La cucina italiana è un vero e proprio viaggio nei sapori e nelle tradizioni, e l’Arancino Day celebra uno dei piatti più emblematici della Sicilia. Nella giornata dedicata a Santa Lucia, molti si riuniscono per gustare questi deliziosi gnocchi di riso. Sebbene siano conosciuti e amati in tutta Italia, le diverse terminologie utilizzate per descriverli possono creare accese discussioni tra regionalismi e abitudini locali. Scopriamo insieme le origini di questa specialità e il suo grande significato nella cultura gastronomica siciliana.
Le origini del dibattito: arancini o arancine?
La questione sul come definire questa ricetta si divide tra la Sicilia orientale e occidentale. A Catania, viene chiamato ‘arancino’, una forma che richiama il vulcano Etna, mentre a Palermo è conosciuto come ‘arancina’, avendo una forma rotonda che ricorda l’arancia stessa. Questo scambio di parole ha attirato l’attenzione dell’Accademia della Crusca, che ha dichiarato valide entrambe le versioni. Una recente ricerca condotta dall’istituto Human Highway ha messo in luce le preferenze degli italiani: il 72% degli intervistati considera “arancino” il termine corretto, contro il 22% per “arancina”, mentre un sorprendente 3% si è spinto a chiamarlo “supplì”.
I siciliani mantengono una certa disparità di opinioni, con il 60% che sceglie il termine arancino e il 40% arancina. Tuttavia, c’è un elemento della lingua siciliana che avvicina tutti: il plurale ‘arancini’ si adatta perfettamente a entrambe le forme, creando un punto di incontro linguistico tra le due tradizioni. Esplorando le origini di questo piatto, risulta che l’arancino ha radici profonde, risalenti all’alto medioevo durante la dominazione musulmana della Sicilia. La sua importanza è evidenziata anche nel ‘Jazla‘, un’enciclopedia dei cibi orientali, dove le pietanze tondeggianti portano spesso il nome di frutti. Insomma, la varietà di nomi non deve distogliere l’attenzione sulla ricchezza storica e culturale che questo piatto rappresenta.
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Un piatto simbolo della tradizione gastronomica italiana
Nonostante la lotta terminologica, l’arancino rimane indiscusso come il piatto fritto simbolo dell’Italia. Secondo il rapporto di Zucchi Fritto Libero!, il 55% degli italiani identifica l’arancino come il piatto fritto per eccellenza. Una stragrande maggioranza, il 95%, riconduce queste croccanti delizie alla loro origine siciliana. Si segnala anche che la Sicilia è stata votata come la seconda regione italiana per il fritto di qualità, superata solo dalla Campania e seguita dalla Puglia.
La caratteristica fondamentale che rende gli arancini unici è la loro panatura croccante. Questa non solo conferisce una deliziosa croccantezza al morso, ma mantiene anche il riso e il ripieno ben protetti, permettendo di portarli via senza rischiare di rovinare la preparazione. Con l’ascesa dei cibi da asporto, gli arancini hanno conquistato il palato degli italiani e non solo, diventando un must della cucina street food.
Le migliori pasticcerie siciliane
Visitando la Sicilia, non si può certo trascurare la varietà di pasticcerie storiche che offrono arancini deliziosi. A Catania, è impossibile non notare le famose pasticcerie Savia e Spinella lungo la vivace via Etnea, entrambe rinomate per le loro creazioni dolciarie e salate. Sempre a Catania, un locale innovativo come Canusciuti mescola tradizione e modernità, catturando i clienti con le sue proposte uniche.
A Palermo, i punti di riferimento per assaporare arancini non mancano. Al Bar Marocco, situato proprio di fronte alla Cattedrale, gli arancini vengono serviti freschi e croccanti. Altrettanto meritevoli sono il Bar Touring in via Lincoln e il Bar Turistico, poco conosciuto ma rispettato per la qualità delle sue pietanze. Questi luoghi sono vere e proprie tappe obbligate per chi vuole immergersi nella cultura culinaria siciliana.
Una frittura perfetta con Zucchi Fritto Libero!
Per chi ama cucinare, Zucchi Fritto Libero! offre non solo un nome, ma anche un interlocutore prezioso per perfezionare la frittura degli arancini. Questo olio di semi di girasole altoleico, arricchito con antiossidanti, riduce del 50% l’odore di fritto rispetto agli oli comuni e ha un punto di fumo di 230°C, rendendolo ideale per ottenere una frittura croccante e leggera. Per celebrare l’Arancino Day in modo speciale, Zucchi ha messo a disposizione una ricetta dettagliata, ideale per preparare arancini deliziosi direttamente a casa.
Ricetta per preparare gli arancini
Ingredienti Necessari:
Per il riso:
– 500 g di riso Vialone nano
– 1 l di acqua
– 100 g di caciocavallo grattugiato
– 50 g di burro
– 1 bustina di zafferano
– Sale q.b.
Per la farcitura:
– 200 g di carne macinata
– 200 g di passata di pomodoro
– 100 g di piselli sgranati
– 100 g di caciocavallo
– Mezza cipolla
– Vino rosso q.b.
– Olio extra vergine d’oliva Zucchi q.b.
– Sale q.b.
Per la panatura:
– 4 uova
– 400 g di pangrattato
– 200 g di farina 00
Per friggere:
– 1,5 l di olio Zucchi Fritto Libero!
Preparazione:
Iniziate cuocendo il riso: portate a ebollizione l’acqua, quindi aggiungete sale, zafferano e riso. Cuocete a fuoco basso per 12-13 minuti fino ad assorbimento dell’acqua. A fine cottura, spegnete e aggiungete burro e caciocavallo grattugiato, mescolate bene e lasciate raffreddare in una teglia.
Nel frattempo, preparate il ripieno tritando la cipolla e soffriggendola in olio d’oliva. Aggiungete la carne macinata e rosolate bene, poi sfumate con vino rosso e incorporate la passata di pomodoro. Fate sobbollire per circa 20 minuti, aggiungete i piselli e continuate la cottura finché il ragù non risulta asciutto. Regolate di sale e lasciate raffreddare.
Una volta che il riso è freddo, prendete circa 100 g di riso, appiattitelo e inserite il ragù e i cubetti di caciocavallo. Formate le palline e passatele in farina, poi nell’uovo e per finire nel pangrattato. Friggete gli arancini in olio caldo a 170°C, rigirandoli per una doratura uniforme. Scolateli su carta assorbente, aggiustate di sale e serviteli caldi, pronti per essere gustati.