato i 70 miliardi di euro nel 2024.

Una strategia tra cultura e diplomazia

La promozione si è svolta in un elegante contesto, la Grand Ballroom di un hotel storico alla periferia di La Valletta, durante una cena organizzata dall’ambasciata italiana e dall’Ice . La scelta di presentare la candidatura a Malta, noto centro commerciale del Mediterraneo, rappresenta una strategia per rafforzare i rapporti internazionali e la visibilità della cucina italiana.

Le tensioni con gli stati uniti e l’impatto dei dazi sulle esportazioni italiane

Il ministro Lollobrigida ha preferito evitare commenti diretti sulla decisione degli Stati Uniti, sotto la presidenza Trump, di uscire dall’Unesco. Tuttavia, ha ribadito l’importanza per l’Italia di mantenere sistemi internazionali di protezione della qualità dei prodotti. Tra gli argomenti più discussi c’è la possibilità di dazi doganali fra Usa e Italia che potrebbero arrivare fino al 15%.

Lollobrigida ha spiegato che questi dazi non spaventano l’export italiano in quanto la fascia di mercato di prodotti come il Parmigiano Reggiano è di alta gamma. Attualmente il formaggio italiano si vende oltre 45 dollari al chilo negli Stati Uniti, a differenza del “parmesan” a 18 dollari. Secondo il ministro, “il consumatore americano preferirà continuare a comprare il prodotto italiano genuino, anche se leggermente più costoso a causa dei dazi, piuttosto che optare per alternative più economiche di minor qualità.”

Il valore percepito del made in italy

Questa riflessione evidenzia l’importanza della percezione di valore e di unicità legata all’origine controllata dei prodotti italiani, che rappresenta un vantaggio competitivo nel mercato globale.

Il ruolo del settore agroalimentare e la difesa del vino italiano

Per Matteo Zoppas la candidatura alla cucina italiana non è solo un riconoscimento culturale. È anche un valore economico fondamentale per il paese. Nel 2023, il settore agroalimentare ha prodotto un fatturato di circa 64 miliardi di euro, salito a oltre 70 miliardi nel 2024, e rappresenta oltre il 10% dell’intero export made in Italy.

Durante la serata, Lollobrigida ha affrontato la questione dell’etichettatura del vino, tema che sta suscitando discussioni con la proposta di inserire messaggi considerati “scoraggianti” per i consumatori. Il ministro ha ricordato la figura di Rita Levi Montalcini, inserita nel logo della candidatura, citando la sua longevità come esempio della qualità di vita italiana legata all’alimentazione.

Ha contestato con fermezza l’idea di etichettare il vino con avvisi che ne evidenziano rischi eccessivi. Per lui, “affermare che il vino ‘uccide’ è una deformazione della realtà.” Il consumo moderato, come in molte culture mediterranee, fa parte di uno stile di vita equilibrato e lontano da eccessi.

tradizione e innovazione in equilibrio

Questa posizione riflette una difesa della tradizione italiana legata al mondo del vino, parte integrante della cucina e dell’economia agroalimentare del paese.

La promozione internazionale della candidatura italiana nel 2025

Il recente evento a Malta ha mostrato la volontà dell’Italia di rafforzare la propria immagine all’estero, soprattutto in paesi con una tradizione gastronomica emergente e mercati di riferimento strategici. La collaborazione tra l’ambasciata italiana e l’Ice è stata fondamentale per organizzare una serata dedicata a esponenti politici e imprenditoriali maltesi.

Questo tipo di iniziative serve a consolidare la candidatura italiana davanti agli organismi internazionali, ma anche a consolidare alleanze commerciali e culturali. L’importanza della cucina italiana a livello mondiale è riconosciuta anche grazie al suo impatto sociale, economico e identitario.

Ora l’attenzione si concentra sull’esito della valutazione Unesco, che potrebbe sancire un nuovo riconoscimento per l’Italia, allineando la sua tradizione gastronomica alle altre grandi cucine mondiali già valorizzate ufficialmente.

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