Innalzati i livelli di severità idrica per diverse province di Campania e Basilicata: aggiornamenti dal distretto Appennino Meridionale

Innalzati i livelli di severità idrica per diverse province di Campania e Basilicata: aggiornamenti dal distretto Appennino Meridionale

La scarsità d’acqua nel 2025 colpisce duramente Campania, Basilicata e Calabria con livelli di severità idrica elevati, restrizioni su usi potabili e irrigui e interventi per migliorare la gestione delle risorse.
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Nel 2025, il centro-sud Italia affronta una grave crisi idrica con livelli di emergenza elevati in diverse province di Campania, Basilicata e Calabria, che impongono restrizioni sull’uso potabile e irriguo, richiedendo una gestione più coordinata delle risorse idriche. - Gaeta.it

La scarsità d’acqua continua a colpire ampie zone del centro-sud Italia nel 2025. L’Autorità Distrettuale di Bacino dell’Appennino Meridionale ha rivisto i livelli di severità idrica, distribuendo nuove criticità tra province campane, lucane e calabresi. Questi aggiornamenti riflettono l’attuale stato delle fonti idriche e le disponibilità d’acqua, che sono diventate particolarmente limitate in alcuni territori. Le restrizioni coinvolgono sia l’uso potabile che quello irriguo, con conseguenze su popolazione e agricoltura.

Nuove soglie di severità idrica per le province di benevento e avellino

Durante la seduta del 30 giugno 2025, l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici ha innalzato il livello di crisi idrica per le province di Benevento e Avellino. La situazione è passata da “tendente ad elevato” a “elevato”, dato che le sorgenti del Biferno, Cassano Irpino e altre fonti locali mostrano una disponibilità molto limitata. Questi approvvigionamenti sono fondamentali per alimentare il sistema idropotabile delle due province. La riduzione di portata ha fatto scattare un provvedimento di emergenza per evitare situazioni critiche nelle reti urbane e rurali.

A livello regionale campano, per il resto del territorio il grado di severità si è alzato al valore di “tendente ad elevato”. Questo indica un peggioramento generale nelle condizioni di approvvigionamento, pur non raggiungendo ancora il massimo livello di allarme. La misura vuole anticipare eventuali carenze drastiche, permettendo una gestione più attenta e condivisa delle risorse residue.

Situazione critica analoga per il vulture-melfese e le colline materane in basilicata

Il distretto idrico del Vulture-Melfese e l’area delle Colline Materane hanno subito lo stesso intervento sulle soglie di emergenza. In queste zone della Basilicata, il livello di severità è passato a “tendente ad elevato”. Il fattore determinante è il progressivo calo delle portate delle sorgenti del fiume Frida, risorsa principale per l’intero schema idrico locale. Questa rete è isolata dagli altri sistemi regionali, quindi non esistono altre fonti capaci di compensare la carenza.

Le Colline Materane dipendono esclusivamente da questa fonte, e la sua contrazione mette a rischio sia la disponibilità potabile che quella per usi agricoli. La decisione degli esperti si basa su dati raccolti nelle ultime settimane, che confermano un trend negativo. Le condizioni climatiche non accennano a migliorare, mantenendo costante la criticità.

Conferma dello stato di emergenza per calabria e lucania con dettagli sui livelli di severità

La Calabria mostra ancora un quadro difficile. Le province di Crotone e Reggio Calabria vedono consolidarsi la severità idrica elevata, questa condizione persiste a causa dello stato di emergenza nazionale dichiarato l’anno scorso. Pur con differenze nella disponibilità rispetto al 2024, la situazione resta complessa e richiede interventi strutturati.

In Basilicata, lo schema del Basento-Camastra presenta anch’esso un livello di gravità alto, riflettendo l’attuale emergenza idrica. Per il comparto idropotabile, la situazione si articola così: Puglia, Lazio, Molise e provincia di Chieti sono a un livello “medio con tendenza ad alto”; Basilicata , Calabria e parti della Campania viaggiano su un livello “medio”. Infine, nell’Abruzzo, l’area marsicana affronta una criticità “bassa con tendenza a medio”. Questi dati indicano una mappa complessa, dove alcune zone soffrono più di altre, ma tutte necessitano di attenzione.

Situazione del comparto irriguo: prospettive e riduzioni programmate

Il sistema irriguo è sottoposto a restrizioni marcate. Basilicata, Calabria, Lazio e Puglia devono affrontare criticità “alte” per il comparto irriguo a causa della carenza di acqua nelle dighe e sorgenti. Nei territori non esposti a questo livello il grado è “medio”, segnalando già un allarme.

Le riduzioni erogate nelle concessioni d’acqua per l’irrigazione vengono attuate per contenere il consumo e preservare la risorsa potabile. La relazione dell’ingegner Pasquale Coccaro segnala che, nel distretto dell’Ofanto, a causa della scarsa disponibilità negli invasi, sono state pianificate erogazioni più basse rispetto a periodi precedenti. Si tratta di un intervento necessario per evitare un esaurimento precoce delle risorse, con impatti inevitabili su alcune colture.

Iniziative e richieste rivolte ai consorzi di bonifica per migliorare la gestione delle risorse

Il segretario generale Vera Corbelli ha sottolineato l’importanza di collaborare maggiormente tra le diverse realtà coinvolte nella gestione idrica del distretto. È in programma un incontro con la regione Molise per discutere i trasferimenti idrici, in particolare l’interconnessione tra la diga del Liscione, in Molise, e quella di Occhito, in Puglia. Questo collegamento dovrebbe mitigare il grave deficit d’acqua che penalizza quell’area, dove il prelievo è ormai ridotto quasi esclusivamente all’irrigazione di soccorso, per proteggere la fornitura potabile.

Corbelli ha richiamato le carenze nelle informazioni fornite dai consorzi di bonifica, soprattutto relativamente ai dati sui consumi agricoli. Ha annunciato l’intenzione di sollecitare formalmente questi enti chiedendo numeri più precisi e aggiornati. Un controllo puntuale serve a gestire meglio gli apporti idrici, anche per garantire priorità agli usi potabili, vista la stretta sulle risorse disponibili. Questa mossa potrebbe influire in futuro sul modo in cui vengono distribuite le acque irrigue, modificandone la disponibilità.

L’attenzione resta alta su ogni segnale di peggioramento. Le mani degli amministratori sono tese verso una gestione più rigorosa e attenta, mentre la natura conferma l’assenza di piogge significative. L’Italia del Sud si confronta con un’annata difficile, che richiede scelte capaci di salvaguardare l’accesso all’acqua nelle comunità più colpite.

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